Dieci giorni di COVID-19 in Italia: tiriamo un po' le somme

Ormai sui giornali non si parla altro: la situazione in Italia sul nuovo Coronavirus e il COVID-19. Prima di parlarne ho aspettato. Ma ora, visto tutto, voglio tirare un po' le somme su questa situazione.

Dieci giorni di COVID-19: come stanno andando le cose?

Male. Si potrebbe concludere così il capitolo. Ma mi conoscete, mi piace scavare sulle cose. Ed oggi cercherò di raccontarvi gli ultimi 10 giorni di COVID-19 in Italia partendo dai numeri ufficiali del Ministero della Salute. Dal 29 febbraio al 9 marzo.
Ad oggi ci sono stati in Italia 9172 persone che hanno contratto la malattia chiamata COVID-19 causata dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Di queste 7985 sono attualmente infette, mentre 463 sono morte e 724 sono guarite.
Come si vede facilmente dal grafico che ho elaborato dai dati giornalieri del ministero, la curva dei malati sta crescendo in modo esponenziale. Senza addentrarmi troppo nella matematica la curva sta crescendo ad un tasso di 1.25 al giorno. Cioè i malati di domani saranno mediamente 1.25 volte i malati di oggi. Il numero dei positivi alla malattia virale, così raddoppia ogni 3-4 giorni. A questo tasso di crescita, il bollettino del 10/3 parlerà di 9981 positivi e, senza intervenire efficacemente per fermarlo, al 22 marzo potrebbero essere più di 145000. Sono numeri che fanno paura. Faccio solo notare che c'è una linea grigia "invisibile": sono quelli in terapia intensiva (ad oggi 733). L'importanza di questa linea, che si sovrappone praticamente ai guariti, sarà chiara fra poco. 

Ma analizziamo altri numeri.

Vediamo chi se la passa bene. Dei malati, quindi non considerando guariti e morti, poco meno del 37% è domiciliato a casa. Cioè è infetto, ma se la passa più o meno come un'influenza, divano e copertina. Queste persone però, secondo le ultime disposizioni, sono comunque sorvegliate speciali. Sono obbligate a stare a casa, non possono muoversi e hanno severe limitazioni col contatto con i parenti. A meno che non possano effettuare telelavoro (rinunciando alla malattia ndr) sono quindi improduttivi. Questo numero (il 37%) è abbastanza stabile dal 4 marzo, anche se ha oscillato dal 52% del 29/02 al 27% del 6/03. Stando su un ottimistico 40% se non si intervenisse sui numeri al 22/03 avremmo circa 58000 persone ferme a casa sul territorio nazionale. 58000 persone ferme sono già tante. Ma il problema vero sono le altre 87000.
Sì perché 87000 dovrebbero invece stare in ospedale ed occupare posti letto. Coi numeri che abbiamo oggi poi 13300 di questi dovrebbero stare in terapia intensiva. Il problemone è questo: ora in Italia abbiamo poco più di 5000 posti letto di terapia intensiva e, solo per questo coronavirus, ne sono occupati oggi 733. In pratica oggi 1 posto su 7 in Italia oggi è occupato dai malati di COVID-19, in una situazione dove le regioni più sofferenti sono anche quelle più colpite. E a finire intubati o in terapia intensiva non ci sono solo questi malati di COVID-19. Il rischio è quello quindi del collasso del sistema sanitarioCon tutto il rispetto per i morti, tra morti e guariti la velocità con cui si liberebbero posti letto sarebbe insufficiente a tappare le richieste dei nuovi arrivi.
Triplicare nell'arco di 2 settimane i posti di terapia intensiva è impossibile e questo porterebbe, non solo ad un'innalzamento non della letalità di questa malattia, ma della mortalità generale della popolazione nonché a problemi, anche più impattanti, per tutta la società.

La necessità dell'isolamento sociale

Una misura discussa avvenuta molto di recente è stata quella di mettere in "sorveglianza speciale" con misure molto restrittive una parte dell'Italia, i cosiddetti cluster. Anche qui, non mi addentro troppo sul concetto di cluster. Darò solo una brevissima definizione di cluster: aggregazione di casi in un'area definita aldilà che il numero di casi superi l'atteso o che si tratti di un focolaio. Cioè sono punti dove la concentrazione di casi è più elevata e dove quindi il contagio può essere più facile e da cui può diffondersi più facilmente. Per chi vuole approfondire trova come al solito i link nelle fonti. L'isolare, o comunque limitare, i contatti sociali all'interno dei cluster ha lo scopo di rendere la vita "difficile" alla diffusione del virus. È bene quindi ricordare qui il concetto di R0, cioè il numero di persone a cui una persona infetta può trasmettere il virus. Questo numero si aggira attorno a 3. È importante sottolineare che, nonostante ci siano sempre più evidenze che anche gli asintomatici, cioè coloro che non hanno sintomi possano trasmettere il virus questa possibilità però sembra essere inferiore a chi manifesta la malattia. Tuttavia, sintomi o meno, questo virus si trasmette tramite droplets, cioè le goccioline d'acqua tipiche di tosse e starnuti. Quindi normali sintomi scambiabili per "male di stagione". L'evitare luoghi chiusi, rispettare distanze di un metro (soprattutto se si ha sintomi), cercare di evitare di incontrare gente, soprattutto estranei, ha questo senso: le goccioline d'acqua viaggiano meno e meno gente si infetta. Notizia di questi momenti in cui scrivo è che il governo italiano abbia deciso di estendere queste limitazioni, inizialmente previste per la lombardia e varie province, a tutto il territorio italiano. Non mi addentro in giudizi di natura politica e tecnica per commentare questa decisione, non ne ho le competenze. Però ne capisco l'idea di ratio: diminuire il numero R0 e far sì che il sistema sanitario possa organizzarsi.
Sono misure faticose e di impatto sociale, soprattutto per il settore terziario, importante, me ne rendo conto. Ma, anche come sottolineavano in un recentissimo articolo dei ricercatori, l'unico mezzo approvato per contrastare l'avanzare di questa epidemia è l'isolamento.

Coronavirus, COVID-19, SARS-CoV-2... mettiamo i puntini sulle i

Questi termini che ho citato spesso sono confusi, anche da chi non dovrebbe farlo. Si sente "infetti da COVID" o "malati di coronavirus". Qualche distinzione l'avevo già fatta nei precedenti articoli. Però voglio chiarire dei concetti.
È davvero così importante mettere nel dettaglio tutto ciò? Forse per la popolazione generale non così tanto. Ma meglio avere le idee chiare.
I Coronavirus sono una famiglia ampissima di virus con cui abbiamo a che fare sempre e da sempre. Si dividono in tante famiglie ed alcuni ci causano il comune raffreddore. Quindi questo NON È IL CORONAVIRUS, ma è un coronavirus. Il virus si chiama SARS-CoV-2, cioè secondo virus che causa SARS (sindrome acuta respiratoria severa). Sembra aver fatto di recente il salto di specie (in termine tecnico spillover) da un animale, forse pipistrello o serpente. La malattia che causa questo virus è stata chiamata COVID-19, che causa delle lesioni polmonari specifiche nella parte profonda dell'apparato respiratorio (bronchi, bronchioli, alveoli polmonari). Una persona potrebbe essere infetta dal nuovo coronavirus, ma non sviluppare COVID-19. Non tutti quelli che sono infetti da un coronavirus hanno il SARS-CoV-2, non tutti quelli infetti da SARS-CoV-2 hanno sviluppato COVID-19, ma tutti quelli che hanno COVID-19 hanno SARS-CoV-2. Questo dato è evidente perché ci sono persone che non sviluppano danni polmonari, ma è difficile sapere quanti infetti sviluppino la malattia in quanto i tamponi e le verifiche vengono fatti solo ai sintomatici e ai potenziali infetti che ne sono stati a contatto. Chi se lo fosse preso e lo avesse scambiato per un male di stagione, sarà sfuggito alla maglia dei controlli. Questo è un altro punto a favore della misura di controllo e isolamento: il malaugurato caso di infetto che però non sa di esserlo ("ma sì son solo due colpi di tosse e qualche lineetta di febbre") che potrebbe avere il SARS-CoV-2 e, senza limitazioni, diffonderlo più facilmente ad altre persone intaccando a catena qualche persona fragile.

COVID-19: chi rischia e le cure

Un report dell'ISS, sottolinea come ci siano delle categorie più a rischio. Anziani e pluripatologici sono le categorie che rischiano di più. Ma non solo, nessuno è completamente al sicuro. Poiché si tratta di un nuovo virus, nessuno ha una precedente immunità e significa che l'intera popolazione umana è potenzialmente suscettibile all'infezione da questo virus e lo sviluppo di COVID-19. Se come ci ricorda l'OMS, la letalità è concentrata dopo i 50 anni, i casi gravi sono distribuiti più ampiamente. Inoltre molto colpiti sono ipertesi e cardiopatici, con questo tipo di malattie molto diffuse, soprattutto nel mondo occidentale. Ci sono poi i diabetici, che rischiano di più anche loro. Come vedete sono un range di patologie molto ampio e probabilmente molti di voi, se non tutti, hanno qualche caro con queste problematiche. Pure l'ISS arriva alle stesse conclusioni con un'analisi preliminare sui casi di COVID-19 italiani. Il tempo medio tra l'infezione e la morte è di circa 14 giorni e la letalità oscilla tra il 2 e il 4%. Tuttavia questi numeri peggiorano drasticamente nei pazienti ospedalizzati, arrivando a 4-5 giorni e il 15% di letalità. Comunque si rischia tutti, se non per il nuovo coronavirus, perché in caso di necessità, se continua così, potremmo non entrare in ospedale.
Sulle cure non spendo troppe parole e vi rimando ad un articolo che ho scritto per la rivista tuttotek.

Voglio però spendere due parole sulle notizie che ogni giorno escono riguardo le cure e il vaccino.

Quando su un giornale o un sito leggete che hanno trovato la cura X o che l'istituto universitario PincoPallo avrà pronto un vaccino in pochi mesi siate scettici e leggete bene fra le righe. Spesso il "hanno trovato la cura" riguarda un paziente o un piccolo gruppo di pazienti dove i medici, previa autorizzazione, hanno testato delle cure ancora sperimentali. Questi pazienti hanno avuto dei miglioramenti clinici migliori della media, ma l'approvazione di un trattamento con farmaci non è così semplice. Si tratta di casi studio. Un caso studio è appunto una osservazione su un campione non significativo di persone. Questo tipo di osservazioni è importante, può dare avvio ad indagini più approfondite per la ricerca dei perché abbia funzionato se non avviare sperimentazioni cliniche più ampie e controllate. Ma non è "hanno trovato la cura".
Riguardo i vaccini la situazione è ancora più fine. Spesso si legge: "i ricercatori potrebbero avviare la produzione in pochi mesi". A parte che una produzione in larga scala non la fanno i ricercatori, ma solo le case farmaceutiche, ci sono da capire delle cose. Nelle notizie si legge spesso frasi del tipo "Ora l'avvio dei test in vivo e poi, fra pochi mesi, la produzione". Anche qua:
A: non è detto che i test in vivo, cioè su cavie animali, diano risultati buoni. Non è affatto scontato. Questi test potrebbero bloccare tutto.
B: per produzione si intendono quei pochi lotti necessari alle fasi di sperimentazione clinica sull'uomo. Queste fasi durano mesi e possono a loro volta dare fallimenti.
La produzione di un vaccino avrà bisogno ancora di parecchi mesi e non possiamo aspettare a braccia conserte tutto questo tempo, per la salute.
Di questo virus conosciamo sempre di più e ogni tassello che conosciamo è un passo in più per abbatterlo. Date il giusto tempo agli scienziati.

Le bufale

In giro si leggono tante bufale. Dal limone e acqua calda (e ti pareva che non fosse una panacea-bufala anche in questo caso?), alle bevande calde sopra i 28 gradi, ai raggi del sole per inattivare il virus. Assumere fibre, vitamine, bere molto e stare al sole sono cose tutte positive, ma non sconfiggono il virus. Vi possono aiutare a stare un po' in buona salute, ma non vi evitano un coronavirus, nemmeno questo. Il nostro corpo ha una temperatura interna di circa 37 gradi, perché a 28 gradi in una tisana dovrebbe morire e dentro di noi no? I raggi UV possono essere sì usati per sterilizzare, ma a concentrazioni pericolose anche per l'uomo, se il sole fosse così potente da ammazzare il virus probabilmente ucciderebbe anche voi... insomma usate anche la logica. Poi ci sono le bufale nel senso opposto (se sviluppi i sintomi sei spacciato) altrettanto menzognere. Come vi ho sempre abituato in fondo ad un mio articolo c'è la sezione fonti, o comunque trovate gli iperlink all'interno, e non dovete credere a me, ma alle fonti! Le mie fonti sono sempre fonti ufficiali di istituti certificati, report scientifici, lezioni universitarie ecc... se cito fonti non ufficiali ma "divulgative" lo faccio perché semmai fanno del lavoro che non ha senso che rifaccia io per spiegare le cose, ma mi assicuro che citino le fonti e le verifico ogni volta. Abituatevi a chiedere le prove di quello che leggete. Se ve le danno in anticipo è già un buon segno di serietà (poi tutti possono sbagliare).

Fidatevi dei tecnici e degli scienziati, #iorestoacasa con fatica e un po' di rabbia: fatelo anche voi. Sta alla responsabilità e alla coscienza di ognuno di noi fare il nostro meglio per superare questa situazione. Facciamo i bravi.

FONTI:
http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4133
http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&dataa=2020/12/31&datada=2017/01/01
http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4184
who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/technical-guidance/naming-the-coronavirus-disease-(covid-2019)-and-the-virus-that-causes-it
https://www.ecdc.europa.eu/en/novel-coronavirus-china/questions-answers
http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4182
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/aggiornamenti
https://www.truenumbers.it/quanti-posti-letto-negli-ospedali/
http://www.dati.salute.gov.it/dati/dettaglioDataset.jsp?menu=dati&idPag=18
https://unaricercadice.blogspot.com/2020/01/coronavirus-2-dettagli-e-aggiornamenti.html
https://unaricercadice.blogspot.com/2020/01/anno-nuovo-nuova-pandemia.html
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/img/info/Glossario-1.pdf
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-materiale-comunicazione
http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228
https://www.promisalute.it/upload/mattone/documentiallegati/C.Maurella_L'indagine%20negli%20episodi%20epidemici%20rigore%20metodologico,%20efficacia%20e%20rapidit%C3%A0_13660_888.pdf?
https://www.iss.it/coronavirus/-/asset_publisher/1SRKHcCJJQ7E/content/id/5292020?_com_liferay_asset_publisher_web_portlet_AssetPublisherPortlet_INSTANCE_1SRKHcCJJQ7E_redirect=https%3A%2F%2Fwww.iss.it%2Fcoronavirus%3Fp_p_id%3Dcom_liferay_asset_publisher_web_portlet_AssetPublisherPortlet_INSTANCE_1SRKHcCJJQ7E%26p_p_lifecycle%3D0%26p_p_state%3Dnormal%26p_p_mode%3Dview%26_com_liferay_asset_publisher_web_portlet_AssetPublisherPortlet_INSTANCE_1SRKHcCJJQ7E_cur%3D0%26p_r_p_resetCur%3Dfalse%26_com_liferay_asset_publisher_web_portlet_AssetPublisherPortlet_INSTANCE_1SRKHcCJJQ7E_assetEntryId%3D5292020
https://www.iss.it/comunicati-stampa1/-/asset_publisher/Cz8X9Kas2PGp/content/id/5286166?_com_liferay_asset_publisher_web_portlet_AssetPublisherPortlet_INSTANCE_Cz8X9Kas2PGp_redirect=https%3A%2F%2Fwww.iss.it%2Fcomunicati-stampa1%3Fp_p_id%3Dcom_liferay_asset_publisher_web_portlet_AssetPublisherPortlet_INSTANCE_Cz8X9Kas2PGp%26p_p_lifecycle%3D0%26p_p_state%3Dnormal%26p_p_mode%3Dview%26_com_liferay_asset_publisher_web_portlet_AssetPublisherPortlet_INSTANCE_Cz8X9Kas2PGp_cur%3D0%26p_r_p_resetCur%3Dfalse%26_com_liferay_asset_publisher_web_portlet_AssetPublisherPortlet_INSTANCE_Cz8X9Kas2PGp_assetEntryId%3D5286166
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https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMc2001468
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