Anno nuovo... nuova pandemia?

Ormai ne parlano pure i sassi: in Cina è comparso un nuovo virus e molti sono già in allarme.
Ma c'è davvero da preoccuparsi?
Analizziamo la situazione.

A quanto sembra emergere dalle ricostruzioni fatte finora, a dicembre, nella città cinese di Wuhan in ospedale si presenta una persona con classici sintomi influenzali: febbre alta, dolore alle meningi e una sindrome respiratoria acuta caratterizzata da tosse persistente e resistente ai classici calmanti. A seguito del ricovero al paziente viene identificata l'infezione da un virus sconosciuto.
Nei giorni a seguire sempre nella stessa città altre persone si presentano con lo stesso quadro clinico e lo stesso virus ignoto. Le autorità cinesi -ormai nel loro ahimè consueto silenzio- fanno partire quindi le indagini interne.
Nel giro di poco tempo il virus viene identificato come un nuovo coronavirus quando ormai i casi accertati sono decine.
Solo a questo punto (probabilmente memori di quanto successo 18 anni prima con la SARS) diffondono la notizia a livello internazionale e il 9 gennaio Nature pubblica un breve articolo che descrive in modo generale le informazioni disponibili.
Un altro articolo datato 22/12 sempre su Nature ricostruisce altri dettagli della vicenda: è l'8 dicembre quando il primo caso viene ricoverato ad Wuhan, ma sarà solo il 31 che l'ufficio cinese della Organizzazione Mondiale della Sanità verrà informato di una nuova infezione sconosciuta che si sta diffondendo in quell'area. Nella stessa data le autorità cinesi identificano la probabile area di origine dell'infezione: si tratterebbe di un mercato di animali (vivi e morti) a scopo alimentare, mercato che viene chiuso il primo di gennaio.
Le indagini per trovare il patogeno quindi corrono e si arriva al sette, dove si identifica la causa certa della malattia: si tratta di un coronavirus (parente della già citata SARS ma anche della meno nota ma più mortale MERS). A questa data il virus ha contagiato probabilmente più di 60 persone (il bollettino del 5 gennaio parlava di 59 persone infette dal virus sconosciuto) e diffuso in tutto l'area di metropolitana di Wuhan.

Vanno già considerate delle cose riguardo però la percezione pubblica di questi numeri: Wuhan è una città che per gli standard a cui siamo abituati è enorme; si tratta di un'area metropolitana con più di 11 milioni di abitanti con un aeroporto internazionale, treni, metropolitane e quant'altro abituate ad un traffico di persone che raduna in sé lo stesso numero di persone delle prime 15 città italiane. Per Wuhan 60 persone sono meno di 1 caso ogni 160000 abitanti. Cifre per nulla allarmanti a quel momento se consideriamo anche il contesto: si trattava al momento ancora di una infezione di tipo zoonotica (cioè trasmissibile da animale a uomo) e in Cina il trasporto e il commercio di animali (anche vivi) di vario genere a scopo alimentare è meno regolamentato e più tollerato anche in mezzi pubblici rispetto a molte aree del mondo, soprattutto occidentali.
A preoccupare gli esperti sono tuttavia altri aspetti. Il primo fra tutti è la tipologia di virus: i coronavirus sono virus molto diffusi nel regno animale ed, anche se nella maggioranza dei casi causano solo sindromi parainfluenzali con un decorso facile, hanno in passato dimostrato di poter fare il cosiddetto salto di specie e diventare virus a trasmissione uomo-uomo assumendo anche contesti di morbilità e mortalità rilevanti.
La cosa avviene anche in questa occasione: il 20 gennaio viene infatti annunciata la capacità del virus di trasmettersi da persona a persona. A questo punto i casi accertati sono 282, di cui 4 al di fuori della Cina (a dimostrazione che i virus sanno viaggiare bene) e 6 morti attribuibili alla malattia (tutti nella città di Wuhan).

Ma andiamo per gradi.


Cos'è un coronavirus?


I coronavirus appartengono ad una famiglia, detta appunto Coronaviridae, caratterizzata da un genoma ad RNA a singolo filamento (l’RNA -acido ribonucleico- è una versione “similare” del DNA che assolve allo scopo di codificare le informazioni genetiche).
I coronavirus, come richiama il nome, si chiamano così perché osservati al microscopio appaiono come circondati da una sorta di "corona" a punte. Le punte si chiamano peplomeri e sono costituite da proteine che consentono ai virus di attaccarsi alle cellule e, attraverso vari meccanismi, di entrarci per potersi riprodurre. All'interno si recano verso il reticolo endoplasmatico rugoso e l'apparato del Golgi (strutture cellulari adibite alla produzione delle proteine) e si riprodurranno fuoriuscendo dalla cellula per diffondersi ulteriormente.
I peplomeri sono importanti non solamente per l'infezione, ma anche per i sintomi che causano. Sono infatti loro ad essere riconosciuti dal sistema immunitario e scatenare una risposta, detta di tipo neutralizzante, che provoca i classici segni influenzali (febbre, tosse, malditesta, dolori articolari). A seconda del tipo di virus poi, può avere una preferenza di organo colpito, anche se nella stragrande maggioranza delle volte predilige l'apparato respiratorio.


Da dove viene?


Un articolo scientifico già pubblicato (a dimostrazione che quando si hanno i dati la ricerca è molto veloce) ha indicato come probabile vettore primario delle specie di serpenti asiatici (probabilmente il cobra e il bungaro cinesi) vendute a scopi alimentari.
I serpenti è probabile che abbiano preso il virus da dei pipistrelli (serbatoi naturali di altri coronavirus come quello della SARS così per dire eh...).
Si tratterebbe quindi di un doppio salto di specie (cioè la capacità di muoversi tra più specie animali): pipistrello->serpente->uomo. Ed ora il virus può fare anche la trasmissione da uomo ad uomo.

C'è da preoccuparsi? Perché sì e perché no.
Vediamo intanto i "perché no".
Il virus sembra essere meno mortale dei suoi "cugini" più noti: SARS e MERS. Se questi ultimi avevano un tasso di mortalità del 10-15% e del 25-30% rispettivamente, questo nuovo virus, chiamato al momento 2019-nCoV, sembra attestarsi a circa il 3%.
Inoltre, a differenza di quanto accaduto con la SARS, la Cina si resa subito più disponibile a condividere bollettini e dati. La condivisione di campioni e dati è fondamentale in questi casi: solo così l'intera comunità scientifica globale può lavorare in modo sinergico per cercare di contrastare in modo efficace la diffusione della malattia e trovare delle soluzioni.
A questo proposito è già stato sequenziato il genoma del virus. Avere il genoma del virus è importantissimo: permette ai ricercatori di individuare le sequenze responsabili di una maggior virulenza e monitorarne eventuali mutazioni. In più, attraverso il genoma, si possono mettere a punto, come è già stato fatto, test specifici per individuare con certezza la presenza del virus in un eventuale caso sospetto.
Veniamo ora ai "perché sì".
I coronavirus, a causa di una struttura genetica relativamente fragile, possono mutare velocemente (ma conoscere il genoma ci aiuta a monitorare eventuali cambiamenti) e renderli quindi abbastanza imprevedibili.
Il virus si sta diffondendo molto rapidamente con i casi certificati che sono quasi raddoppiati dal 22 al 23 gennaio. Inoltre la probabile trasmissione aerea e i sintomi confondibili con una normale influenza rendono difficile stabilire una cifra esatto di contagi. Un recente modello matematico ha stimato (usando parametri come lo spostamento e la capacità di trasmissione dimostrata) migliaia di persone contagiate a fronte delle 581 dimostrate dall'OMS.

A supporto di questa tesi va anche la rapida diffusione al di fuori del territorio cinese e ora anche asiatico col primo caso trovato in USA.
A complicare di più le cose domani, sabato 25 gennaio, inizia il capodanno cinese con migliaia di voli da e per la Cina, con possibili nuovi infetti che potrebbero partire o andare in quelle zone e ritornare con il virus in corpo. A fronte di questo le autorità cinesi hanno messo in una "quasi quarantena" l'intera città di Wuhan, dove si concentra la maggioranza dei casi: vietati voli internazionali in entrata ed uscita, cittadini che devono girare con le mascherine e controlli della temperatura all'entrata di strutture pubbliche.
Situazione vaccino: come per tutti i coronavirus non esiste un vaccino realmente efficace, non vuol dire che la comunità scientifica non ci stia lavorando, ma al momento non è da sperarci in breve termine come arma di prevenzione.


Ed ora?


La situazione è ben monitorata dai vari organi preposti (OMS, CDC americana, ECDC europa, Ministero della Salute...). Il monitoraggio, lo screening e l'isolamento di potenziali infetti sono la miglior arma che abbiamo in questo momento.
Nessun allarmismo: al momento la situazione è tranquilla e la mortalità bassa. Sui 17 casi letali la maggioranza era associata ad altre malattie pregresse.
A livello mediatico è facile pompare su una nuova malattia (soprattutto se esotica), ma per la normale influenza stagionale solo in Italia sono già morte 5 persone e non vedo un allarmismo per questo motivo -e non deve essercene!

Prima di andare in ospedale credendo di avere "il nuovo virus cinese" ragionate sui vostri contatti: avete recentemente viaggiato in Cina o paesi asiatici? Siete stati a contatto con popolazione cinese ritornata dalla Cina nell'ultimo mese? Avete avuto contatti con animali, rettili o mammiferi in primis, vivi o morti provenienti dal mercato cinese e che non hanno avuto adeguati controlli sanitari? Se la risposta a queste domande è no:la vostra febbre o tosse sarà dovuta ai normalissimi mali di stagione.

Nessuna isteria quindi, ma "stay tuned" che la situazione è in continua evoluzione e in casi di grossi aggiornamenti vi terrò aggiornato.

FONTI:
who.int/westernpacific/emergencies/novel-coronavirus
https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/situation-reports
http://en.nhc.gov.cn/2020-01/23/c_76004.htm
https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/summary.html
https://www.ecdc.europa.eu/en/novel-coronavirus-china
http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4015
nature.com/articles/d41586-020-00129-x?utm_source=fbk_nnc&utm_medium=social&utm_campaign=naturenews&fbclid=IwAR2T3vwt3rG8gyOLj04ENXJ9vrXE7uFlNPQqn_8LIlBCgjVSpqXfptb8EoI
https://www.nature.com/articles/d41586-020-00020-9
https://www.nature.com/articles/d41586-020-00129-x?utm_source=fbk_nnc&utm_medium=social&utm_campaign=naturenews&fbclid=IwAR2T3vwt3rG8gyOLj04ENXJ9vrXE7uFlNPQqn_8LIlBCgjVSpqXfptb8EoI
https://www.nature.com/articles/s41564-020-0670-8
https://www.nature.com/articles/d41586-020-00166-6
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/jmv.25682
https://www.livescience.com/new-coronavirus-origin-snakes.html
https://www.livescience.com/new-china-coronavirus-faq.html
https://www.corriere.it/cronache/20_gennaio_23/cina-isolata-wuhan-citta-focolaio-il-virus-puo-mutare-ancora-morti-036af6b2-3dab-11ea-a1df-03cb566fb1c9.shtml 
https://www.sciencealert.com/snakes-are-the-likely-source-of-china-s-deadly-coronavirus-here-s-why
https://www.washingtonpost.com/world/asia_pacific/nine-dead-as-chinese-coronavirus-spreads-despite-efforts-to-contain-it/2020/01/22/1eaade72-3c6d-11ea-afe2-090eb37b60b1_story.html
https://www.epicentro.iss.it/influenza/flunews#casi
http://www.imperial.ac.uk/mrc-global-infectious-disease-analysis/news--wuhan-coronavirus/
https://www.nytimes.com/2020/01/23/world/asia/china-coronavirus.html
https://edition.cnn.com/asia/live-news/coronavirus-outbreak-intl-hnk/index.html
https://www.ilpost.it/2020/01/23/nuovo-coronavirus-cina-wuhan-rischi/
https://www.ilpost.it/2020/01/21/nuovo-coronavirus-cina-2019-ncov/
http://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioFaqMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=228

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