Post

Visualizzazione dei post da 2017

16 risposte a 16 domande

Immagine
Sta girando nei social questo post di Paolo Bernini (lascerò stare i post successivi che sono di puro debunking e quindi non di mia competenza) che pone 16 domande riguardo alla sperimentazione animale. Seppur rivolte a Telethon cercherò di rispondere una ad una per dare una informazione completa ai miei lettori. 1) La validazione di cui parla l'on. Bernini è quella riservata ai metodi alterativi e che viene effettuata dal  EURL ECVAM . I metodi che invece prevedono l'uso degli animali non prevedono tale validazione. La validazione dei metodi animali è di fatto impossibile, infatti non esiste UN solo metodo animale e il loro uso è talmente variegato che il protocollo sperimentale viene "validato" volta per volta a seconda dell'esperimento fatto. Il modello animale non viene validato, ma assume validità a seconda di tre parametri : validità di forma, validità predittiva e validità di costrutto; questi tre parametri sono verificati ogni volta che si program

Fabbricanti di organi?

Immagine
Nasce la prima fabbrica di organi : così titolava la Repubblica qualche giorno fa. Sono quindi andato a recuperare il lavoro originale di Takanori Takebe e staff della Yokohama City University (Giappone) pubblicato sulla rivista CellReprorts. Cercherò di essere meno tecnico possibile ma purtroppo probabilmente alcuni tecnicismi mi sfuggiranno... se non capite qualcosa ponete pure domande qui sotto. Il corpo umano contiene centinaia di cellule specializzate a fare ognuna compiti ben precisi e queste cellule poi si organizzo in tessuti e organi. Alcune cellule (come ad esempio quelle dei vasi sanguigni) sono presenti praticamente in ogni organo mentre altre sono tipiche solo di un tessuto o organo. Senza troppo entrare nei dettagli sappiate che più una cellula è differenziata più fa fatica a moltiplicarsi e riprodursi; per farlo deve tornare ad uno "stato embrionale" o -tecnicamente parlando- mesenchimale/staminale. Le cellule staminali quindi rappresentano

Uomini e influenza.. una storia vera

Immagine
Non è vero che gli uomini esagerano con l'influenza ... e finalmente lo dice anche la scienza! "Man flu" (letteralmente influenza maschile) è questo il termine usato dal ricercatore Kyle Sue della Memorial University of Newfoundland del Canada per descrivere la condizione dell'uomo durante l'influenza. La ricerca , pubblicata sulla tradizionale edizione natalizia della rivista Bmj dedicata alle ricerche strane, analizza la risposta all'influenza e le diversità di genere fra maschi e femmine ai sintomi influenzali guardando sia studi su animali (topi) che analisi su umani effettuati in anni passati. Divertente è una delle frasi iniziali dell'articolo: traduco "[...] nessuna revisione scientifica ha esaminato se il termine "influenza maschile" sia stato definito in modo appropriato o solo un termine peggiorativo radicatosi senza basi scientifiche. Stanco di essere accusato di reagire in modo eccessivo, ho cercato le prove disponibili p

Il mistero dell'astice dalla chela di Pepsi

Immagine
Ha fatto il giro del mondo l'immagine dell'astice "tatuata" con la Pepsi sulla chela. Come ha fatto a finire quella immagine sulla chela dell'astice? Nonostante ormai sia dimostrato come i coloranti possano passare e depositarsi in tessuti biologici pare impossibile che quello sia un trasferimento diretto di colore da un residuo di plastica: l'immagine è infatti troppo definita su un'area relativamente grande di chela, improbabile anche che si tratti di un "appiccicamento", la cosa più probabile è che l'immagine si sia inglobata nel tessuto. Avete presente quei tronchi (come questo di Dublino ) che crescendo inglobano cose? Ecco potrebbe essere un fenomeno simile: crescendo l'astice -probabilmente durante la muta- ha incorporato fra il tessuto della chela (la chitina e calcare) un pezzo di plastica, metallo o tessuto contenente l'immagine stampata. Ovviamente non ci sono certezze e tutte le ipotesi rimangono plausibili. Se le

Lavorare per migliorare per voi: un master alla scoperta di come superare la comunicazione 2.0

Immagine
Sabato ho iniziato il Master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza . Ho iniziato questo master per poter migliorare le mie capacità, convinto che riuscire ad aumentare le mie "skills" in comunicazione sia utile per offrire a voi -prima che a me- un miglior servizio e poter comunicare meglio ciò che ritengo importante. Siamo una quarantina di persone con profili più vari, la maggioranza laureate in materie scientifiche -da geologia a medicina; da fisica a biotecnologie- ma anche altri profili come giornalisti, insegnanti e profili aziendali vari. Naturalmente a tutti appassiona la comunicazione scientifica, chi più "istituzionale" -quindi comunicare scoperte scientifiche per enti o ditte- chi più "giornalistica" -quindi per giornali spiegando ciò che la scienza offre- chi più "divulgativa" -quindi comunicando in termini più ampi la scienza in base alle proprie competenze e passioni-; questa varietà di provenienze e di

Ancora crispr... o forse no

Immagine
È ormai di una settimana fa la notizia del primo paziente su cui si è tentata una modifica del DNA umano in vivo. Si potrebbe pensare subito all'ennesimo e innovativo uso di CRISPR (ne ho parlato  qui ) e invece parliamo di una vecchia conoscenza: le  dita di zinco . No, non sono così Ma sono così -e non fate battute- Le " z-finger " sono una vecchia -probabilmente la prima tecnica- conoscenza dell'editing genomico. Sono proteine scoperte negli anni '90 dove u n atomo di zinco tiene assieme 2 amminoacidi (cisteina e 2 istidine per la precisione) facendo sì che la catena peptidica fra questi assuma una forma protrusa capace di "intrufolarsi" nei solchi maggiori della doppia elica del DNA e riconoscere sequenze abbastanza determinate. Basta così cambiare la punta di questo "dito" che si è creato per andare a "beccare" un punto preciso di una certa sequenza genica. A questo punto altri fattori possono intervenire