Scienza in una pinta... una pinta di scienza
Per la serie di brevi post belli, oggi vi parlerò di un evento a cui ho partecipato martedì e mercoledì 16/05 e 17/05.... l'evento si chiama Pint of Science... una pinta di scienza appunto.
L'evento si svolge in pub o locali di varie città in vari paesi del mondo (quest'anno in Italia sono state coinvolte 18 città) e consiste in una serie di talk/conferenze informali su argomenti in temi scientifici. Io quest'anno ho assistito a due conferenze di due relatori uno che parlava del ruolo della riparazione del DNA nello sviluppo e nella cura dei tumori ed uno che invece parlava di neuroscienze con focus particolare sulla sclerosi multipla; ma in altri pub si parlava di astronomia, fisica, chimica....
Ma come nasce questa iniziativa? Tutto ebbe inizio nel 2012 quando un gruppo di ricercatori inglesi che lavora sull'Alzheimer decise di fare una giornata per visitare i laboratori e spiegare le loro ricerche; quasi sicuramente tutto ciò era fatto per attirare colleghi per collaborazioni e cercare finanziamenti, ma si trovarono molte richieste di semplici cittadini che volevano partecipare. Quel fatto lì spinse a domandarsi "Se la gente vuole venire a vedere la scienza, perché non portare da loro la scienza?", una sorta di "Se Maometto vuole andare dalla montagna perché non portare la montagna da Maometto?", e quale posto migliore in Inghilterra per attirare la gente se non un pub dove sentire quello che hanno da dire gli scienziati mentre si beve una birra? Ecco che nasce "Pint of Science" e da subito è un successo tanto che in 5 anni si è espansa in 11 Nazioni (Dal Brasile al Giappone, dalla Thailandia all'Irlanda). Uniche regole: scegliere fra vari temi (proposti da una commissione secondo varie richieste), svolgerlo in un locale e farlo nelle stesse date in tutto il mondo.
L'iniziativa mi è piaciuta molto e credo che se la scienza imparasse di più a "scendere" per strada e bersi una birra (che non era obbligatoria,andava bene anche una coca o un succo...) ne trarrebbero vantaggi tutti dagli scienziati (che potrebbero imparare a comunicare di più e, scopo non ultimo, pubblicizzarsi e attirare a sé fondi) a chi di scienza è profano (per imparare qualcosa di nuovo e/o diventare meno ostile alla scienza e vederla con occhi diversi).
Quindi che dire...
L'evento si svolge in pub o locali di varie città in vari paesi del mondo (quest'anno in Italia sono state coinvolte 18 città) e consiste in una serie di talk/conferenze informali su argomenti in temi scientifici. Io quest'anno ho assistito a due conferenze di due relatori uno che parlava del ruolo della riparazione del DNA nello sviluppo e nella cura dei tumori ed uno che invece parlava di neuroscienze con focus particolare sulla sclerosi multipla; ma in altri pub si parlava di astronomia, fisica, chimica....
Ma come nasce questa iniziativa? Tutto ebbe inizio nel 2012 quando un gruppo di ricercatori inglesi che lavora sull'Alzheimer decise di fare una giornata per visitare i laboratori e spiegare le loro ricerche; quasi sicuramente tutto ciò era fatto per attirare colleghi per collaborazioni e cercare finanziamenti, ma si trovarono molte richieste di semplici cittadini che volevano partecipare. Quel fatto lì spinse a domandarsi "Se la gente vuole venire a vedere la scienza, perché non portare da loro la scienza?", una sorta di "Se Maometto vuole andare dalla montagna perché non portare la montagna da Maometto?", e quale posto migliore in Inghilterra per attirare la gente se non un pub dove sentire quello che hanno da dire gli scienziati mentre si beve una birra? Ecco che nasce "Pint of Science" e da subito è un successo tanto che in 5 anni si è espansa in 11 Nazioni (Dal Brasile al Giappone, dalla Thailandia all'Irlanda). Uniche regole: scegliere fra vari temi (proposti da una commissione secondo varie richieste), svolgerlo in un locale e farlo nelle stesse date in tutto il mondo.
L'iniziativa mi è piaciuta molto e credo che se la scienza imparasse di più a "scendere" per strada e bersi una birra (che non era obbligatoria,andava bene anche una coca o un succo...) ne trarrebbero vantaggi tutti dagli scienziati (che potrebbero imparare a comunicare di più e, scopo non ultimo, pubblicizzarsi e attirare a sé fondi) a chi di scienza è profano (per imparare qualcosa di nuovo e/o diventare meno ostile alla scienza e vederla con occhi diversi).
Quindi che dire...
Commenti
Posta un commento