Telefonini e tumori

Bentornati e benvenuti
Molti di voi avranno sentito la notizia dove un giudice di Ivrea ha obbligato l'Inail a fornire la rendita a vita per un tumore (più precisamente un neurinoma) giudicato indotto dall'uso eccessivo del cellulare.
Pochi giorni dopo anche il tribunale di Firenze ha riconosciuto un nesso tra l’uso del cellulare e lo sviluppo di un tumore, riconoscendo ad un altro lavoratore colpito da un neurinoma (un tumore raro generalmente benigno, anche se può essere invalidante) l’invalidità per malattia professionale.
Non è la prima volta che viene riconosciuto un simile legame: una sentenza analoga è stata emessa dalla Corte di Appello di Brescia, nel 2009, e confermata in cassazione nel 2012.
Ma il cellulare è davvero responsabile del tumore?

Facciamo chiarezza.


Innanzitutto va sottolineato che la giustizia non fa scienza: una sentenza di tribunale (pur quanto rispettabile sia) non è un riconoscimento scientifico: le sentenze si emettono in base a leggi, rapporti, valutazioni che non sempre rispettano i canoni della scientificità, ma che rappresentano spesso mediazioni fra scienza, principi cautelativi, volere della società e, non ultimo, volere politico. I giudici quindi non rispondo a domande scientifiche, ma rispondono al fatto se una persona ha o non ha determinati diritti. Dopo le sentenze non ci sono elementi in più per valutare l'esistenza di un rapporto causa-effetto tra cellulari e  tumori.


Ma cosa dice la scienza sull'uso dei telefonini?


Nel 2013 la IARC (International agency for research on cancer) si è espressa in un documento e ha classificato le onde radio dei telefonini come "possibili cancerogeni", cioè la categoria 2b.

La definizione di categoria 2B è: agente possibilmente cancerogeno per l’uomo; limitata (o inadeguata) evidenza di cancerogenicità sugli umani e men che sufficiente sugli esperimenti condotti su animali.
Le categoria IARC sono 4:
1: sicuri cancerogeni nell'uomo; di questa categoria fanno parte il fumo di sigaretta, la radioattività, molte sostanze chimiche, ma anche i raggi solari, alchol e, recentemente, la carne rossa lavorata.
2A: probabili cancerogeni nell'uomo; ci sono evidenze di aumento in animali da laboratorio e studi epidemiologici mostrano che determinati livelli di esposizione fanno aumentare i rischi di determinati tumori negli uomini. In questa classe è state recentemente messa la carne rossa, ma anche i prodotti della frittura
2B: possibili cancerogeni; sostanze per cui ci sono risultanti contrastanti fra i vari studi o studi limitati. Fanno parte di questa categoria moltissimi farmaci, le suddette radiazioni da cellulare, ma anche l'esposizione lavorativa alla pulitura a secco.
3: non classificabili; mancano gli studi o gli studi non mostrano mai risultati significativi. In sostanza tutte le sostanze per cui non si è mai visto un aumento dei tumori nei soggetti esposti rispetto ai non esposti. Di questa categoria (che comprende 505 sostanze) fanno parte la caffeina e quasi tutti i composti del succo di limone e quasi tutto quello con cui abbiamo a che fare quotidianamente
4: probabili non cancerogeni. Sono le sostanze in cui in studi su animali si è visto che il numero di tumori è uguale o minore rispetto ai soggetti non esposti. Di questa categoria attualmente fa parte solo una sostanza industriale: un precursore del nylon.

Tornando ai cellulari, nel suo documento di 480 pagine la IARC analizza più di 100 studi sull'uso dei cellulari e lo sviluppo dei tumori trovando solo una debole correlazione con l'aumento del neurinoma acustico (quello delle ultime due sentenze) e del glioma. Entrambe tumori rari e dalla eziopatogenesi poco conosciuta.

Di tutti gli studi solo due ( link1  e link2) mostrano mostrano effetti significativi anche non sempre in linea fra di loro, mentre gli altri indicano effetti contrastanti e/o lasciano spazio a concause. 
Il resto degli studi in vitro non mostrano in generale effetti, se non a potenze molto elevate, e sono solamente in grado di produrre un riscaldamento apprezzabile dei tessuti. Metà degli studi sono inoltre stati scartati perché di bassa qualità. Gli studi di qualità sufficiente e con potenze minori, non in grado di produrre riscaldamento, in genere non mostrano effetti.
Altri studi rilevano leggeri aumenti della permeabilità della barriera ematoencefalica e variazioni della espressione genica (cose tra l'altro evidenziate da altri studi sul semplice riscaldamento dei tessuti); comunque anche questi studi non sono sempre omogenei fra di loro e non si conosce in che modo queste variazioni potrebbero influire sullo sviluppo di un tumore.
Una review del 2009 che ha analizzato tutti i lavori pubblicati conclude che “gli studi finora pubblicati non mostrano un aumento del rischio a 10 anni di uso (del cellulare) per nessun tumore cerebrale o altri tumori alla testa”. Tuttavia rimane aperto sulla possibilità di tumori a crescita più lenta, come il neurinoma, per cui servono ulteriori studi. L’OMS ha lanciato un progetto di studio comprensivo (Interphone) sul possibile legame tra uso del cellulare e tumori cerebrali.
Le conclusioni dello studio relative al neurinoma sono state pubblicate nel 2011, e analizzano in totale 1105 persone affette da neurinoma. Si nota un aumento del rischio per chi usa il cellulare più di 4 ore al giorno, ma non per chi lo usa di meno e, in particolare per chi lo usa tra 3 e 4 ore al giorno, il rischio relativo è minore di 1 (quindi protettivo). Questo fatto quindi lascia comunque aperte domande. Complessivamente non si vede un aumento del rischio con l’uso o una tendenza dei tumori a comparire dal lato in cui si è usato il cellulare. I risultati sono consistenti tra i vari studi, condotti da 18 gruppi indipendenti.

Cosa possiamo quindi concludere dalle ricerche internazionali sul cancro?

In via prudenziale è possibile che il cellulare sia correlato alla insorgenza di due tumori cerebrali rari, ma improbabile un rapporto causa-effetto stringente. 
Va sottolineato come la valutazione dell'IARC si riferisca solo al collegamento tra uso intenso del cellulare e alcuni tumori cerebrali, in pratica solo il glioma e il neurinoma. Sono esclusi gli effetti dovuti a wireless, wifi, ripetitori, bluetooth, e anche l’uso normale del cellulare, e tutti i tumori differenti da quelli esplicitamente indicati, per cui non è stata trovata nessuna indicazione di cancerogenicità.
Come per tutte le valutazioni IARC, l'inserimento in una categoria non indica il "potenziale", cioè non indica né la quantità di esposizione necessaria né l'aumento effettivo (quindi la percentuale) dei tumori valutati: è solo una valutazione sulla concordanza degli studi. Una valutazione di “possibile cancerogeno” è quindi molto debole. Non indica quanto questa possibilità sia probabile, ma nelle conclusioni del rapporto IARC si indica chiaramente che queste sono basse.
In altre schede monografiche dell'OMS vengono indicate a scopo cautelativo misure come l'uso degli auricolari, il vivavoce e il tenere, ogni qualvolta sia possibile, il cellulare distante dal corpo (esempio appoggiato sul tavolo o sulla scrivania e non in tasca).
Dopo il 2011 comunque gli studi sono continuati, ma la situazione non è cambiata sostanzialmente. Un rapporto preliminare del 2016 ha mostrato, in topi, deboli effetti (tra cui lo sviluppo dei tumori) sulla salute riguardo l'esposizione alle onde elettromagnetiche dei cellulari, tuttavia non si rileva un rapporto preciso con la potenza e la durata dell'esposizione e sono necessarie ulteriori verifiche statistiche per trarre conclusioni. Gli ultimi studi datati 2017 (1, 2, 3, 4) continuano a dare risultati contrastanti tra chi afferma che le onde dei cellulari causino aumento di glioma e chi no. Quindi, anche se è certamente vero che sia possibile un collegamento tra un uso molto intenso del cellulare e sviluppo di tumore, risulta difficile sostenere un livello di probabilità ragionevole, forse potrebbe essere solo una concausa.

Ma allora su cosa si è basata la decisione del giudice? Qualche indicazione la si può avere leggendo il sito aperto dallo studio legale, in cui gli avvocati hanno raccolto la documentazione scientifica  e la relazione del CTU su cui si sono basati, dove si citano solamente il comunicato stampa IARC, ed i risultati preliminari, citati sopra, dello studio del 2016 sui topi da laboratorio. La relazione del consulente tecnico d'ufficio sostiene che gli studi negativi siano viziati da errori metodologici o da conflitti d'interesse. In effetti ci sono studi epidemiologici che mostrano risultati debolmente significativi, con rischi relativi (probabilità di contrarre un tumore rispetto alla popolazione non esposta) che variano in modo irregolare con l’entità di esposizione e che possono essere sia protettivi (rischio minore negli esposti) che dannosi (rischio maggiore).

Dettagli maggiori sono presenti nella relazione del CTU (consulente tecnico d’ufficio) del processo di Ivrea. In questa relazione si sostiene che tutti gli studi negativi (quelli che non trovano aumenti del rischio) siano viziati da errori metodologici, o da conflitti di interessi degli autori. Effettivamente molti studi epidemiologici mostrano risultati, qualche volta in modo debole, con rischi (probabilità di contrarre un tumore rispetto alla popolazione non esposta) che variano in modo irregolare con l’entità di esposizione e che possono indicare sia rischi minore negli esposti che rischi maggiori. Questo è probabilmente un’indicazione di effetti spuri che non sono stati capiti (e corretti), ma allora perché scartare solo gli studi che mostrano una diminuzione del rischio, e tenere come validi quelli che ne mostrano un incremento?
Un articolo divulgativo, firmato tra gli altri dal CTU e dal perito di parte, riprende queste critiche, in particolare il conflitto d'interesse negli studi Interphone, tuttavia non analizza le precauzioni prese dallo stesso progetto per evitare la manipolazione dei dati da parte delle compagnie telefoniche, risulta quindi difficile sostenere la presenza di conflitti d'interesse in tutti i 18 studi del progetto e nelle conclusioni date dalla comunità scientifica di riferimento. Il rischio di accuse di questo tipo è quello di finire per scegliere solo i lavori scientifici che confermano le proprie tesi, bollando tutto il resto di parzialità o invalidità.

In conclusione la scienza non ha dimostrato quanto dice il tribunale d'Ivrea e, a mio avviso, la class action annunciata è eccessiva. Come sempre credo, la scienza dovrebbe entrare un po' di più nei tribunali; ma questa è una mia opinione.


Altri effetti sulla salute sono stati documentati e risultano più certi sull'uso eccessivo del cellulare (soprattutto nelle fasce più giovani) come disturbi del sonno, accentuazione di disturbi psico-sociali (fonte) e anche l'uso in gravidanza si sta studiando, in relazione a disturbi dell'attenzione (fonte), più vecchi (2015 l'ultimo) riguardano invece la qualità degli spermi maschili.


Insomma, limitare l'uso dei cellulari (soprattutto nelle fasce giovani) e semplici norme precauzionali (staccarsi un po' dal cellulare e usare gli auricolari) risultano, in un'ultima analisi, di buon senso e ci consentono di evitare possibili rischi fino ad ora poco dimostrati.


Fonti:

http://www.queryonline.it/2017/05/06/cellulari-e-tumori-esiste-un-legame/
http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/04/20/news/ivrea_tumore_al_cervello_per_uso_eccessivo_del_telefonino_inail_condannata_a_pagare_e_la_prima_volta-163447227/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1
http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2017/04/20/news/tumore_al_cervello_per_uso_eccessivo_cellulare_l_esperto_precauzioni_per_usarlo_in_modo_sicuro_-163451811/
http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2017/04/21/news/ma_la_scienza_resta_divisa_il_rischio_non_e_dimostrato_-163541817/?ref=search
http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/17_aprile_20/telefoni-cellulari-tumori-cervello-vent-anni-studi-poche-certezze-d1578d4e-25b0-11e7-83cc-292021888e47.shtml
http://www.ilgiornale.it/news/politica/nessuno-scienziato-ha-mai-dimostrato-nesso-cellulari-cancro-1388164.html
http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/cuoridenari/extra/telefoni-cellulari-tumori-cervello-124525-gSLAJwKEIC
http://www.repubblica.it/salute/2017/04/25/news/codacons_class_action_contro_inail_apple_e_samsung_per_danni_cellulare-163864304/?ref=search
http://www.disinformazione.it/cellulari_tumori.htm
https://www.facebook.com/noidiminerva/posts/642971589230551:0
http://www.meteoweb.eu/2017/04/correlazione-tra-cellulari-e-tumori-remuzzi-la-conoscenza-scientifica-va-avanti-a-velocita-vertiginosa-ma-la-legge-fatica-a-tenere-il-passo/890728/
http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol100D/mono100D-6.pdf
http://www.airc.it/media/prevenzione/pdf/classificationsgrouporder.pdf
http://www.epiprev.it/attualit%C3%A0/chi-usa-il-telefono-cellulare-%C3%A8-rischio
http://www.giustiziami.it/gm/wp-content/uploads/2017/04/Consulenza-Ivrea1.pdf
http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2016/05/27/news/cellulari_cancro_cervello_topi-140719212/?ref=search
http://biorxiv.org/content/biorxiv/early/2016/05/26/055699.full.pdf
http://www.who.int/peh-emf/publications/facts/fs193_Italian2012_finale.pdf?ua=1
https://ec.europa.eu/health/sites/health/files/scientific_committees/docs/citizens_emf_en.pdf
http://www.airc.it/cancro/disinformazione/campi-elettromagnetici/
http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_3_1_1.jsp?menu=dossier&p=dadossier&id=7
http://www.airc.it/cancro/disinformazione/cancerogeni-gruppo-1/
http://www.queryonline.it/2011/09/06/cellulari-e-tumori-lo-studio-interphone/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17297392
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15475713

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