Breve post bello: giornata mondiale della salute

Il 7 aprile si celebra la giornata mondiale della salute.


Universal health coverage: everyone, everywhere, ovvero copertura sanitaria universale per tutti e dovunque, è lo slogan di quest'anno. 
Infatti secondo i dati della organizzazione mondiale della sanità, almeno metà della popolazione mondiale non ha ancora una copertura completa dei servizi sanitari essenziali; circa 100 milioni di persone sono ancora spinte verso la "povertà estrema" (cioè vivono con meno di 1,90 dollari al giorno) perché devono pagare per l'assistenza sanitaria e oltre 800 milioni di persone (quasi il 12% della popolazione mondiale) hanno speso almeno il 10% del loro budget familiare per pagare l'assistenza sanitaria.
UHC non significa copertura gratuita per tutti i possibili interventi sanitari, indipendentemente dal costo, in quanto nessun paese può fornire tutti i servizi gratuitamente su base sostenibile.
Per servizi sanitari essenziali si intendono tutti quei servizi sanitari che affrontano le principali cause di malattia e morte: si trattano quindi di servizi salvavita (rianimazione, pronto soccorso d'emergenza), accesso ad adeguate strutture chirurgiche, personale medico preparato, disponibilità di antibiotici e vaccini solo per elencarne alcune.
La Universal Health Coverage o UHC, non riguarda solo i servizi di trattamento individuali, ma include anche servizi alla popolazione come campagne di salute pubblica, aggiunta di fluoro all'acqua, controllo dei siti di riproduzione delle zanzare (per la malaria) e così via.
L'OMS divide i 16 servizi sanitari essenziali in 4 categorie, come indicatori del livello e della equità della copertura nei paesi:
1) Salute riproduttiva, materna, neonatale e infantile:
  • pianificazione famigliare
  • assistenza prenatale e parto
  • immunizzazione completa del bambino
  • cura della polmonite.

2) Malattie infettive:
  • trattamento della tubercolosi
  • trattamento antiretrovirale HIV
  • uso di zanzariere trattate con insetticida per la prevenzione della malaria
  • servizi igienici adeguati.

3) Malattie non trasmissibili:

  • prevenzione e trattamento della pressione sanguigna elevata
  • prevenzione e trattamento del'iperglicemia
  • screening del cancro alla cervice uterina
  • diminuzione dell'uso e dell'esposizione al fumo del tabacco.

3) Capacità di servizio e accesso:

  • accesso di base all'ospedale
  • disponibilità del personale sanitario
  • accesso alle medicine essenziali
  • sicurezza sanitaria: rispetto delle norme sanitarie internazionali.

L'organizzazione mondiale della sanità (WHO) da anni lavora per cercare di avvicinarsi ad una UHC effettiva. La sfida sfiora l'impossibile: situazioni di povertà, guerre, distribuzione della popolazione e tanti altri fattori rendono di fatto impossibile raggiungere una copertura sanitaria universale. Tuttavia aumentare la copertura e lavorare perché sempre più persone abbiano accesso alla salute.

Ci sono vari modi per aumentare la qualità e l'accesso alla salute:
  • aumentare la disponibilità a servizi come acqua potabile, fognature, alimentazione sufficiente;
  • diminuire i costi diretti: dove il cittadino deve sborsare soldi di tasca sua per accedere alle cure essenziali, le classi più povere sono spesso tagliate fuori (e su questo dovremmo imparare a ringraziare ancora il nostro sistema sanitario nazionale, tra i più "universalistici" al mondo)
  • disponibilità e copertura territoriale di personale medico competente: in questo caso si tratta anche di fornire strutture scolastiche ed educative sufficienti e dove questo non è possibile cercare di sopperire con programmi internazionali
  • analisi, monitoraggio e capacità di affrontare crisi sanitarie (pensiamo ad Ebola)
  • analisi e diminuzione dell'inquinamento
  • adattare e riorientare i servizi sanitari ai contesti locali e alle aspettative delle popolazioni, non mancando comunque un'analisi e una educazione scientifica e non basata su credenze o superstizioni.  I servizi sanitari, compresi i servizi di medicina tradizionale e complementare, organizzati in base alle esigenze e alle aspettative delle persone e delle comunità, aiuteranno i cittadini a svolgere un ruolo più attivo nei loro sistemi sanitari (per fare esempi concreti si possono pensare a quei casi dove la popolazione è abituata a cure derivate da erbe o medicine naturali e cercare modi e sistemi di integrare quelle cure e abitudini alle medicine e cure moderne)
  • riorganizzazione e disponibilità di finanziamenti alla salute e alla ricerca sanitaria.
Sempre più ricerche, inoltre, puntano ad analizzare e puntare su un uso consapevole e responsabile di internet.
Già nel 2005 la WHO ha emesso una risoluzione per affrontare nel modo migliore la cosiddetta eHealth. La globalizzazione, la "portabilità" (smartphone e tablet) del'accesso alla rete e la sempre maggiore velocità di questa rendono più facile e diffusa l'abitudie di informarsi su internet, soprattutto fra gli adolescenti, con il rischio però di imbattersi in informazioni errate e fakenews. La diffusione di app per i nostri smartphone che riguardano l'alimentazione, l'attività fisica e la salute poi è sotto gli occhi di tutti. Questo campo di studi è relativamente nuovo (i risultati più "antichi" risalgono al 2008) e i risultati di studi nel campo si stanno iniziando a vedere solo ora (1, 2, 3, 4, 5 giusto per fare degli esempi) con risultati incoraggianti che tuttavia pongono anche in essere alcuni punti su cui focalizzarsi per sviluppare app sicure per le persone.

Insomma la salute non è solo una sana -è il caso di dirla- questione individuale, ma riguarda il globo intero e gli sforzi devono essere globali, dalla salvaguardia dell'ambiente ai finanziamenti, dalla formazione del personale alle crisi globali, dagli studi sociali all'uso consapevole di app e internet , la salute è una materia interdisciplinare tutti siamo chiamati a svolgere il nostro ruolo perché tutti abbiano diritto e accesso alla salute.

Universal health coverage: everyone, everywhere


FONTI


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