Democrazia e scienza: binomio impossibile?

"La scienza non è democratica" titolava mesi fa un noto medico "social" Roberto Burioni. È un tema complesso questo ed è assolutamente criticabile, ma una sola frase non può essere esplicativa.

Sintetizzo la diatriba che potrebbe nascere in un "tribunale" sulla frase di Burioni:



DIFESA

La scienza da anni adotta un sistema “evidence-based” cioè ogni affermazione, nuova teoria o ipotesi deve essere supportata da prove.
Qualunque affermazione non supportata rientra nell'ambito delle opinioni non supportate e quindi non rientra nel know-how scientifico e va presa, al massimo, come spunto di riflessione.
Cosa fare nel caso nel caso di dati contrastanti? Non c’è un protocollo specifico: si guarda se ci sono studi che analizzano cose simili e quanti sono (esempio tipico è l’alimentazione: dove semmai ci sono 10 studi che dicono che un alimento fa bene e 30 che fa male… bisogna leggerli prima), si guardano le bontà degli studi (come sono stati fatti? Seguono linee guida specifiche?), la valenza “statistica” (uno studio condotto su 1000 persone varrà molto di più che uno studio condotto su 10).

Per fare tutto questo (portare le prove e saperle valutare) bisogna essere esperti e il “popolo della strada” dovrebbe imparare a mettersi in disparte quando parlano gli esperti.
ACCUSA

Il tempo delle dittature, almeno si spera, è finito o è sulla via del tramonto in buona parte del mondo.
Non si possono più ascoltare voci dall'alto e il popolo muto che le deve accettare in silenzio.
Internet è libero e così è (o dovrebbe essere) l’informazione. L’accesso alla conoscenza è alla portata di tutti e non si può più nascondere la polvere sotto il tappeto.
Tutti hanno diritto, giustamente, di parlare.
La scienza non può fare proclami dall'alto delle torri d’avorio che si è costruita e se il popolino giù non capisce, dirgli “studia e sii come me per potermi parlare".
Tutti sanno leggere e hanno accesso alle info per potersi fare una propria opinione, non esiste più la Scienza con la S maiuscola, interessi economici e politici sono ovunque e fare i collegamenti è alla portata di ormai, quasi, tutti.

Non si può parlare solo fra “eletti” in stanze chiuse con linguaggi, troppo in codice sennò la gente tenderà a credere solo a chi parla direttamente a loro.


Qual'è la mia opinione?
Io credo che gli scienziati, i ricercatori e (passatemi il termine cinquecentesco) i "dotti" debbano scendere dalle loro torri d'avorio di conoscenza che si sono costruiti e comunicare le proprie conoscenze col pubblico nel modo migliore che riescono a fare. Non tutte le persone hanno il carisma dell'insegnamento e della spiegazione, ma tutti NON dobbiamo sentirci superiori e prendere chi non ha le nostre conoscenze un gradino sotto di noi. Non esiste una conoscenza sopra le altre esistono conoscenze diversificate: un laureato in ingegneria delle costruzioni potrà sapere come costruire un ponte, una casalinga di Voghera come togliere una macchia difficile, un biologo o un medico come agisce un farmaco.

Tuttavia scendere in strada non vuol dire parlare col "linguaggio della strada", ma scendere per "alzare il livello". Appiattire il linguaggio alla lunga porta con sé il rischio di abbassare anche il livello di conoscenze. Siamo in un'epoca dove tutti o quasi hanno facile accesso alle informazioni e, purtroppo, non è facile distinguere l'affidabile con l'inaffidabile e può succedere che si sia portati a credere a ciò che si desidera sentirsi dire in quel momento. Il ruolo di chi produce e ha in mano "l'evidenza delle prove" dovrebbe essere quello di, con umiltà e la giusta autorevolezza, guidar le persone a riconoscere ciò che è fuffa da ciò che non lo è.

Il problema è complesso e bisognerebbe invogliare le persone fin da bambini a fare le domande (quindi il problema riguarda anche scuola e politiche educative), contrastare chi diffonde bufale (leggi e politica), revisione della proprietà delle informazioni (accesso ai dati verificati da parte delle persone comuni con linguaggi comprensibili), comunicazione corretta (dire "è così perché è così e te lo dico io" non può funzionare) e avere tutti disponibilità all'ascolto e volontà di imparare e diffondee contemporaneamente le conoscenze.

Tutti però possiamo fare qualcosa per provare ad alzare il livello:
1) LEGGERE con ATTENZIONE. lo so che sembra strano, ma riscopriamo il valore dei libri e della lettura per la conoscenza, leggiamo gli chi scrive cosa, su tutti i libri c'è una breve descrizione dell'autore, frasi come "ricercatore indipendente" "critico del sistema con pensiero autonomo" o similari sono, spesso, da alert negativi. Non accontentiamoci di brevi post su facebook, senza fonti.
2) ALZARE IL LIVELLO: ognuno di noi può (nel suo piccolo) dedicare parte del suo tempo a riportare, scrivere, postare qualcosa di utile, meglio se riguarda ciò che sa (può essere economia domestica, gestione di un magazzino, medicina, coltivazione di piante d'appartamento....), meglio se allegando una fonte, un libro o una lettura che lo ha ispirato (basta il titolo e, sempre, scrivendo il perchè crede che quello che ha scritto sia valido

Quindi per favore basta stati tipo "+++quello che vi tengono nascosto+++" "foto di gattino" "animale sanguinante" "guardate questo video: certe volte gli animali sono meglio di noi umani" "condividete questa vergogna!" o similari ed ALZIAMO IL LIVELLO di quello che scriviamo.

Come al solito potete commentare con domande, osservazioni, suggerimenti e critiche quello che leggete

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