Sesso all'ibuprofene?

L'ibuprofene potrebbe danneggiare la fertilità maschile. Almeno questo dice La Repubblica seguito a ruota da Il Giornale e Il Corriere che prendono spunto da un articolo scientifico uscito su PNAS. I ricercatori sostengono che un uso in quantità di questo farmaco possa portare ad una condizione detta "ipogonadismo compensato". Vediamo assieme.



L'articolo si divide in tre parti: una su uomini e due in laboratorio, analizziamole.

Nella parte su volontari umani, i ricercatori hanno coinvolto 31 ragazzi (sani, senza problemi epatici o renali e senza traumi al ginocchio, non sportivi professionisti -unica attività giornaliera ammessa l'uso della bici come mezzo di trasporto-) tra i 18 e i 35 anni: a 14 di loro è stato chiesto di assumere  1200 mg al giorno (la dose massima indicata nel foglietto illustrativo dell’antinfiammatorio) per sei settimane, mentre ai restanti 17 è stato somministrato un placebo.
Dopo 2 settimane di assunzione ai partecipanti è stata fatta un intensa attività muscolare tramite stimolazione elettrica e poi hanno continuato ad assumere farmaco o placebo per altre 4 settimane. A queste persone sono stati fatti prelievi di sangue 21 giorni (quindi prima di iniziare il trattamento), 14 giorni (all'inizio del trattamento) e 1 giorno prima dell'esercizio fisico; dopo l'esercizio i prelievi sono stati fatti 2, 4 e 30 giorni. Lo scopo di questo trattamento era simulare gli effetti dell'ibuprofene pre e post sforzo fisico come accade a tanti atleti. La ricerca indica che il dosaggio d'ibuprofene aumenta il livello dell’ormone luteinizzante (che diminuisce la funzionalità delle gonadi e blocca il testosterone) in maniera graduale, ma evidente soprattutto dopo due settimane di assunzione.
Nella prima parte in laboratorio i ricercatori hanno preso dei testicoli da malati di tumore alla prostata ed esposto i testicoli a varie concentrazioni di ibuprofene. All'aumentare dei dosaggi si sono notate importanti modificazioni ormonali riguardo la produzione di testosterone e di due ormoni importanti nella produzione degli spermatozoi. Nella seconda parte in laboratorio i ricercatori invece hanno preso una linea cellulare (cioè cellule "immortali" generalmente ottenute da tumori) e si sono focalizzati su analisi genetiche; vedendo che molti geni coinvolti nella produzione di ormoni e nella fertilità sono inibiti o bloccati quando le cellule vengono esposte all'ibuprofene.

Non c'è da allarmarsi troppo comunque. I ricercatori sostengono che i loro dati non possono far supporre implicazioni sul lungo periodo: l'effetto -soprattutto da quanto sembra dalla prima parte in laboratorio- dipende dalla concentrazione di ibuprofene e quindi, col passare del tempo dopo aver smesso l'assunzione del farmaco, gli effetti dovrebbero scomparire. Inoltre studi simili, condotti con altri farmaci anti-infiammatori, hanno mostrato che gli effetti sulla fertilità sono transienti.
Tuttavia, nella pratica clinica, poco si sa degli effetti a lungo raggio dell'abuso di anti-infiammatori non steroidei e studi mirati, sostengono i ricercatori, andrebbero fatti. Altra domanda aperta riguarda l'uso di micro-dosaggi o bassi dosaggi del farmaco: lo studio (sui volontari sani) è stato fatto alla dose massima riportata, a dosaggi più bassi che effetti si avrebbero?

L'uso dell'ibuprofene è molto comune soprattutto da sportivi e molte persone lo prendono abitualmente contro dolori cronici.
Queste ricerche non mirano a screditare i farmaci, ma vogliono far valutare in modo critico l'assunzione e il consiglio di farmaci considerati "sicuri" e di libera vendita.
Inoltre evidenziano ancora di più quanto siamo indietro sulla conoscenza degli interferenti endocrini e dei loro effetti sulla salute. Gli interferenti endocrini sono molecole (farmaci ma non solo) che vanno ad interferire con tutto il sistema ormonale e sono ormai noti per essere collegati a molte malattie come problemi alla fertilità o all'obesità. Sono un settore emergente anche in campo ambientale in quanto possono modificare anche la biologia animale o sedimentarsi nell'ambiente.

Per un doloretto forse meglio una birra... 😉

Insomma, se ce ne fosse ancora bisogno, queste ricerche ci richiamano al concetto di precauzione ed uso sicuro di qualunque farmaco; che va assunto solo se necessario e possibilmente sotto supervisione medica, tenendo conto del giusto bilanciamento fra effetti benefici e effetti collaterali.


FONTI
http://salute.ilgiornale.it/news/26532/ibuprofene--salute-assunzione-gruppo/1.html

Commenti

  1. Da facebook... faccio un sunto di alcune note che mi sono state fatte.
    L'ormone luteinizzante (LH) dovrebbe far alzare il testosterone, allora come mai si nota un -seppur lieve- calo? Ecco la risposta (utile forse per chi è più tecnico)...
    L'ibuprofene alza LH, ma riduce la risposta dellegonadi ad esso. Interferisce inoltre, attraverso vie biochimiche e genetiche, a tutto il meccanismo metabolico degli androgeni (gli ormoni sessuali maschili). Ecco, quindi, il perché del "cortocircuito" LH-testosterone: l'ibuprofene riesce a spezzare la linearità del metabolismo ormonale.

    Ringrazio pubblicamente Michele Jacopo Fantetti per il suo prezioso contributo.

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