Vaccini: che storia ci stiamo raccontando?

Recentemente due articoli hanno attirato la mia attenzione: si tratta di uno di Repubblica e di uno di un collega di Tuttotek.

Perché hanno attirato la mia attenzione? Beh perché, anche se su piani differenti parlano entrambi di un fenomeno: l'andamento vaccinale e il no-vax in Italia.

vaccini

Copertura vaccinale: come stiamo andando?

Per capire l'andamento delle vaccinazioni ho preso i dati pubblicati dal Ministero della Salute negli ultimi 7 anni. A differenza di Repubblica che ha preso in considerazione i dati delle vaccinazioni a 24 mesi, io ho analizzato i dati relativi ai 36 mesi in modo da considerare anche i "ritardatari".
Nel 2013, ad esclusione della varicella, tutte le 12 vaccinazioni fortemente raccomandate (Poliomielite, Difterite, Tetano, Pertosse, Epatite B, HiB, Morbillo, Parotite, Rosolia, Varicella, Meningococco B, Pneumococco coniugato) superavano il 70% di copertura, con 9 che superavano il 90% di copertura. Buoni dati, ma destinati a calare nel tempo. Infatti fino al 2015-2016 per la maggioranza dei vaccini le copertura calano. Tranne per 2: il Meningococco B e il Pneumococco, che infatti hanno mostrato una costante crescita percentuale. Dopo il 2016, con l'intervento della legge Lorenzin, tutte le vaccinazioni hanno ripreso a crescere ed oggi siamo sostanzialmente tornati ai livelli del 2013 come copertura vaccinale. Da sottolineare che, oltre le già citate Meningococco e Pneumococco, sia Poliomielite che Varicella nel 2016 (quindi senza introduzione di obbligo) avevano ripreso a crescere, rispettivamente dello 0.73% e dello 5.16%, mentre le altre raggiungevano i minimi che hanno spinto l'intervento governativo.

Vaccini e no-vax: quanto pesano?

A questo punto verrebbe da chiedersi se l'attenzione mediatica al fenomeno no-vax sia in effetti giustificata. Beh, la risposta, come al solito è complessa.

Secondo una indagine del Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) pubblicata il 30 giugno 2019, il 17.1% degli italiani sopra i 15 anni ha un'opinione contraria ai vaccini (cioè ritiene che i vaccini facciano male) mentre il 50.6% è favorevole e crede che i vaccini non facciano male. Rimangono un 32.7% di dubbiosi o che si rifiutano di rispondere. Un'altra indagine, svolta sui genitori, mostra come l'83.7% dei genitori sia in linea generale favorevole ai vaccini. I genitori dichiaratamente no-vax, rimangono una percentuale molto bassa. Secondo l'indagine Vaccinoscopie meno del 1% dei genitori è completamente contrario a tutti i vaccini, mentre un 12.2% è favorevole solo a un numero limitato di vaccini definiti "indispensabili". Percentuale che si riflette anche nella favorevolezza al obbligo. L'1% dei genitori infatti si ritiene contrario in toto all'obbligo vaccinale, mentre un 13.8% farebbe dei distinguo sui vaccini, mostrandosi de-facto contrario all'impianto della legge Lorenzin così come concepita. Dati in linea con questi sono i dati dell'indagine Europea pubblicata nel 2018, dove in media 8 italiani su 10 ritenevano i vaccini sicuri e 9/10 anche efficaci nel prevenire le malattie.

Insomma i no-vax, intesi nel senso stretto di contrari del tutto alle vaccinazioni si aggirerebbero a circa l'1% della popolazione mentre i free-vax, cioè contrari all'obbligo si porrebbero a circa il 12-15%. Ma qui iniziano i primi scollamenti: infatti come fotografato da INAPP il 17.1% ritiene che i vaccini facciano male come mai solo l'1% si dichiara contrario?

Ma allora esistono i free-vax?

E sì, perché a questo punto le percentuali all'apparenza collidono: perché quelli contrari all'obbligo vaccinale, in percentuale, sono quella percentuale anche che, pur non dichiarandosi completamente contraria, dichiarano che i vaccini fanno male.
Sia chiaro, la mia è solo una speculazione, l'analisi di una coincidenza percentuale, nulla di più. Ma vedo difficile che una persona che ritenga che i vaccini nuocciano in-toto alla salute  o che comunque facciano più male che bene, vada a vaccinarsi o vaccini i suoi figli. Sembrerebbe che i "free-vax", cioè quelli per la libertà di scelta e contrari all'obbligo, dicano quasi "se vuoi farteli, falli; ma io non li faccio". Ripeto, è una mia mera speculazione, basata sulle analisi delle percentuali. Una speculazione che può essere vera, del tutto o in parte, che non vuole essere un atto d'accusa, ma solo uno spunto di riflessione.

Aumentano o calano nel tempo?

Da Alexandre de Figueiredo et al. 2020

Il fenomeno no-vax e free-vax sono fenomeni antichi. Già ai tempi di Jenner e dell'invenzione del primo vaccino (quello contro il vaiolo diffusosi ai primi del 1800), gruppi di persone -principalmente con argomentazioni religiose e superstiziose- si manifestava contraria al vaccino e si rifiutava di accettarlo.
Ma il fenomeno no-vax è stato relegato per molto tempo ad ambienti estremisti e "particolari", spesso legato a piccoli gruppi culturali o religiosi. Le prime vere diffusioni del fenomeno su scale più ampie iniziarono verso la metà degli anni '90, per poi esplodere nel 1998 con la pubblicazione del lavoro di Andrew Wakefield, poi dimostratosi falso e ritirato nel 2010, che sosteneva una relazione fra vaccini, sindromi intestinali e autismo. Questo lavoro non si riuscì mai a replicarlo e si venne a scoprire che era stato falsificato, eliminando in modo sistematico ogni dato che non sosteneva la sua ipotesi preconcetta.
Dagli anni 2000 in poi, con l'esplosione dei social-media, le teorie no-vax hanno trovato terreno fertile per la loro diffusione. Facebook in particolare, tramite la creazione di gruppi, ha potuto riunire le persone e far circolare le tesi contro i vaccini. È sui social infatti che si concentra la maggior parte dell'attività contro i vaccini, soprattutto in Italia e negli USA. Oltre ad OBSERVA (che però si ferma al 2015) non ho trovato dati sulla copertura mediatica riguardo al tema vaccini, che mostra un aumento dal 2008. Ovviamente se trovate dati più recenti fatemelo sapere nei commenti.
Ma arriviamo alla domanda del capitolo: nonostante una percezione crescente del problema no-vax questi stanno aumentando nel tempo?
La risposta è no.

Il rapporto OBSERVA 2018

In parziale contrasto con i dati INAPP e Vaccinoscopie si pone il rapporto OBSERVA del 2018 su un campione di quasi 1000 italiani. Nel 2015 rileva l'osservatorio il 18.6% degli italiani era contrario ad ogni tipo di vaccinazione obbligatoria, percentuale che nel 2017 scende al 8.1%. Stessa cosa vale per le persone che ritengono che i vaccini obbligatori dovrebbero diminuire: 57.3% nel 2015 e 43.9% nel 2017. In contrasto con questo dato ed in linea con le osservazioni degli altri 2 enti è la percentuale che ritiene che i rischi dei vaccini non siano superiori ai benefici: nel 2017 secondo OBSERVA il 14.3% crede che i vaccini comportino rischi per la salute maggiori dei benefici.
In ogni caso, secondo questo rapporto quindi nell'arco di soli 2 anni i contrari ad un obbligo vaccinale così concepito sono scesi del 23.9%.

Il recente studio del Lancet

Il 10 settembre 2020, sulla rivista Lancet è apparso un imponente studio sull'attitudine e la fiducia riguardo ai vaccini nel mondo. L'Europa rimane il nocciolo duro riguardo una minor fiducia rispetto alle vaccinazioni, in linea generale anche questo studio rileva un aumento della fiducia vaccinale. Per l'Italia, nel dettaglio, la percentuale di persone che si dichiarano fortemente d'accordo con la sicurezza dei vaccini passa dal 24.81% del 2015 al 46.86% del 2019, quelli fortemente d'accordo con la loro importanza dal 40.92% al 59.99% e quelli che si ritengono molto d'accordo al fatto che i vaccini siano efficaci nel prevenire le malattie dal 32.84% del 2015 al 52.17% del 2019. L'articolo si prolunga poi nella costruzione di un modello di previsione di questi andamenti paese per paese nel mondo, e sui determinanti.

Chi sono i no-vax?


A questo possiamo provare a fare una descrizione del movimento no-vax e delle persone che lo compongono. Innanzitutto, non tutti sono genitori. Come evidenziato dalle varie indagini c'è una discrepanza di opinioni se il campione viene scelto fra chi è genitore e chi non. Sicuramente la spinta all'obbligo vaccinale per l'accesso alla scuola spinge i genitori a dichiararsi, almeno pubblicamente, più favorevoli ai vaccini. Questo si spiega, probabilmente, anche attraverso il tipo di informazione che si riceve. Infatti, chi non è genitore difficilmente andrà da un medico o da un esperto a chiedere informazioni riguardo ai vaccini. Invece, come evidenziato da Vaccinoscopie l'86.6% dei genitori dichiara che la sua principale fonte di informazione sul tema sia il proprio pediatra, mentre solo il 14.3% usi Internet per informarsi. Questo non vuol dire che chi va su Internet non consulti anche il pediatra o viceversa, ma sottolinea come, per i genitori, sia ancora più importante l'opinione di uno specialista piuttosto che proprie e autonome ricerche.

Ma forse qui troviamo una prima chiave di lettura della vicenda no-vax: questo 14.3% si avvicina proprio alle percentuali di persone e genitori che si mostrano scettiche sulle vaccinazioni obbligatorie e/o che ritiene i rischi dei vaccini superiori ai benefici.

Ma come si compongono?

Secondo l'INAPP chi si manifesta "no-vax", cioè che ritiene che i vaccini facciano male, è abbastanza ben distribuito lungo le varie fasce d'età. L'età più rappresentativa è comunque la fascia d'età 25-44 che raccoglie il 27.5% dei contrari ai vaccini o, in linea generale, il 18.4% della popolazione in questa fascia d'età ritiene che i vaccini facciano male. Comunque, nella categoria "no-vax", la distribuzione fra le varie fasce d'età supera sempre il 20%. Chi ritiene che i vaccini facciano male più difficilmente possiede almeno la laurea e si concentra nelle fasce meno scolarizzate.
Riguardo l'interesse politico la situazione è più polarizzata. Tra le persone che se ne interessano sembra essersi più decisione sui vaccini. Tra le persone che si interessano di politica il 59.75% si trova in disaccordo con l'affermazione che i vaccini facciano male (e quindi i vaccini fanno bene), mentre tra le persone che non hanno interesse nella situazione politica solo il 23.94% è in disaccordo con tale affermazione. Anche fra gli indecisi si nota una spaccatura. Infatti, tra chi ha abbastanza o molto interesse nella situazione politica il 20.24% è indeciso sulla bontà dei vaccini, mentre se consideriamo la popolazione con poco o nullo interesse politico questa percentuale sale al 32.48%.
Tra chi crede che le vaccinazioni facciano male il 39.8% è orientato alla destra, il 25.3% si ritiene di centro e il 34.9% voterebbe verso sinistra.
Questi dati italiani sono confermati dal Lancet che mostra come i fattori di rischio per non fidarsi dei vaccini siano l'età (si è meno favorevoli ai vaccini con l'età), la bassa scolarizzazione (soprattutto in ambito scientifico), l'essere maschi (l'antivaccinismo è più diffuso fra gli uomini che fra le donne), il basso reddito e un orientamento tradizionalista/conservatore. Inoltre anche qui si evidenzia come un forte fattore di rischio la sfiducia contro i medici, preferendo altre fonti.
In linea generale quindi il profilo di una persona che crede che i vaccini facciano male è mediamente tra i 25 e i 64 anni, poco scolarizzata, disinteressata alla politica e, se interessata, è leggermente più facile che sia orientata a destra.

Quali sono le motivazioni?

Per capire quali siano le motivazioni che spingono il movimento "no-vax" basta farsi un giro sulle pagine e gruppi che sostengono la tesi. Si va (purtroppo ancora) da chi sostiene il legame con l'autismo, a chi parla di "feti umani abortiti", di "particelle di metalli pesanti" e di tante componenti ignorandone la reale pericolosità, fino ai complotti di Big-Pharma e altre teorie strampalate (controllo con 5G, diminuzione della popolazione mondiale ecc...).
Secondo l'Annenberg Public Policy Center nel 2019 circa il 19% degli americani aveva ricevuto almeno una informazione sbagliata riguardo i vaccini. La fonte principale di informazioni errate, secondo questa indagine è la rete, ed è quindi qui che va combattuta la battaglia.
Ma anche qui non mancano le contraddizioni. Secondo OBSERVA, infatti, l'80.2% degli intervistati dichiara di ritenere i benefici di un vaccino sempre superiori ai rischi, ma il 39.8% dello stesso campione dichiara che i vaccini servono solo ad arricchire chi li produce. Così come l'86% si trova d'accordo con l'affermazione che è giusto vaccinare i bambini per proteggere gli altri, ma il 48% ritiene che sia il singolo a dover decidere perché sa cosa è meglio per la sua salute. Secondo Vaccinoscopie il 25.6% degli italiani ha scarsa fiducia nel Ministero della Salute e solo il 7.9% ritiene di essere poco informato riguardo al tema vaccini.

Insomma, da questi dati presi nel complesso il movimento no-vax più che un movimento compatto e unito è un universo frastagliato. Si compone principalmente di persone confuse e dubbiose, su molti versi contraddittorie. Sono più che altro persone esitanti, che più che nei vaccini, hanno perso la fiducia nelle istituzioni e nel sistema sanitario.

Esitazione e vaccine hesitancy

Visto il fenomeno così variegato, soprattutto nell'ambiente americano ma anche in Europa, nell'ambiente scientifico più che di "no-vax" e di "free-vax" si sta iniziando a parlare di "vaccine hesitancy" cioè di esitazione vaccinale.
Sia chiaro, riguardo a questo, più che di un'analisi del fenomeno, si parla più di strategie di comunicazione. Infatti, come già accennato, chi si oppone senza dubbi alle vaccinazioni è una piccola minoranza, le altre persone sono più che altro dubbiose e confuse e ci sono quindi spazi per intervenire e convincerle. Bisogna trovare la chiave.
Ad esempio un'analisi pubblicata a maggio 2020 su Nature si è visto come nei social network le persone dubbiose vengano maggiormente attirate dai gruppi dichiaratamente contrari ai vaccini piuttosto che dai gruppi favorevoli. Inoltre i "no-vax" sono più attivi ad intercettare queste persone rispetto ai "pro-vax" che invece rimangono un fenomeno più marginale. I gruppi scettici sulle vaccinazioni risultano quindi più attrattivi ed inclusivi, mentre chi tratta temi a favore delle vaccinazioni risulta più tecnico e chiuso alle critiche. A conclusione di questo lavoro sia la rivista italiana "Le Scienze" che l'inglese "The Guardian" concludono che il vero rischio è la contagiosità dei movimenti "no-vax" che possono spingere la "vaccine hesitancy" verso posizioni più radicali.

Come contrastare il fenomeno?

Per contrastare questo fenomeno le organizzazioni sanitarie stanno spingendo per una comunicazione più efficace ed inclusiva. Infatti, seppur l'obbligo abbia fatto aumentare le coperture vaccinali per l'infanzia, chi rema contro le vaccinazioni è vivo e vegeto. Basti pensare che secondo un recente sondaggio, il 41% degli italiani sarebbe più propenso a non farsi vaccinare per il nuovo coronavirus qualora ci fosse un vaccino disponibile. Le organizzazioni sanitarie (dagli, ospedali alle USL fino al ministero) stanno mettendo a punto guide e vademecum sulla comunicazione vaccinale. I punti più in comune sono:
Ascolto: essere disposti all'ascolto prima di parlare, cercare di essere inclusivi
Formazione: la comunicazione è un'arte che va imparata, essere bravi tecnici (medici, biologi, farmacisti...) non basta
Eliminare lo stigma: non stigmatizzare le persone critiche o dubbiose, smetteranno di ascoltare e non torneranno
Accettare le critiche: le critiche sono la base per migliorare

In conclusione

Probabilmente stiamo facendo del fenomeno "no-vax" una storia più grande di quello che è realmente.
Le coperture vaccinali sono in aumento e le percentuali di chi crede realmente alla nocività dei vaccini sono percentuali ristrette.
Nonostante sia vero che il fenomeno strettamente "no-vax" sia limitato e percentualmente piccolo è anche vero che è molto complesso e rumoroso. Si basa sulla sfiducia e sul dubbio riguardo istituzioni e classe dirigente, dimostrandosi più capace di attrarre persone con "semplici" dubbi ed esitanti.
Per contrastare il fenomeno quindi le azioni devono basarsi su una comunicazione efficace, attrattiva ed inclusiva, sull'ascolto e sulla riconquista della fiducia nella scienza e nelle istituzioni. Ricette non facili certo, ma necessarie per far sì che i vaccini tornino ad essere qualcosa in cui credere davvero e non solo esserne obbligati.
Tra le fonti potrete trovare molti articoli e spunti di riflessione che qui, per brevità (se di brevità si può parlare vista la lunghezza) non ho approfondito.

E voi? Siete favorevoli ai vaccini o contrari? Pensate sia giusto l'obbligo o meno? Vi fareste vaccinare contro il COVID-19? La sezione commenti è qui per questo.

FONTI:
http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_8_3_1.jsp?lingua=italiano&id=20
http://oa.inapp.org/bitstream/handle/123456789/414/INAPP_Rosano_Pagliarella_Profili%20socio-culturali_WP9_2019.pdf?sequence=1
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31558-0/fulltext
https://www.observa.it/wp-content/uploads/2017/09/ITALIANI-E-VACCINI.pdf
https://www.observa.it/media-opinione-pubblica-e-vaccinazioni/
https://ec.europa.eu/health/sites/health/files/vaccination/docs/2018_vaccine_confidence_en.pdf
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0264410X20310161?via%3Dihub
https://www.news-medical.net/news/20200420/387/Italian.aspx
https://www.lescienze.it/news/2020/05/14/news/opinioni_vaccini_social_media-4728270/
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https://www.repubblica.it/dossier/salute/rep-salute/2020/04/28/news/vaccini_i_n_europa_i_piu_bravi_sono_gli_spagnoli_bocciati_i_francesi-255008528/
https://medicalxpress.com/news/2020-04-european-vaccination-survey-wide-variety.html
https://www.eurekalert.org/pub_releases/2020-04/esoc-ev041720.php
https://drive.google.com/file/d/1oiN02SJXWSQAy5x66FeetVN_d245XNPB/view
https://www.contagionlive.com/news/vaccinoscopie-europe-survey-evaluates-parental-views-on-vaccination
https://tg.la7.it/politica/no-vax-e-free-vax-quanti-sono-in-italia-11-03-2019-135431
https://www.repubblica.it/dossier/salute/rep-salute/2020/04/28/news/vaccini_i_n_europa_i_piu_bravi_sono_gli_spagnoli_bocciati_i_francesi-255008528/
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https://www.infovac.fr/docman-marc/public/bulletins/2020/1691-lien-2-ecmid-abstract-vaccinoscopie-europe-eccmid-21nov-2019/file
https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/media/en/publications/Publications/vaccine-hesitancy-among-healthcare-workers.pdf
https://www.vaccineconfidence.org/

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