Depilazione: radersi o non radersi? Questo è il problema

Ormai è arrivata l'estate e, soprattutto per le donne, è il fatidico momento di eliminare quei "maledetti" peli superflui sulle gambe e altre parti del corpo che d'inverno sono ben coperte dai vestiti. Insomma oggi parliamo di peli e depilazione.

Come è fatto il pelo?

Il pelo è un filamento di cheratina più o meno spesso. La cheratina è la proteina di unghie, peli, corna e molte altre strutture che emergono dalla cute e dalla pelle dei mammiferi. È molto resistente alle sollecitazioni termiche, meccaniche e fisiche. Per dirla tutta è resistente anche agli acidi gastrici, per quello, ad esempio, i gatti vomitano il pelo in quanto indigesto. La cheratina per questo motivo viene anche sfruttata come componente delle pillole gastro-resistenti.
Il pelo si origina dal follicolo pilifero, una ghiandola subcutanea composta da vari tipi di cellule. Una parte è sebacea, che produce il sebo, cioè una componente a funzione lubrificante, mentre l'altra si occupa di produrre e organizzare la cheratina. Nel bulbo sono poi presenti anche melanociti specifici che, immettendo melanina nel pelo, definiranno il suo colore. La crescita del pelo non è costante intervallando fasi di crescita più rapida (anagen) a parti di organizzazione/strutturazione (catagen) dove la crescita è più lenta. Il pelo infatti è composto da più strati e periodi di maturazione cambiando struttura sia nel suo spessore che nella sua lunghezza (fenomeno ad esempio visibile nelle famose e odiate doppie punte).

Scimmie nude: esseri umani e peli

A guardarci allo specchio possiamo sembrarci più o meno pelosi. Ma se guardiamo i nostri cugini più prossimi, le grandi scimmie antropomorfe, siamo relativamente senza peli. Infatti, si usa dire che noi esseri umani siamo scimmie nude. Nel corso della storia evolutiva abbiamo sempre più perso la peluria corporea, mantenendola abbastanza fitta solo in alcune aree del corpo, come la testa e la zona genitale.

Ma perché abbiamo perso i peli?

La domanda è interessante. La scienza questa domanda, in realtà, se le posta da molto tempo. Con la nascita dei primi pensieri evoluzionistici, ancor prima dell'affermarsi della teoria di Darwin, si è provato a darle una risposta. Una delle prime teorie, che ha resistito fino alla metà del 1800, è stata quella della "scimmia acquatica". Questa teoria ipotizzava che nostri antenati avessero una vita legata ad ambienti acquatici dove la pelliccia avrebbe sfavorito un efficace mantenimento della temperatura corporea in superficie. Questa teoria ad oggi non ha alcun tipo di riscontro ed anzi sappiamo che i nostri antenati vivevano in ambienti caldi come le savane.
Ed è qui che si innestano le altre teorie del perché siamo "nudi". Le altre grandi scimmie hanno pellicce folte, ma vivono in foreste umide. Inoltre hanno la maggior parte della loro attività di raccolta cibo in orari che vanno dal crepuscolo all'alba, riducendo le attività negli orari diurni. Di giorno le grandi scimmie socializzano e fanno attività di "grooming", cioè eliminarsi i parassiti a vicenda dalla pelliccia. Attività che richiedono uno scarso compendio energetico. Nell'uomo queste risultano normalmente invertite, le attività lavorative si svolgono di giorno, mentre la socializzazione -mediamente- è più legata alla sera. Il fatto di vivere in un clima caldo, secco e soleggiato avrebbe reso anche sfavorevole la peluria. Tra i primati infatti abbiamo sì ridotto il pelo, ma aumentato le ghiandole sudoripare che ci permettono di raffreddarci. Questi due fatti ci hanno permesso di non surriscaldarci di giorno. Tuttavia rimane il problema notturno, dove invece la protezione termica fornita dal pelo poteva essere utile. Questi problemi potrebbero essere stati superati grazie alle abilità di vestirsi e al controllo del fuoco. Non è chiaro poi quando nella nostra storia abbiamo iniziato a perdere il pelo e se questo sia in qualche modo anche legato ad una minor capacità, senza pelo, di attirare parassiti. Vi consiglio però di leggere questo articolo di ScientificAmerican che analizza questa possibilità. Altre teorie invece ipotizzano anche selezioni basate sulla comunicazione non verbale e la gestione delle emozioni nella comunità.

Meccanismi molecolari

Se le ipotesi sulla evoluzione della "scimmia nuda" è ancora da indagare nel dettaglio, abbiamo invece un'idea migliore di quale sia la genetica dietro la perdita del pelo. Un paper scientifico del 2018 individua nel gene dkk2 e nella via di segnalazione di Wnt la chiave di questo processo. In molti animali la proteina DKK2 è inibita in molte aree del corpo, tranne quelle dove la crescita pilifera è minore o assente. Ciò ha fatto ipotizzare che questa proteina fosse coinvolta nella crescita dei peli umana. E in effetti sembra essere così: nell'uomo si registrano alti livelli di DKK2 su tutto il corpo. Ma non solo, questa proteina, regola una via di segnalazione legata ad un'altra proteina chiamata WNT. Questa intricata via di segnalazione è legata allo sviluppo embrionale, alla differenziazione cellulare ed alcuni tipi di tumore. Sappiamo anche però che regola lo sviluppo dei follicoli piliferi e che quindi questa via di segnalazione è certamente implicata nel perché abbiamo una scarsa presenza di peli.
Altri fattori importanti sono gli ormoni. Si sa infatti che il testosterone è implicato in un maggior sviluppo dei peli. Tuttavia il ruolo del testosterone è ambiguo: da una parte aiuta lo sviluppo di peli "superflui" dall'altra facilita la calvizie. Infatti è un caso emblematico l'irsutismo femminile. Questa condizione porta ad un anormale sviluppo di peluria sul viso e sul petto (principalmente ma non solo) nelle donne. Tuttavia in molti casi è presente anche una calvizie femminile, cosa assai rara. Senza però sfociare nella patologia, le donne con una peluria più sviluppata (ad esempio con dei baffi femminile più vistosi) presentano mediamente livelli di testosterone più alti.
Comunque ne DKK2, ne WNT ne il testosterone da soli spiegano il controllo dello sviluppo dei peli; piuttosto è probabile una collaborazione fra i vari fattori.

Perdiamo il pelo ma non il vizio

Ma non abbiamo perso il pelo ovunque. Come già accennato in alcune aree del corpo lo abbiamo mantenuto comparabile a quella dei primati. Parliamo dei capelli e dei peli pubici. La funzione e i motivi per cui la presenza dei peli in queste zone sia rimasta persistente è dibattuta.
Potrebbe essere una protezione ad urti e attriti. Infatti una peluria più intensa, lunga e fitta ha sicuramente una funzione di attutire gli urti e aumentare la superficie di impatto con i tessuti vivi sottostanti riducendo eventuali danni. Si anche ipotizzata una funzione termo-regolatrice, che però contrasta in parte con le origini della "scimmia nuda". Sicuramente, testa e parti intime essendo superfici esposte necessarie alla sopravvivenza e riproduzione hanno bisogno di mantenere più costante la temperatura, ma non è opinione diffusa che questa funzione di regolazione termica sia così importante.
C'è poi la barba maschile. Legata allo sviluppo ormonale e al testosterone, presenta delle caratteristiche particolari (pelo più spesso, densità variabile, tasso di crescita). Poco si sa sulla sua biologia, anche se una mini review del 2016 ha cercato di fare il punto sulle conoscenze riguardo la sua crescita e la sua rasatura.
I peli genitali sembrano più che altro avere una funzione ormonale nel comunicare con il partner. Infatti, nonostante ne siamo poco consapevoli, il nostro olfatto è molto sensibile nel captare ormoni e segnali volatili. I peli intimi hanno, vista anche la loro natura "attorcigliata", la capacità di catturare e trattenere ormoni e segnali chimici. Queste molecole, trattenute dalla peluria, potrebbero svolgere un ruolo nel comunicare al partner stato di salute e fertilità.
Inoltre, come già accennato, proteggono quelle zone (già più sensibili) da sfregamenti, attriti, piccole ferite ed infezioni che potrebbero generarsi durante il rapporto sessuale.
Lo sviluppo del pelo, che avviene soprattutto durante la pubertà, supporta queste ipotesi. La crescita dei peli pubici è un segnale per determinare la capacità di essere fertili e disponibili a possibili rapporti sessuali. Attenzione, (perché siamo nell'Internet), non sto a dire o giustificare rapporti con minorenni o rapporti forzati, parlo semplicemente di scienza e biologia. La sessualità è un argomento complesso che riguarda anche e soprattutto la sfera emotiva, psicologica e sociale. Diventare fertili è una cosa, avere rapporti sessuali un'altra.

La depilazione: un fenomeno sfaccettato

Un pizzico di storia

La rimozione dei peli è sicuramente legata principalmente a fenomeni di tipo culturale. La depilazione risale a tempi antichi. Le prime testimonianze (reperti, scritti, raffigurazioni) di depilazione risalgono all'epoca ellenica soprattutto in Grecia ed Egitto. La depilazione, sopratutto femminile ma non solo, era legata ad una visione di purezza e nobiltà. Una "plebe" pelosa e una classe nobiliare "liscia". Non abbiamo prove dirette di queste motivazioni, ma sappiamo che la depilazione era una pratica più comune in classi ricche e che detenevano il potere. Nella storia la depilazione ha avuto fortune alterne caratterizzandosi come un fenomeno culturale a fasi altalenanti. Solamente negli ultimi 50-60 anni la depilazione, in occidente, ha avuto ampio successo.
Durante l'epoca romana radersi era anche usanza di gladiatori e atleti. I motivi erano vari. La presenza della peluria aumentava attriti e sfregamenti che durante la lotta potevano dare fastidio. Inoltre era anche un motivo estetico e di "rango". I peli sicuramente arrotondano e nascondono le forme dei muscoli che invece il pubblico gradiva vedere in atleti e lottatori. Come già detto, poi l'assenza di peli era legata alla nobiltà. Quindi più l'atleta diventava famoso più era portato per un fenomeno culturale a radersi.
Queste abitudini si persero successivamente e, durante il medioevo, rinascimento, fino alle prime epoche moderne, radersi perse di importanza sociale. Nell'età Elisabettiana, quindi seconda metà del Cinquecento, in Inghilterra le donne ripresero l’abitudine di depilarsi, ma gli unici peli che strappavano erano le sopracciglia e i capelli della fronte per dare l’impressione di avere un’attaccatura più alta. La depilazione, soprattutto intima, era prerogativa delle prostitute. Infatti si vedeva questa pratica come un modo di sopperire a stili di vita poco igienici. Il pelo fitto può rendere più difficoltoso lavarsi e intrappolare sporco e parassiti. Cose sicuramente poco gradite a frequentatori di case chiuse e strutture similari.
Solo con l'arrivo del '900, l'emancipazione femminile e abiti sempre meno coprenti, in occidente, la depilazione tornò di moda. Iniziò a tornare a farsi strada verso la prima guerra mondiale, ma fu soltanto dopo il secondo conflitto e gli anni '60 che diventò un fenomeno culturale di massa. Legata prima di tutto alle gambe, con l'arrivo dei bikini, la ceretta e la depilazione arrivarono anche all'inguine. Negli anni '80 la depilazione inguinale era ormai quasi uno standard e nel 1987 arrivò in Europa il primo servizio professionale di depilazione completa. Il colpo finale per l'avvento della depilazione intima lo fece l'industria pornografica. Prima con la cosiddetta "brasiliana" (cioè una sottile striscia di pelo corto) poi con la depilazione completa anche le parti intime sono diventate sempre più lisce, prima nel solo mondo femminile, poi -anche se in maniera meno diffusa- anche nel mondo maschile.
Ad oggi la depilazione è un fenomeno estetico di massa anche se è tornato ad essere dibattuto con modelle e personaggi noti che mettono in mostra ascelle e corpi più o meno pelosi. Questo fatto è una rivendicazione di una autonomia e controllo del corpo al di là di canoni estetici e culturali prestabiliti. Tuttavia non mi addentro in questo dettaglio, lasciando ad ognuno le opinioni in merito... fatemele sapere nei commenti!

I metodi di depilazione

Una review un po' vecchiotta, del 1999, completata poi da un lavoro del 2008, analizza i vari metodi di depilazione. Vediamoli insieme
La rasatura: è forse il metodo più antico. Già dai reperti archeologici si possono trovare lamette e pinzette che avevano lo scopo della rasatura. La rasatura è un metodo poco duraturo, spesso imperfetto, che può causare piccoli tagli e irritazioni locali. La barba maschile è quella che "subisce" maggiormente questo metodo, anche attraverso rasoi elettrici. Ha lo svantaggio di dover essere praticata di frequente e lasciare (per via di piccoli frammenti di pelo che possono rimanere sulla pelle) una pelle ruvida e un po' ispida. Il vantaggio è quello di essere economica, non essere dolorosa e di avere una manualità relativamente facile. Al contrario di quanto si crede, la rasatura non rende il pelo più grosso, si può avere la sensazione di un pelo più resistente o pungente dovuto alla forma che la lama del rasoio da al pelo. Questa sensazione infatti si riduce molto con i rasoi elettrici che, per via del loro funzionamento, lasciano al pelo una forma meno "dritta".
Ceretta: metodo anche questo abbastanza antico, la ceretta è diffusa soprattutto fra le donne. Consiste nell'applicare una cera calda sulla pelle per poi strapparla portandosi in questo modo via i peli. La ceretta ha il vantaggio di essere più duratura. Infatti, prima di essere rifatta mediamente necessita di 2-3 settimane, in quanto strappando il pelo assieme alla sua radice aumenta il tempo di ricostruzione e di crescita. Gli effetti sulla quantità e qualità della ricrescita sono vari e non del tutto chiariti. Danneggiando anche il follicolo pilifero, potrebbe ridurre la quantità di pelo che ricresce, ma sembra essere un fenomeno strettamente personale. La ceretta ha lo svantaggio di essere un metodo più doloroso rispetto alla rasatura e non sembra essere ben tollerato da pelli sensibili e delicate, causando irritazioni locali anche abbastanza forti.
Pinzette: lo strappare il pelo con pinzette è anche questo antico come metodo. È forse stato uno dei metodi più intuitivi. Potenzialmente applicabile anche con le dita consiste nel strappare, singolarmente o a piccoli gruppi, i peli. Sicuramente è un metodo doloroso, dalle tempistiche lunghe e non applicabile se il pelo è folto o su ampie zone di pelle. I vantaggi sono simili a quelli della ceretta, anche se sembra danneggiare meno il follicolo (probabilmente per la mancanza dell'effetto termico della cera) e può provocare meno irritazioni. L'uso delle pinzette è usato per raffinare la depilazione o per interventi di precisione.
Creme depilatorie: metodo di invenzione più recente; sono delle creme che si applicano sulla pelle che per azione chimica possono distruggere il pelo e la sua radice. L'idea e i vantaggi sono quindi simili alla ceretta, senza però l'effetto doloroso dello strappare. I problemi che possono dare sono legati alla sensibilità e allergie cutanee delle sostanze chimiche che le compongono.
Depilazione laser: metodo di invenzione sicuramente molto più recente, consiste -come dice il nome- nell'applicare frequenze di luce laser sulla pelle per danneggiare il pelo e la radice. Ne esistono vari sottotipi e non sto qui ad approfondirli. Esiste davvero tantissima letteratura scientifica in merito. Nelle pelli scure, la melanina riduce l'effetto di questa procedura assorbendo in parte la luce. Un metodo similare è la luce pulsata, che ha sia l'effetto di schiarire il pelo (quindi non lo elimina ma ne riduce l'impatto estetico) sia quello termico che danneggia la radice facendo cadere il pelo. Questi metodi con la luce hanno il vantaggio di poter essere anche definitivi o semi-definitivi (durando mesi) in quanto possono uccidere o danneggiare profondamente il follicolo impedendo la ricrescita. I metodi laser dovrebbero essere applicati da professionisti in quanto un uso sbagliato può provocare bruciature e inoltre, se la luce laser finisce negli occhi, può danneggiare la vista.
Altri metodi: nel passato altri metodi sono stati utilizzati per radersi. Dalla bruciatura (controllata) del pelo all'uso di correnti elettriche per uccidere il bulbo pilifero. Questi metodi oggi sono in disuso, sia perché i professionisti preferiscono il laser o la luce pulsata sia perché relativamente pericolosi per la persona che si rade.

Fa bene, fa male? Aspetti salutistici

Negli ultimi anni la depilazione si è diffusa anche per una idea che l'assenza di peli fosse una condizione igienica rispetto alla loro presenza, ma è proprio così?

Il microbioma cutaneo

Come per l'intestino anche la pelle è occupata da una varietà di microrganismi. Questa comunità batterica è definita microbioma cutaneo. Vari studi hanno cercato di identificare questo microbioma. Si è stimato che sulla pelle umana vivano circa 38000 specie batteriche. Questi batteri sono davvero vari e, come il microbioma intestinale, svolgono tante funzioni. Si sono dimostrati fondamentali nel controllo e prevenzione di malattie cutanee (la più "banale" è l'acne). Non aiutano la digestione di certo; ma hanno una funzione di lotta biologica. Cioè quello che fanno è colonizzare la pelle e rendere quindi più complicato a batteri patogeni e dannosi la sua colonizzazione. Inoltre sembrano emettere segnali chimici e poter modulare il sistema immunitario cutaneo nella percezione di pericoli, patogeni, allergie e sensibilità cutanee.
Il microbioma varia molto da zona corporea a zona corporea e da persona a persona e anche a seconda del genere. I batteri presenti sulla cute possono cambiare molto velocemente da area ad area. Ad esempio i batteri presenti sulla pianta del piede sono molto diversi da quelli presenti fra le dita del piede stesso, i batteri presenti sulla pancia sono diversi da quelli presenti nell'ombelico e così via. Le motivazioni sono, volendo, immaginabili: i microambienti (grado di umidità, calore, esposizione a traumi...) sono molto diversi. La presenza del pelo è uno di quei fattori da considerare in questa variabilità. Infatti il microbioma maschile e femminile sono molto diversi sia a livello genitale che, anche se a livelli minori, nel cuoio capelluto. La diversità a livello della testa si può spiegare con una generica diversità di genere riscontrabile anche nel resto del corpo e in alcune abitudini mediamente legate al genere (lunghezza del capello, quantità di lavaggi ecc...). A livello genitale invece i fattori sono molteplici. La struttura degli organi genitali influenza molto la colonizzazione batterica. Le donne sono mediamente più soggette a colonizzazioni anche di funghi del genere Candida e contaminazione, a livello della vulva, di batteri fecali. Gli uomini invece presentano più stafilococchi, lattobacilli e lieviti.
Oltre le differenze di genere, esistono enormi differenze personali. Queste dipendono dalle caratteristiche fisiche della cute, dalle abitudini igieniche e, alcuni sostengono, anche alimentari. Le differenze di genere e personali sono addirittura state studiate per un possibile supporto alle indagini criminologhe. In caso di campioni frammentari e misti (stragi, incidenti arei, disastri...) l'analisi del microbioma potrebbe far distinguere le persone presenti nella scena. Altro fenomeno studiato è il supporto alle indagini per individuare l'autore di violenze sessuali. La presenza di batteri genere specifici su vittime e autori, unite alle differenze personali, possono essere di supporto nel distinguere il colpevole fra diversi sospettati.
Rimangono però interrogativi aperti: quanto queste differenze erano assenti prima della violenza? Nel caso della morte, quanto la decomposizione inficia l'analisi del carico batterico? Quanto tempo passa perché queste differenze siano o non siano significative? Questi interrogativi rendono, nelle indagini legali, l'analisi del microbioma un tema dibattuto e si inseriscono solo come un piccolo tassello aggiuntivo nell'insieme nel quadro probalistico.

Aspetti igienici

A questo punto, dopo aver analizzato tutti questi aspetti, andiamo a vedere se a livello igienico cambia qualcosa fra l'avere o il radersi il pelo a livello di salute.
La risposta semplificando è no. L'igiene personale dipende da tanti fattori, principalmente dall'ambiente, dalla frequenza e dalla qualità dei lavaggi personali. La presenza del pelo in questo caso è l'ultima cosa da considerare.
Ad esempio uno studio ha analizzato la dispersione dei batteri in chirurghi barbuti o glabri. Posti nelle stesse condizioni, medici con barba o senza avevano sostanzialmente la stessa dispersione batterica. Gli autori concludono quindi che la buona igiene del viso, l'uso corretto di mascherina, guanti e tutte le norme di sterilizzazione medica siano utili e che eventuali regole che impediscano al personale di avere la barba non abbiano una vera base scientifica.
Altri studi analizzano invece l'influenza della depilazione pre-operatoria nelle infezioni chirurgiche. Le varie ricerche hanno evidenziato come, anche qui, non ci siano differenze significative nell'igiene della ferita dopo la chirurgia. Anzi, per alcuni studi e a seconda del metodo di depilazione, eventuali lesioni e micro-lesioni dovute alla rasatura possono facilitare l'ingresso di batteri nella ferita. Oramai le principali linee guida sconsigliano la rasatura a meno che la presenza del pelo non posso ostacolare il chirurgo nell'esecuzione pratica dell'operazione.
Sono da escludersi, sempre in presenza di una corretta igiene personale ed intima, problematiche di salute per i rapporti intimi legati alla presenza di pelo.
Per quanto riguarda gli odori personali anche qui la questione è stata indagata in uno studio del 2016 che analizza l'odore ascellare in persone depilate o pelose. Nonostante il ruolo da leone nel controllo dell'odore lo facesse il lavarsi col sapone, la presenza del pelo ha avuto un impatto. La sola depilazione non aveva un ruolo nella riduzione immediata dell'odore, riduzione immediata che invece si riscontrava dopo una doccia. La riduzione, o meglio il controllo, degli odori riguardava le persone depilate e lavate rispetto alle pelose e lavate. Nelle persone con le ascelle depilate l'insorgenza degli odori appariva più lenta e controllata rispetto alle persone invece che hanno mantenuto il pelo. L'articolo analizza anche le metodologie di riduzione trovando che la ceretta sia il sistema più efficace.
Non sono stato in grado di trovare studi che analizzino eventuali odori nella zona inguinale.

La sessualità

Ora mettete a letto i bambini. Si parla di sesso. La domanda è: il pelo intimo cambia la percezione del piacere sessuale?
Una grossa influenza storicamente la hanno avuto l'industria ed economia pornografica. Fino agli anni '80 il pelo sia maschile che femminile non era un tabù, anzi. La presenza di pelo genitale era la norma, poi, pian piano, il pelo è andato scomparendo, fino ad arrivare ai giorni nostri dove prevale la depilazione totale (soprattutto femminile, ma sempre di più anche quella maschile).
Non esistono studi scientifici veri in merito alla percezione della sessualità con la presenza o assenza di pelo genitale. Si tratta di un fenomeno strettamente personale, "inquinato" da una varietà di altri fattori fisici, personali e psicologici non trascurabili. Nelle indagini fatte, le donne che praticano depilazione intima dichiarano di provare sensazioni di piacere maggiore. Probabilmente una delle ragioni di queste aumentate sensazioni è il fatto che il clitoride in assenza di pelo sia più esposto alle sollecitazioni meccaniche che possono far provocare il piacere. In Italia il metodo più usato per la depilazione intima è la ceretta e le donne sostengono di farlo per senso di pulizia e perché gradito al partner sessuale.
Altre sì è varo che il "grooming genitale", cioè il giocare con la peluria, è stato dichiarato piacevole sia per molti uomini che donne.
Un'analisi del 2014 analizza le motivazioni della depilazione intima, la maggioranza delle persone intervistate dichiara di farlo per pulizia e confort personale, mentre la depilazione al fine di un maggior piacere sessuale si posizionava al terzo posto, mentre le altre posizioni erano motivazioni di tipo sociale. A riprova di una difficile definizione delle motivazione che portano alla depilazione pubica e genitale, ci sono le differenze basate sull'etnia (è una abitudine tipicamente più delle persone con la pelle chiara e delle etnie caucasiche), dell'età (maggiorente diffusa in età adulta ma giovanile, diminuisce dopo i 35 anni con una drastica diminuzione dopo la menopausa), della religiosità e delle abitudini sessuali. Insomma una varietà di fattori che impediscono, di fatto, uno studio serio sulla percezione del piacere sessuale in relazione al pelo. Un'altra ricerca pubblicata nel 2019 ha mostrato, tramite interviste e dichiarazioni personali, come nell'uomo la depilazione non modifichi sostanzialmente il piacere sessuale, mentre nella donna la depilazione lo possa aumentare soprattutto in relazione alla propria visione corporea e agli effetti emotivi legati alle aspettative del partner. Negli Stati Uniti le donne che praticavano depilazione intima avevano ricevuto più rapporti sessuali orali rispetto alle controparti non depilate nell'arco di un mese.
La rimozione del pelo intimo deve però essere valutata attentamente. Se praticata male, può provocare lesioni che possono portare, come è stato dimostrato, ad un aumento di vaginiti e vulvo-vaginiti. Queste infezioni possono anche dimostrarsi difficili da curare ed essere molto fastidiose nel tempo.

Concludendo

Questo lunghissimo, e ancora parziale, post (nelle fonti troverete molti articoli non citati, ma che mi sono stati utili nella scrittura) ha inquadrato la depilazione più come un fenomeno estetico-culturale che biologico-sanitario.
Il fatto di essere "scimmie nude" ci ha influenzato culturalmente. Il pelo viene visto in relazione a tratti animaleschi dominanti. Un recente studio ha analizzato ad esempio la percezione femminile della barba. Gli uomini barbuti vengono percepiti dalle donne mediamente come più sicuri e dominanti. La presenza della barba, in questo studio, era associata dalle donne anche a tratti del viso più mascolini (mascella squadrata, occhi stretti e fissi) e a maggiori livelli di testosterone. Si crede che, come retaggio evolutivo, la barba sia associata anche a un migliore sistema immunitario e stato di salute generale. Inoltre una ricerca ha mostrato come la depilazione per molti uomini costituisca anche una spinta ad avere un corpo più atletico e muscoloso. Gli uomini depilati fanno mediamente più attività fisica con tutte le implicazioni salutistiche che questo comporta.
Tuttavia anche qui si inserisce un fattore culturale, infatti alcune donne e alcune società preferiscono uomini senza barba.
A livello sanitario il pelo non comporta, a patto di una corretta igiene, differenze sostanziali nel rapporto con i patogeni. Le eventuali differenze fra persone depilate e non sono minime anche se non ancora ben indagate.
Abbiamo i peli (pochi) e di sicuro un ruolo, anche marginale, ce l'hanno tuttavia se, per motivazioni estetiche o personali, preferite toglierli potete farlo. In caso di problemi (irritazioni, tagli, infezioni...) il consulto con un dermatologo -l'estetista per quanto bravo non è un medico- è assolutamente consigliato e necessario.
E voi? Siete depilati? Se sì perché? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti.

FONTI

Commenti

  1. Complimenti! Articolo interessante, analitico e completo! Io convivo a fatica con l'epilazione, anche se devo!! Sono molto interessata a temi legati alla pelle come l'irsutismo e problemi di sudorazione eccessiva... A quando il prossimo articolo e di cosa si parlerà?

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    Risposte
    1. Per temi di pelle ti consiglio di seguire su Instagram Myskin e Divagatrice.
      Come mai convivi a fatica con l'epilazione? Dolore, svogliatezza o altro?
      La fai per un discorso estetico, personale o culturale?

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