Rugby... uno sport pericoloso?
Un recente e grave caso di cronaca ha fatto sorgere la domanda se il rugby sia uno sport più pericoloso rispetto agli altri.
Va intanto fatto una premessa: tutti gli sport fanno bene, ma possono pure comportare dei rischi per la salute. Il rugby, come altri sport da contatto, non è esente poi dai rischi legati alla fisicità e all'impatto fisico a cui i giocatori sono esposti durante allenamenti e partite (1, 2, 3, 4).
Ma quanto lo è rispetto agli altri?
Il rugby è uno sport fisico da contatto dove (insieme al football americano) a fronteggiarsi sono due linee ben distinte di giocatori che, virtualmente, non si mischiano fra di loro, come succede ad esempio nel calcio (nel rugby un giocatore che stia oltre la linea della palla rispetto al fronte avversario è in fuorigioco) e che quindi, per fare punto, devono “spezzare” la linea difensiva altrui con la fisicità e l'atletismo. Il pericolo nel rugby deriva quindi dall'irruenza con cui si interviene fisicamente (sia in attacco che in difesa) verso l'avversario. Non sto qui a dilungarmi sulla corposa letteratura (qualcosa citerò, ma c'è veramente tanta roba) sulla tipologia di infortuni, la frequenza e le differenze tra rugby amatoriale e professionista, piuttosto cercherò di focalizzarmi sulle differenze fra i rischi tra rugby ed altri sports, dove purtroppo ci sono pochi studi esaustivi.
Secondo uno studio svedese del 2015 che ha analizzato 35 sports il rugby non si è dimostrato particolarmente pericoloso rispetto ad altri sport di squadra o singoli, anzi sotto i 19 anni è risultato più sicuro di sport come il calcio e il basket. Un limite però di questo studio è la numerosità degli atleti analizzati: per fare un esempio il numero di calciatori (e calciatrici) presi in considerazione è di 292171 mentre di rugbisti (e rugbiste) di soli 2152 e quindi, nonostante si normalizzi per il numero di ore giocate, il dato potrebbe essere falsato.
Per farci un quadro più completo della pericolosità del rugby ci viene incontro una review del 2017 sulla letteratura disponibile dei rischi di vari sport infantili e mostra come la pericolosità del rugby sia di fatto paragonabile a quella di altri sports di squadra; tuttavia questa articolo ha i consueti limiti di molte review. popolazioni molto eterogenee (cosa che lo studio citato prima non ha essendo svolto in Svezia) e studi con risultati molto eterogenei (eclatanti i risultati di hockey su ghiaccio e calcetto al chiuso). Tuttavia lo studio conclude (traducendo): "Sulla base di una revisione delle prove, sembra che mentre siano urgentemente necessarie migliori informazioni comparative sui rischi degli sport per bambini, le affermazioni secondo cui il rugby pone i bambini a rischi eccessivi rispetto ad altri sport e attività della vita quotidiana non sono attualmente supportate".
Analizzando dell'altra letteratura scientifica disponibile in rete (esempio questo studio del 2003) risulta spesso che il rugby è associato a rischi lievemente maggiori rispetto ad altri comuni sports e che gli infortuni rilevati dai rugbisti più spesso siano alla parte superiore del busto e al collo; tuttavia la percentuale di infortuni gravi che comportano un danno (più o meno grave) permanente sono comparabili ad altri sports come il baseball, l'hockey su ghiaccio e il calcio.
La maggioranza dei traumi nel rugby si riscontra non tanto dalle performance atletiche (come la corsa o il salto) ma dagli impatti come il placcaggio e le mischie chiuse.
Il regolamento e i sistemi di sicurezza (come un maggior uso di caschetti di poliestere) hanno fatto tanti passi in avanti negli ultimi anni, limitando tantissimo le sollecitazioni alla testa in mischia chiusa, obbligando i tecnici a migliorare la tecnica di placcaggio dei giocatori tramite norme restrittive su posizione di spalle e bacino, introducendo un protocollo di controllo per le cosiddette “concussion”, ma altro si può fare e gli studi scientifici non possono che aiutare in questo senso. Non è un caso infatti che molti studi citati finora siano stati fatti o abbiano visto coinvolti centri di ricerca inglesi, sudafricani e neozelandesi dove il rugby è uno "sport di casa".
Il dubbio dunque, dati alla mano, è quello di demonizzare il rugby immaginandolo più pericoloso di quel che sia, solo perché si ha una percezione alterata del suo pericolo: se praticato seguendo bene tutte le regole, in strutture adeguate e tenendo conto del buon senso e di un sano principio di sopravvivenza, tutto va secondo i piani e, sì, qualche infortunio potrà capitare, ma nulla di più che in altri sports. Il lavoro da fare allora è quello di investire sulla prevenzione, lo studio e la cura degli infortuni e sulla consapevolezza di ciò che si sta facendo: solo così si potranno limitare eventi traumatici e dolorosi, come in qualunque sport.
Fonti
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/sms.12462
http://bjsm.bmj.com/content/51/15/1134.long
https://www.forbes.com/2006/11/15/sports-injuries-fitness-forbeslife_cz_cs_1114dangersports.html#77d862cb37ac
https://journals.lww.com/cjsportsmed/Abstract/2007/05000/Risk_Factors_and_Risk_Statistics_for_Sports.9.aspx
https://journals.lww.com/cjsportsmed/Abstract/2007/05000/Risk_Factors_and_Risk_Statistics_for_Sports.9.aspx
https://www.researchgate.net/profile/Evert_Verhagen/publication/5800391_Injury_rate_and_socioeconomic_costs_resulting_from_sports_injuries_in_Flanders_data_derived_from_sports_insurance_statistics_2003/links/00b49531783267308b000000.pdf
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5087755/
https://www.sciencedaily.com/releases/2014/10/141013152656.htm
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29031333
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29671803
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28886825
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29734457
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5087755/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29299876
https://en.wikipedia.org/wiki/Concussions_in_rugby_union
http://www.delinquenzaovale.it/il-rugby-e-uno-sport-pericoloso/
Va intanto fatto una premessa: tutti gli sport fanno bene, ma possono pure comportare dei rischi per la salute. Il rugby, come altri sport da contatto, non è esente poi dai rischi legati alla fisicità e all'impatto fisico a cui i giocatori sono esposti durante allenamenti e partite (1, 2, 3, 4).
Ma quanto lo è rispetto agli altri?
Il rugby è uno sport fisico da contatto dove (insieme al football americano) a fronteggiarsi sono due linee ben distinte di giocatori che, virtualmente, non si mischiano fra di loro, come succede ad esempio nel calcio (nel rugby un giocatore che stia oltre la linea della palla rispetto al fronte avversario è in fuorigioco) e che quindi, per fare punto, devono “spezzare” la linea difensiva altrui con la fisicità e l'atletismo. Il pericolo nel rugby deriva quindi dall'irruenza con cui si interviene fisicamente (sia in attacco che in difesa) verso l'avversario. Non sto qui a dilungarmi sulla corposa letteratura (qualcosa citerò, ma c'è veramente tanta roba) sulla tipologia di infortuni, la frequenza e le differenze tra rugby amatoriale e professionista, piuttosto cercherò di focalizzarmi sulle differenze fra i rischi tra rugby ed altri sports, dove purtroppo ci sono pochi studi esaustivi.
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Elaborazione da M. Åman et al. 2015 |
Secondo uno studio svedese del 2015 che ha analizzato 35 sports il rugby non si è dimostrato particolarmente pericoloso rispetto ad altri sport di squadra o singoli, anzi sotto i 19 anni è risultato più sicuro di sport come il calcio e il basket. Un limite però di questo studio è la numerosità degli atleti analizzati: per fare un esempio il numero di calciatori (e calciatrici) presi in considerazione è di 292171 mentre di rugbisti (e rugbiste) di soli 2152 e quindi, nonostante si normalizzi per il numero di ore giocate, il dato potrebbe essere falsato.
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Da Quarrie KL et al 2017 |
Analizzando dell'altra letteratura scientifica disponibile in rete (esempio questo studio del 2003) risulta spesso che il rugby è associato a rischi lievemente maggiori rispetto ad altri comuni sports e che gli infortuni rilevati dai rugbisti più spesso siano alla parte superiore del busto e al collo; tuttavia la percentuale di infortuni gravi che comportano un danno (più o meno grave) permanente sono comparabili ad altri sports come il baseball, l'hockey su ghiaccio e il calcio.
La maggioranza dei traumi nel rugby si riscontra non tanto dalle performance atletiche (come la corsa o il salto) ma dagli impatti come il placcaggio e le mischie chiuse.
Il regolamento e i sistemi di sicurezza (come un maggior uso di caschetti di poliestere) hanno fatto tanti passi in avanti negli ultimi anni, limitando tantissimo le sollecitazioni alla testa in mischia chiusa, obbligando i tecnici a migliorare la tecnica di placcaggio dei giocatori tramite norme restrittive su posizione di spalle e bacino, introducendo un protocollo di controllo per le cosiddette “concussion”, ma altro si può fare e gli studi scientifici non possono che aiutare in questo senso. Non è un caso infatti che molti studi citati finora siano stati fatti o abbiano visto coinvolti centri di ricerca inglesi, sudafricani e neozelandesi dove il rugby è uno "sport di casa".
Il dubbio dunque, dati alla mano, è quello di demonizzare il rugby immaginandolo più pericoloso di quel che sia, solo perché si ha una percezione alterata del suo pericolo: se praticato seguendo bene tutte le regole, in strutture adeguate e tenendo conto del buon senso e di un sano principio di sopravvivenza, tutto va secondo i piani e, sì, qualche infortunio potrà capitare, ma nulla di più che in altri sports. Il lavoro da fare allora è quello di investire sulla prevenzione, lo studio e la cura degli infortuni e sulla consapevolezza di ciò che si sta facendo: solo così si potranno limitare eventi traumatici e dolorosi, come in qualunque sport.
Fonti
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/sms.12462
http://bjsm.bmj.com/content/51/15/1134.long
https://www.forbes.com/2006/11/15/sports-injuries-fitness-forbeslife_cz_cs_1114dangersports.html#77d862cb37ac
https://journals.lww.com/cjsportsmed/Abstract/2007/05000/Risk_Factors_and_Risk_Statistics_for_Sports.9.aspx
https://journals.lww.com/cjsportsmed/Abstract/2007/05000/Risk_Factors_and_Risk_Statistics_for_Sports.9.aspx
https://www.researchgate.net/profile/Evert_Verhagen/publication/5800391_Injury_rate_and_socioeconomic_costs_resulting_from_sports_injuries_in_Flanders_data_derived_from_sports_insurance_statistics_2003/links/00b49531783267308b000000.pdf
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5087755/
https://www.sciencedaily.com/releases/2014/10/141013152656.htm
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29031333
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29671803
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28886825
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29734457
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5087755/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29299876
https://en.wikipedia.org/wiki/Concussions_in_rugby_union
http://www.delinquenzaovale.it/il-rugby-e-uno-sport-pericoloso/
RIP REBECCA
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