Zinbryta... la parabola di un farmaco

Recentemente un promettente farmaco contro la sclerosi multipla è stato ritirato dal commercio.
Zinbryta è il nome commerciale del daclizumab, un anticorpo monoclonale usato per combattere la progressione della sclerosi multipla interferendo con i meccanismi propri di questa malattia.
In particolare il farmaco blocca l'attivazione dei linfociti T autoreattivi della sclerosi bloccando l’interazione tra l'interleuchina-2 e il suo recettore, impedendo così l’attività infiammatoria di questi linfociti T.

Il farmaco è stato ritirato dal commercio, dopo essere stato indicato come possibile causa di dodici casi di encefalite e meningoencefalite (di cui tre mortali).
La storia di questo farmaco è già travagliata di suo e ne cercherò di ripercorrere velocemente le tappe salienti.
Il farmaco nasce alla fine degli anni '90, quando fu pensato per contrastare i rigetti acuti dopo trapianto di rene. Gli studi sulla sicurezza e l'efficacia di questo farmaco nel contrastare il rigetto acuto sono sempre risultati abbastanza buoni tanto da continuare fino quasi ai giorni nostri.
Ma è nel 2004 che il farmaco fa il "colpaccio". Infatti in quell'anno vengono pubblicati due studi (1, 2) che vedono una buona efficacia del farmaco nel rallentare le lesioni dovute alla sclerosi multipla.
Da lì vengono avviati gli studi clinici di fase II e III (qui il link per capire rapidamente come nasce un farmaco) che sono pubblicati rispettivamente nel 2007 (1, 2, 3) e nel 2010 (1, 2, 3).
Tuttavia sulla sicurezza del farmaco -ai dosaggi e durata del trattamento per la sclerosi- fin da subito si accendono delle allerte, tanto che vengono consigliati nuovi studi di fase III (fonti: 1, 2). Negli anni successivi vengono pubblicati diversi studi che analizzano meccanismi d'azione, efficacia ed effetti avversi in gruppi di pazienti trattati con questo farmaco sperimentale (1, 2345 giusto per fare degli esempi) mostrando talvolta problemi evidenti, ma anche buone prestazioni di efficacia (fonte).
Nonostante ciò, a luglio 2016, il Comitato per i medicinali per uso umano (Committee for Medicinal Products for Human Use, CHMP) dell'EMA si esprime positivamente sul daclizumab. Infatti, secondo il Comitato, i benefici del farmaco erano superiori ai rischi. La decisione dell'EMA venne seguita a ruota dalla FDA (Food and Drug Administration) che annunciò l'approvazione del daclizumab per il trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente in persone adulte. Quindi, da queste date, ha iniziato a muoversi la cosiddetta farmacovigilanza che ha il compito di monitorare efficacia, ma soprattutto effetti avversi, di una terapia una volta immessa nel mercato.
I primi provvedimenti non tardano ad arrivare, infatti nel giugno 2017 l'EMA, a seguito di un caso mortale di insufficienza epatica acuta, inizia la revisione del farmaco che porta già a luglio ad emettere delle prime note restrittive all'uso del dacluzimab. Il 27 ottobre il PRAC (il Comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza) conferma e rafforza le restrizioni emanate a luglio.
Tra novembregennaio 2018 l'EMA conclude la sua revisione. Nei documenti emanati (35 e 20 pagine rispettivamente) non si mette in particolare discussione l'efficacia del farmaco, ma si analizza il rapporto rischi/benefici e vengono poste in essere ulteriori limitazioni alla somministrazione del farmaco, consigliando anche verifiche cliniche per i pazienti già in trattamento col Zinbryta (soprattutto riguardo i parametri legati al fegato).
A seguito di una richiesta della commissione europea (26 febbraio) il 2 marzo 2018 l'EMA produce una nota urgente di revisione del farmaco a seguito di 7 casi di grave encefalite riscontrati in Germania. Contemporaneamente le ditte Biogen e AbbVie annunciano il ritiro volontario dei lotti del daclizumab dal mercato globale.
Nella nota del 2 marzo si scrive:
• I medici non dovrebbero iniziare la terapia con Zinbryta su nuovi pazienti.
• I medici devono esaminare i pazienti attualmente trattati con Zinbryta e iniziare una terapia alternativa il più presto possibile.
• I pazienti non devono interrompere la terapia senza discuterne con il proprio medico.
• I pazienti che hanno domande devono parlare con il loro medico.
Si arriva quindi alla fine della parabola storica di questo medicinale, infatti il 7 marzo 2018 viene raccomandata l'immediata sospensione del trattamento col farmaco, l'interruzione degli studi clinici e il ritiro dei lotti del daclizumab da farmacie ed ospedali. A quella data 12 gravi encefaliti acute, di cui 3 mortali, sono state messe in correlazione al farmaco (le 7 tedesche precedenti più altri casi non analizzati prima).
In questa nota viene chiesto ai pazienti di:
• Contattare immediatamente il ​​medico per ridiscutere il trattamento, se è in trattamento con Zinbryta.
• Non prendere un'altra iniezione di Zinbryta.
• Informare immediatamente il medico se ha o ha avuto sintomi come febbre persistente, forte mal di testa, nausea (sensazione di malessere), stanchezza, ingiallimento della pelle o degli occhi e vomito.
A medici e operatori sanitari viene invece chiesto di
• Eseguire regolarmente esami del sangue per un massimo di 6 mesi dopo l'interruzione del trattamento per verificare gli effetti collaterali.
• Non iniziare la terapia con Zinbryta su nuovi pazienti.
• Contattare i pazienti attualmente in trattamento con Zinbryta il prima possibile e interrompere il trattamento. Considerare trattamenti alternativi appropriati.
• Monitorare i pazienti che interrompono il trattamento almeno ogni mese, o più frequentemente, fino a 6 mesi dopo l'ultima dose di Zinbryta.

La scelta dell'EMA è stata seguita il 12 marzo dalla FDA americana, con il ritiro da farmacie e ospedali e la revisione degli effetti avversi negli Stati Uniti.

Insomma, il daclizumab non è stato certo tra i farmaci dalla vita più felice. Da farmaco anti-rigetto a potenziale farmaco contro la sclerosi multipla fino al suo ritiro è "vissuto" circa 20 anni, travagliato da molte ricerche e ostacolato dai suoi effetti avversi.
Di certo, il fatto che gli studi pre-clinici (su animale) si siano svolti nell'ambito del trapianto non ha certo aiutato ad osservare gli effetti avversi in terapie a prolungato dosaggio come quelle per le malattie neurodegenerative.
Inoltre, l'entusiasmo di avere una nuova promettente terapia per la sclerosi può non aver fatto valutare con la giusta attenzione tutti i pro e contro del farmaco e non seguire determinati consigli (come il ripetere gli studi di fase III) in modo adeguato.

Tuttavia la storia di Zinbryta ci insegna che, a ben guardare, il sistema riesce a funzionare e tutelarci: il farmaco da poco dopo l'immissione in commercio è stato limitato e, nel giro di neanche 2 anni, ritirato dal mercato.
Attualmente per la sclerosi ci sono 11 farmaci approvati in commercio (in Italia Zinbryta era usato su circa 50 persone che non rispondevano alle terapie standard), quindi valutare un cambio di terapia non dovrebbe rappresentare un grosso problema.



FONTI
http://salute.ilmessaggero.it/medicina/ema_ritirato_farmaco_per_la_sclerosi_multipla_puo_provocare_infiammazioni_cerebrali-3601677.html
http://www.repubblica.it/salute/medicina/2018/03/12/news/l_ema_ferma_la_vendita_e_ritira_il_farmaco_contro_la_sclerosi_multipla-191114000/
http://corrieredelveneto.corriere.it/verona/cronaca/18_marzo_14/ritirato-farmaco-contro-sclerosi-multiplatre-veneti-cambiano-cura-6455aaae-2763-11e8-89ed-3e6c0875554d.shtml
https://www.aism.it/index.aspx?codpage=sclerosi_multipla_daclizumab
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9428817
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26518947
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15499632
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15161974
http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-nasce-un-farmaco
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17709711
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15161974
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20476985
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20594121
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http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR_-_Summary_for_the_public/human/003862/WC500210600.pdf
http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/farmacovigilanza
http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/Zinbryta__EMA_ITA.pdf
http://www.ema.europa.eu/ema/index.jsp?curl=pages/news_and_events/news/2017/07/news_detail_002773.jsp&mid=WC0b01ac058004d5c1
http://www.ema.europa.eu/ema/index.jsp?curl=pages/news_and_events/news/2017/10/news_detail_002837.jsp&mid=WC0b01ac058004d5c1
http://www.ema.europa.eu/ema/index.jsp?curl=pages/news_and_events/news/2017/11/news_detail_002845.jsp&mid=WC0b01ac058004d5c1
http://www.ema.europa.eu/docs/it_IT/document_library/Referrals_document/Zinbryta_20/European_Commission_final_decision/WC500238074.pdf
http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/Press_release/2017/11/WC500238075.pdf
http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR_-_Scientific_Conclusion/human/003862/WC500241255.pdf
http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR_-_Assessment_Report_-_Variation/human/003862/WC500241256.pdf
http://www.ema.europa.eu/ema/index.jsp?curl=pages/news_and_events/news/2018/03/news_detail_002917.jsp&mid=WC0b01ac058004d5c1
https://www.marketwatch.com/story/biogen-abbvies-zinbryta-yanked-from-market-connected-to-three-us-cases-of-brain-inflammation-2018-03-07
http://www.ema.europa.eu/ema/index.jsp?curl=pages/news_and_events/news/2018/03/news_detail_002920.jsp&mid=WC0b01ac058004d5c1
https://www.fda.gov/Drugs/DrugSafety/ucm600999.htm
https://www.medscape.com/viewarticle/882607
https://www.aboutlawsuits.com/zinbryta-deaths-brain-inflammation-problems-141022/
https://www.wired.it/scienza/medicina/2018/03/13/sclerosi-multipla-stop-zinbryta/
http://www.piernicolapedicini.it/farmacovigilanza-segnalazioni-reazioni-avverse/

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