77 mila euro di felicità?

I soldi possono comprare la felicità? Leggendo una notizia pubblicata di recente sembrerebbe di sì.
Secondo uno studio recentemente pubblicato nel campo  della ricerca sulla felicità, il livello di reddito è correlato alla soddisfazione sulla qualità della vita e le sensazioni percepite. 
Lo studio usa il cosiddetto "Cantril's Self Annchoring Striving Scale" basandosi sui raccolti dal sondaggio mondiale Gallup (tra i servizi di sondaggi e raccolta dati al mondo). Ai rispondenti (più di un milione di persone da tutto il mondo) è stato chiesto di valutare alcuni parametri della loro vita usando il Cantril. Sostanzialmente il "Cantril's Self Annchoring Striving Scale" chiede di valutare su una scala da 0 a 10 la situazione attuale su un dato aspetto della propria vita rispetto al passato e alle aspirazioni future, dove 0 è la peggiore condizione possibile e 10 è la migliore.
            I ricercatori hanno incrociato i valori di tre parametri indicanti benessere psicologico -aggiustando i risultati per tenere conto delle differenze nell'ampiezza del nucleo familiare (un single ha bisogni molto diversi da un padre di famiglia)- e hanno analizzato la relazione tra i punteggi dei tre indicatori di benessere e il reddito annuo personale. Quello che hanno scoperto non è nulla di eccezionale: le persone con redditto annuo più alto sono anche più soddisfatte.

I parametri analizzati sono stati: la "life satiation" (cioè una soddisfazione globale della vita); i "positive affect" (cioè quelle sensazioni positive legate alla mancanza di stress e alla voglia di fare/vivere) e i "negative affect" (cioè quelle sensazioni legate a stati di ansia, bassa autostima e mancanza di energia). Il redditto sembra essere direttamente legato ai maggiori punteggi sulla soddisfazione della propria vita. Non solo, i ricercatori (psicologi della Purdue University e della University of Virginia) scoprono anche che il redditto ha un "palteau" cioè che dopo una certa soglia i valori legati ai parametri tendono a diminuire. 
Ovviamente il reddito necessario varia da regione a regione, con Australia e Nuova Zelanda che ne hanno il più alto e America Latina e Caraibi il più basso.

Studiando poi fattori concorrenti, come sesso e grado di istruzione, hanno notato che le persone con istruzione inferiore (su una scala basata solamente sugli anni di istruzione) hanno bisogno di un redditto più basso per "essere felici". In particolare questo è risultato evidente per la "life satifation" e i "negative-affect" (diciamo le condizioni di stress); mentre per i "positive affect" (le emozioni positive) l'influenza del grado di istruzione è risultata inferiore.

A quanto ammontano queste cifre?
Facendo una media planetaria (quindi ignorando la provenienza geografica e basandosi solo sulla totalità delle persone) per godere appieno della vita bisognerebbe guadagnare tra i 40000 e i 120000 dollari all'anno. In particolare la "life-satiation" più alta si ottiene tra i 70000 e 115000 dollari all'anno, i "positive affect" sono più alti tra i 50000 e gli 80000 dollari annui e per avere meno "negative affect" tra i 35000 e i 75000 dollari all'anno.
E per l'Italia? Beh l'analisi geografica non si spinge fino studi stato per stato, ma basandosi sull'Europa dell'Ovest (di cui l'Italia fa parte) i redditi con i punteggi migliori sono quelli che si sono attestati fra i 50000 e i 100000 dollari all'anno (40700-81400 Euro).

Lo studio ha chiaramente dei limiti: l'indagine si basa su un sondaggio e le risposte quindi potrebbero non essere oggettive. Ad esempio uno studio ha dimostrato che solo perché la gente dice di fare una certa quantità di denaro, ciò non significa che lo facciano effettivamente. Inoltre, è possibile che i ricchi abbiano la tendenza a sottovalutare la loro felicità rispetto alle persone più povere.
Le persone tendono anche a rispondere alle domande sulla loro felicità in modo diverso in giorni diversi e questo errore di misurazione rende difficile per i ricercatori valutare la relazione reddito-felicità con grande precisione.

Sulla linea di questa ricerca si colloca anche un'analisi fatta nel 2007, dove si analizzava la percentuale di persone che dichiaravano di essere felici della propria vita: solo il 23% circa delle persone che guadagnavano meno di 20000 dollari all'anno hanno dichiarato di essere soddisfatte mentre questa percentuale superava il 50% nelle persone con un reddito annuo superiore a 150000 dollari.
Questo studio inoltre ha visto una relazione diretta fra reddito e rischio di depressione fra le persone anziane: all'aumentare del reddito le persone anziane andavano meno frequentemente incontro a sintomi depressivi.

Ma bastano i soldi? Probabilmente no.
Questa non è certo la prima ricerca che analizza la relazione tra i soldi e la felicità percepita.
Molte ricerche nel campo sottolineano come i soldi possano aiutare ad essere soddisfatti solamente in relazione ad altri aspetti della vita.
Ad esempio questa ricerca punta a evidenziare come sia il rapporto fra soldi e "scala sociale" a dare una sensazione di maggiore realizzazione: in sostanza avere un reddito più elevato ci fa percepire come "persone di successo" rispetto al resto della società e questo fatto ci riempe positivamente facendoci sentire realizzati e soddisfatti.
Un'altra analisi invece notava come per chi "è abituato a vincere" la soddisfazione sta nella vittoria e non nel premio monetario, invece per chi generalmente perde la soddisfazione della vittoria è maggiormente legata al premio monetario.
Per un'altra ricerca, più che i soldi sembra essere il tempo il fattore principale implicato nella felicità: se da un lato la spinta economica genera maggiore produttività spingendo gli individui a lavorare di più, ciò non si traduce in una maggiore felicità percepita. Invece la relazione con la felicità appare evidentemente legata al tempo speso nelle relazioni sociali e nella qualità delle stesse.
Questo studio invece fa notare come i soldi tolgano il "piacere di assaporare le piccole cose".
Sulla stessa linea si potrebbe collocare questa ricerca che ha analizzato -nella popolazione svedese- quali parole le persone legano al concetto di felicità. Bene, le parole più legate sono: mamma, nonna, amore, abbraccio; ma anche Zlatan, Svezia, calcio e Magdalena (l'analisi si è svolta nel 2012 anno dei mondiali di calco e dell'annuncio del matrimonio di Magdalena di Svezia).
Altre ricerche (1, 2) puntano a far notare come non siano direttamente i soldi a fare la felicità, ma come li si usa. In particolare è l'avere del denaro da spendere per le proprie passioni o in beneficenza ad aumentare le sensazioni di felicità. Infatti "obbligando" le persone a spendere del denaro per i propri hobby o a dargli in beneficenza le persone hanno dichiarato di sentirsi più felici rispetto a quando il denaro erano obbligate o a non spenderlo o a spenderlo in cose "futili" (cibo, vestiti, beni di lusso...).

Insomma, la felicità è una cosa complessa e legarlo al solo fattore economico non è certamente possibile. Se probabilmente avere un reddito maggiore riesce a influire su quanto ci si sente felici, è altrettanto probabile che, analizzando le nostre vite, possiamo trovare molte altre fonti di felicità.

E VOI QUANTO VI SENTITE FELICI?


FONTI
http://www.repubblica.it/salute/2018/02/23/news/i_soldi_possono_renderci_piu_felici_ma_non_devono_essere_troppi-189585371/
https://www.nature.com/articles/s41562-017-0277-0
http://www.gallup.com/178667/gallup-world-poll-work.aspx?
https://en.wikipedia.org/wiki/Positive_affectivity
https://en.wikipedia.org/wiki/Negative_affectivity
https://www.wired.it/scienza/lab/2018/02/15/felicita-costo-soldi/
https://www.weforum.org/agenda/2018/03/how-much-money-do-people-need-to-be-happy
https://www.census.gov/srd/papers/pdf/sm97-05.pdf
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20424085
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17518322
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9434665
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21515740
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20732902
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20483819
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23621718
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27056977
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18356530

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