Mangia il pesce che diventi intelligente!

Mangia il pesce che diventi intelligente! Almeno così ci dicevano da bambini.


La notizia deriva da uno studio americano, pubblicato sulla rivista Scientific Report (un ramo della più famosa e prestigiosa rivista Nature), condotto in Cina su 541 bambini dove hanno studiato la relazione fra consumo di pesce e prestazioni cognitive.
Prima di iniziare è bene specificare che esistono vari quozienti di intelligenza: il VIQ (verbal IQ, che misura l’abilità di recepire, elaborare e immagazzinare informazioni ricevute da testi scritti o ascoltati), il PIQ (performance IQ, che misura l'abilità di risolvere problemi visivi e logici) e il FIQ (full IQ, che sarebbe poi il quoziente d'intelligenza più noto al grande pubblico).
Andando a spulciare un po' quello che dice l'articolo effettivamente il consumo di pesce sembra correlato a migliori performance dei tre IQ considerati e, inoltre, analizza l'effetto del consumo di pesce sui disturbi del sonno.

I ragazzi sono stati seguiti attraverso un diario alimentare (un questionario da compilare giornalmente sulle proprie abitudini alimentari) dai 9 agli 11 anni e al dodicesimo sono stati valutati i parametri di intelligenza che dicevo sopra.
I ragazzi sono stati divisi in tre gruppi in base al consumo di pesce: "never" (meno di due volte al mese), "sometimes" (2-3 volte al mese) e often (almeno una volta a settimana).
89 ragazzi si collocano nei "never", 315 nei "sometimes" e 137 nella categoria "often".
Ad una prima occhiata, i risultati lascerebbero trasparire pochi dubbi: i ragazzi che consumano spesso pesce sembrano mostrare prestazioni migliori (vedi immagine affianco presa dall'articolo).

Tuttavia l'articolo, pur focalizzandosi sul consumo di pesce, ha studiato più approfonditamente la questione e, a mio avviso, ci sono alcune cose che, per comprendere meglio il tutto vanno sottolineate.
Lo studio, oltre ad analizzare le abitudini alimentari, valuta anche vari fattori socio-economici come l'educazione paterna e materna, se i genitori lavorano o meno, se i genitori sono separati, la presenza di fratelli ecc..
Beh, si può notare come ci siano relazioni significative da un punto di vista statistico con molti di questi fattori. Ad esempio il grado di istruzione (soprattutto della madre ma anche del padre) e il fatto che i genitori lavorino sono sempre risultati fattori in grado di influenzare pesantemente e positivamente l'IQ. Infatti "aggiustando" i dati, cioè facendo quella che in gergo tecnico si chiama "analisi multivariata", per tutti questi fattori il ruolo del pesce ne appare ridimensionato, pur rimanendo ancora un fattore chiave in particolar modo per il VIQ e il FIQ.

Invece, il legame rimane molto forte e "potente" per quanto riguarda i disturbi del sonno: nonostante all'analisi multivariata il consumo di pesce perda un po' di importanza, per questi disturbi un consumo di pesce rimane altamente rilevante come fattore protettivo. I pre-adolescenti che mangiano più pesce soffrono meno di disturbi nel sonno.

Infatti, nelle discussioni, gli autori sottolineano il legame tra sonno, consumo di pesce e performance cognitive. In più punti richiamano la letteratura scientifica sulla mediazione tra il sonno e le capacità intellettive (qui tre esempi 1, 2, 3 che ne parlano). D'altronde, il titolo stesso dell'artico ("The mediating role of sleep in the fish consuption...") può far intuire come questo punti sul ruolo mediatore del consumo di pesce riguardo i disturbi del sonno e, quindi, a cascata, sulle abilità cognitive.

Tuttavia, il ruolo sembra parziale e, dicono gli autori, bisognerà svolgere altri studi per capire l'effettivo apporto del pesce sia sul sonno che sulle capacità cognitive; così come, ripetono gli autori, analizzare meglio altri fattori e se ci sono diversità fra le varie tipologie di pesce consumato.

È bene dire che questo non è il primo studio che indaga la relazione tra capacità intellettive e dieta. Molti altri studi lo hanno già fatto ed alcuni hanno anche già studiato la relazione con il consumo del pesce. Queste ricerche però si sono focalizzate o su alcuni componenti specifici (acidi grassi, vitamina D, metalli) o indagando particolari condizioni di salute (consumo in gravidanza o andamento di malattie neuro-degenerative come ad esempio l'Alzheimer). In ogni caso il pesce -in particolare gli acidi grassi omega-3 e omega-5 contenuti in esso- sembravano già essere fattori "pro-intelligenza" soprattutto per l'adulto e l'anziano.
Le novità di questo studio sono l'aver valutato il ruolo del pesce in una età critica come la preadolescenza (solo uno studio olandese ed uno svedese presentano caratteristiche simili per fascia di età) e la durata del monitoraggio (3 anni).

Insomma, mangiare bene e del pesce fa sicuramente bene (anche all'umore) e l'introduzione di questo alimento nella dieta dei bambini andrebbe valutato attentamente da mamme, papà e mense scolastiche.

Mangia pesce, dormi bene e sii intelligente!


FONTI
http://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2018/01/29/news/il_pesce_una_volta_a_settimana_migliora_il_sonno_e_rende_i_bambini_piu_intelligenti-186604416/
https://www.nature.com/articles/s41598-017-17520-w
http://www.fmag.unict.it/Public/Uploads/links/WISC%20III.pdf
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21875679
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26055859
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26847980
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22265194
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19006530
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26299715
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28763509
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29185935
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28708121
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17000568


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