G7 salute, EMA... e tanto altro

Come avrete sentito dai giornali si è concluso a Milano il G7 dei ministri della salute.
I temi trattati sono stati veramente molti: dai cambiamenti climatici alla antibiotico resistenza, dalla salute della donna alla malnutrizione...



Particolare notizia ha fatto l'aver raggiunto un accordo sull'impatto del riscaldamento globale sulla salute con gli USA. La cosa non sorprende: una delle prime mosse di Trump fu uscire dagli accordi di Parigi sul clima ed è relativamente noto che membri del suo staff siano tra gli scettici del Global Warming. Quindi far firmare un documento in cui si riconosce che il riscaldamento climatico ha conseguenze sulla salute globale delle persone è un passo non da poco. Gli USA sottolineano l'uscita dagli accordi di Parigi (che pare vogliano rinegoziare), ma durante il meeting si è comunque sottolineato che il riscaldamento climatico è un fatto, cosa -ad avviso dell'autore- scontata ma che evidentemente non lo è.
Il riscaldamento globale è una causa, anche se in gran parte indiretta, di fenomeni migratori: l'aumento della desertificazione, il calare delle risorse idriche portano spesso all'acuirsi di ingiustizie sociali e allo sfociare di guerre con lo spostamento di uomini e non solo in cerca di zone più favorevoli. Tuttavia non è il movimento delle persone a costituire un vero pericolo sanitario per l'Europa (l'arrivo dei migranti prevede un controllo sanitario ed è difficile che malattie pericolose possano diffondersi a causa di essi), ma piuttosto i cambiamenti climatici possono far sì che animali o merci contaminate da malattie tropicali possano viaggiare e trovare un terreno fertile nei nostri territori [1]. Il problema vero piuttosto è lo spostamento di persone in aree vicine o geograficamente non controllate: spostamenti all'interno dello stesso continente (Africa, Asia, centro-sud America principalmente), zone rurali e urbane, tutti fattori che si è visto essere collegati ai cambiamenti climatici e che possono portare al diffondersi di malattie prima rare o contenute.

I cambiamenti climatici quindi costituiscono una sfida a tutto tondo (ci sono 7542 articoli scientifici che studiano l'impatto dei cambiamenti climatici sulla salute) non solo per il riemergere di malattie, ma perchè si è visto che il riscaldamento globale è legato anche a cose come l'obesità, le malattie respiratorie, la salute dei bambini e tante altre cose. Rallentarlo o sconfiggerlo quindi non è solo una questione ambientale, ma anche sanitaria.

Altro focus importante è riguardato l'antibiotico resistenza. L’antibiotico-resistenza è ormai un fenomeno globale e su cui non si può discutere, necessita oramai di un cambiamento di paradigma, culturale e scientifico, a cui sono chiamati scienziati, medici, pazienti e cittadini tutti. Non si tratta più di minacce lontane e apocalittiche: l'antibiotico resistenza è reale, in costante aumento e mette a repentaglio decenni di scoperte scientifiche e, cosa ancor più grave, la nostra salute. La Review on Antimicrobial Resistance guidata da Lord O’Neill ha stimato che, nel 2050, le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti all'anno nel mondo, superando ampiamente i decessi per tumore (8,2 milioni), diabete (1,5 milioni) o incidenti stradali (1,2 milioni) con una previsione di costi che supererà, a livello globale, i 100 trilioni di dollari
Gli antibiotici sono uno mezzo enorme per contrastare le infezioni batteriche. Ad oggi nessuna operazione chirurgica potrebbe essere eseguita senza di loro, si rischierebbe di morire di semplici infezioni e si potrebbero anche avere molte malformazioni o malattie infantili. Tuttavia negli anni si è fatto un utilizzo eccessivo e inappropriato, che -per "semplici" meccanismi di evoluzione darwiniana- ha facilitato lo sviluppo di batteri “resistenti” limitandone l’efficacia, dando vita a una delle più gravi minacce alla salute pubblica che le Istituzioni sono chiamate a fronteggiare.
A livello mondiale, si stima che circa 700 000 decessi all'anno siano attribuibili a infezioni resistenti.
In Europa si verificano annualmente 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti che causano oltre 37 mila decessi che sono responsabili di un significativo assorbimento di risorse (sanitarie ed economiche prima di tutto) con l'Italia che è tra i Paesi europei dove questo fenomeno è più significativo. Infatti nel nostro Paese ogni anno, dal 7 al 10 per cento dei pazienti va incontro a un’infezione batterica multiresistente con migliaia di decessi. Le infezioni correlate all'assistenza colpiscono ogni anno circa 284.100 pazienti causando circa 4.500-7.000 decessi.
A livello internazionale il consensus della comunità scientifica individua due linee principali su cui muoversi:
- la prima è un cambiamento culturale immediato e profondo nella popolazione e nella comunità medica che porti a un impiego realmente appropriato degli antibiotici in modo da ridurne l’abuso; inoltre la ri-educazione dei medici, pazienti ed operatori sanitari a prassi come il lavaggio delle mani, l'uso di mascherine e guanti, cuffie per capelli ecc...per evitare le possibilità di infezione
- la seconda è una strategia di lungo periodo che punti alla ricerca di terapie innovative in grado di far fronte ai ceppi resistenti. Ad esepio l'IDSA - Infectious Diseases Society of America - ha lanciato l’iniziativa “10 x 20” allo scopo di creare 10 antibiotici avanzati entro il 2020; al momento, 7 farmaci sono in sperimentazione.

Molti altri temi sono stati trattati: dalla salute delle donne alla malnutrizione, dall'eradicazione dalla poliomielite al ruolo dell'OMS, dall'accesso all'acqua potabile come diritto alle politiche vaccinali. Utili sono la lettura di questo articolo divulgativo e il comunicato stampa rilasciato.

A margine si è parlato di EMA. Dopo la Brexit l'Unione Europea deve ricollocare l'agenzia europea per il farmaco (EMA) che attualmente ha sede a Londra. L'Italia si è candidata con Milano ad ospitare questa agenzia. Personalmente è un tema che mi sta a cuore e mi piacerebbe se Milano ospitasse questa agenzia.
Milano se la vede con Amsterdam, Copenhagen e Bratislava. Ovviamente ogni città ha i suoi sì e suoi no.
Ad esempio Amsterdam (ma anche Barcellona, probabilmente esclusa per le vicende politiche) risulterebbero preferibili per i dipendenti EMA attualmente presenti a Londra, mentre non offrirebbero "l'attrattiva scientifica" di altre città europee che a cui una agenzia legata al mondo farmacologico potrebbe essere interessata.

Sul sì ci sono varie carte che Milano ha messo sul tavolo: una sede già pronta (il Pirellone) vicino alla stazione centrale di Milano, la presenza di varie Università (tra cui una dedicata alla salute), istituti scientifici (esempio il Mario Negri) e farmaceutici.
La presenza di due altre agenzie europee (EFSA e ETF) potrebbe essere sia un vantaggio che uno svantaggio: da una parte permetterebbe una maggior comunicazione delle agenzie dall'altra andrebbe a creare uno sbilanciamento nella distribuzione delle agenzie europee tra i vari paesi che fino ad ora ne hanno ospitato 1/2 a testa. La presenza di EFSA in particolare potrebbe essere una doppia carta, l'agenzia dedicata al cibo nello stesso territorio in due città ben comunicanti fra di loro potrebbe creare una sorta di "FDA" europea, ma appunto per questo potrebbe risultare una eccessiva risonanza.
C'è poi la partita EBA (l'agenzia bancaria europa) che deve essere ricollocata anch'essa: alcune città hanno presentato la doppia candidatura EMA-EBA, Milano no e questo potrebbe essere un vantaggio in sede decisionale.
Su altri piano EMA Milano potrebbe essere avvantaggiata: a Milano (non con qualche polemica) nell'ex sede Expo avrà sede lo "Human Technopole", un polo dedicato alla ricerca medico-scientifica riguardante la salute umana e nella vicina Sesto San Giovanni nascerà la scuola di alta formazione della città della salute. La presenza di questa agenzia completerebbe quindi il quadro nel creare Milano come "città della salute" a livello europeo.

Insomma Milano ha tutte le carte per competere e la decisione è agli sgoccioli (attorno al 20 verranno annunciate le ricollocazioni), la partita finale si sta giocando in questi giorni e credo che sia giusto far sentire la propria voce.


Il G7 salute è quindi stata una grande occasione per la salute globale e forse anche per l'Italia... non sprechiamola.


PS: perdonate l'assenza della sezione fonti, ma è un post "poco scientifico" e ce ne sarebbero state davvero troppe... comunque ci sono tutti linkati come ipertesto.

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