Sanremo: parliamo di musica... scientificamente: musicoterapia ed altro
Per una settimana ormai si è parlato di Sanremo, della sua musica, dei suoi vestiti, dei suoi discorsi e delle sue polemiche.
Oggi vorrei quindi fare una riflessione sulla musica dal punto di vista scientifico e di come questa influisca sulla nostra vita.
Viviamo in uno spazio pieno di vibrazioni, suoni, forme, colori; tutto vibra a partire dagli atomi che ci compongono. Parlando di musica si fa riferimento al suono, derivato dalla vibrazione dell'aria che causa accordi e ritmo, che stimola l'orecchio, tramite i suoi apparati. Con un giusto suono si possono andare a stimolare reazioni positive, dai meccanismi non proprio ancora conosciuti al 100%, che determinano un benessere: per esempio, ascoltare musica migliora la qualità del sonno in soggetti adulti con insonnia.
Il controllo del dolore è uno degli aspetti più rilevanti nella pratica della musicoterapia e sicuramente tra quelli più usati.
Un funzionamento non ottimale degli analgesici risulta aumentare significativamente lo stress postoperatorio e l'ansia, contribuendo a generare un'esperienza negativa nei pazienti, spingendoli anche ad evitare operazioni necessarie in pazienti già di natura avversi.
Ormai è dimostrato che l'ascolto della musica, soprattutto se legato a certe frequenze, gusti personali e ricordi affettivi, libera oppioidi endogeni che consentono non solo il controllo del dolore fisico, ma anche quello emotivo principalmente legato alla sfera affettiva.
Un efficace controllo del dolore tramite la musicoterapia sembra essere particolarmente rilevante per la chirurgia ginecologica ed infantile, soprattutto per procedure eseguite in regime ambulatoriale in anestesia locale. Molti ricercatori e clinici sostengono l'uso pre, intra e post-operatorio della musicoterapia per integrare l'analgesia farmacologica in una vasta gamma di procedure chirurgiche suggerendo un effetto positivo della musicoterapia sul sollievo dal dolore, la depressione e l'ansia i procedure non invasive, ma considerante stressanti come la colposcopia, l'isteroscopia, la colonscopia e altre procedure ginecologiche. Altre ricerche sottolineano una efficacia rilevante della musica nell'alleviare sia il dolore fisico che psicologico a seguito di un aborto chirurgico, rafforzando quindi il nesso tra l'aspetto fisico e quello emotivo.
Nel complesso, sembra esserci un numero significativo di prove a supporto di un effetto positivo della musica nel ridurre il dolore e l'ansia pre e postoperatori.
L'uso di questa tecnica complementare permette quindi un'attenuazione della percezione del dolore e di conseguenza la riduzione di pari passo della richiesta di farmaci analgesici con una riduzione dei costi.
Ricapitolando su questo aspetto la musicoterapia complementare ha diverse peculiarità vantaggiose:
-agisce positivamente sul sistema nervoso centrale, in particolare nell'elaborazione di sensazioni di piacere, oltre che indurre la liberazione di oppiodi endogeni con una riduzione effettiva del dolore
-modera la somministrazione di prodotti farmaceutici con una riduzione anche dei costi
-non sembra presentare effetti collaterali e si può facilmente integrare ad altre terapie
Ovviamente come tutte le terapie complementari la musicoterapia affianca la terapia convenzionale senza mai sostituirla.
La musicoterapia ha mostrato molti effetti positivi soprattutto nella gestione e nel controllo dei disturbi dello spettro autistico (ASD),
La musica è un potente strumento terapeutico ed educativo per le persone con ASD, con ricerche che mostrano miglioramenti nelle abilità sociali e comunicative associate alla musicoterapia. In particolare si sono notati miglioramenti nella comunicazioni con i coetanei e con il terapeuta, una maggior propensione al gioco sociale e alla socializzazione se queste attività sono accompagnate da musica ed una generale risposta neurologica positiva. Le ricerche evidenziano diversi percorsi neuronali nelle persone autistiche a seconda dell'età. Durante l'ascolto di musica, gli adulti con ASD mostrano l'attivazione tipica dei circuiti associati all'elaborazione della ricompensa positiva, mentre nei bambini sembrano attivarsi altri circuiti legati al rilassamento ed al benessere generale, suggerendo quindi anche usi diversi della musica a seconda delle fasce d'età.
La musicoterapia ha mostrato poi prove di influenzare positivamente la lettura e l'alfabetizzazione nei bambini.
Sembra poi ridurre alcune tipologie di scariche nei bambini e ragazzi epilettici, riduce e rilassa la frequenza cardiaca e respiratoria facilitando anche il sonno infantile.
Si mostrano effetti similari anche agli aspetti già trattati, come la riduzione della depressione e dello stress, oltre che ad una più facile gestione del dolore, soprattutto per pratiche non invasive (ad esempio un prelievo del sangue).
In particolare l'uso della musica sembra essere particolarmente d'aiuto nel migliorare l'umore e la socialità. Ad esempio, l'ascolto della musica sembra attivare quei percorsi neuronali legati al benessere ed alla ricompensa. In pazienti ospedalizzati o ricoverati in strutture come case di risposo, sessioni di musica e danza portano ad una generale migliore accettazione delle terapie, oltre che ad un aumento della socializzazione e della attività fisica (fattori positivi nel benessere generale e di salute durante la vecchiaia). Di paripasso si nota una diminuzione degli stati di ansia e depressione, soprattutto legati alle perdite affettive, suggerendo quindi una possibilità nell'uso della musicoterapia ad esempio per le persone vedove.
Una analisi particolare riguarda poi l'Alzheimer e la demenza senile. La musicoterapia è infatti considerata un intervento psicosociale che influenza positivamente il benessere, i comportamenti e la qualità della vita degli anziani con declino cognitivo. Anche se l’efficacia della musicoterapia e dell’ascoltare musica è largamente influenzata dalle condizioni fisiche e mentali dell’anziano, entrambe le attività rientrano fra i provvedimenti non-farmacologici utilizzabili in presenza di disturbi del comportamento: l'ascolto e il canto sembrano portare ad un miglioramento della memoria, della coordinazione motoria e di parametri fisiologici come un generale miglioramento delle condizioni cardiovascolari. Queste indicazioni scientifiche hanno indotto l'attenzione dell'Associazione Italiana di Psicogeratria che ha indicato l'uso della musica e del canto come una pratica raccomandata stilando anche delle linee guida.
Un aspetto interessante, a mio avviso, è il cosiddetto linguaggio atipico e un possibile orientamento mancino nell'uso delle mani. La lingua e la musica sono processi la cui relazione è stata dimostrata attraverso interazioni a livello di elaborazione cerebrale subcorticale. Per linguaggio atipico si intendono una serie di caratteristiche, come ad esempio la musicalità, la danza ed altre espressioni artistiche, tipiche dell'emisfero destro del cervello, quando -pur essendoci sempre una distribuzione ambo-laterale- le caratteristiche del linguaggio parlato e gestuale sono più tipiche dell'emisfero sinistro.
I musicisti hanno mostrato una distribuzione maggiore delle aree deputate al linguaggio in entrambi gli emisferi, infatti circa nel 40% dei musicisti le aree cerebrali dedicate a questa funzione erano sia nella parte destra che sinistra, contro invece solo il 5% tra i non musicisti e ben il 37% dei mancini sembra avere una predisposizione alla musicalità rispetto al 10% della popolazione destrorsa. Questi dati mostrano una relazione neuronale tra musicalità, linguaggio atipico e orientamento mancino, anche se non si sa ancora se sia l'essere mancini a causare una maggior musicalità e bi-laterizzazione del linguaggio o viceversa.
Alla base dei meccanismi della musicoterapia e dell'uso della musica per il benessere ci sono aree neurali abbastanza note e studiate. La musica entra nei circuiti cerebrali che regolano la motivazione e il piacere di agire o di fare (sistema di ricompensa): la dopamina è il mediatore principale di questi effetti. Tuttavia altri ormoni: si sono visti alzarsi i livelli di serotonina (altro ormone del benessere), ossitocina (detto ormone dell'amore) ed endorfine endogene (riduzione del dolore), mentre si abbassano i livelli di cortisolo e catecolamine (detti ormoni dello stress).
Quello che non sappiamo ancora bene sono i circuiti neuronali profondi e comportamentali che possono influenzare le risposte evidenti sull'efficacia della musicoterapia. Inoltre -nonostante alcuni indizi- non si sa se la musica abbia un'influenza genetica e biochimica sulle cellule.
Insomma la musica può essere un toccasana per tutti, anche per chi non soffre di patologie: provatela per combattere ansia e stress. Si può usare per rilassarsi e dormire, per esprimere e suscitare ricordi e sentimenti in sé stessi o negli altri o nello sport, per sentire meno la fatica e sentirsi più motivati migliorando così le proprie performance.
Tutto questo al di là degli eventi, delle polemiche e dei gusti personali che a livello sociale alcune volte la musica si trascina dietro.
FONTI:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6141741/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6473587/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6141741/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6759939/
https://www.healio.com/pediatrics/journals/pedann/2018-8-47-8/%7B35de54fd-2af6-4123-9522-20bd7e59261d%7D/music-and-brain-development#divReadThis
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6954684/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32028845
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/hbm.24929?af=R
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1002/gps.3895
https://www.academia.edu/26228648/Music_music_therapy_and_dementia_A_review_of_literature_and_the_recommendations_of_the_Italian_Psychogeriatric_Association
https://link.springer.com/article/10.1186/s40035-017-0073-9
https://www.psicogeriatria.it/usr_files/aggiornamenti-salvioli/settembre2015.pdf
Oggi vorrei quindi fare una riflessione sulla musica dal punto di vista scientifico e di come questa influisca sulla nostra vita.
Viviamo in uno spazio pieno di vibrazioni, suoni, forme, colori; tutto vibra a partire dagli atomi che ci compongono. Parlando di musica si fa riferimento al suono, derivato dalla vibrazione dell'aria che causa accordi e ritmo, che stimola l'orecchio, tramite i suoi apparati. Con un giusto suono si possono andare a stimolare reazioni positive, dai meccanismi non proprio ancora conosciuti al 100%, che determinano un benessere: per esempio, ascoltare musica migliora la qualità del sonno in soggetti adulti con insonnia.
La musico-terapia del dolore
Questo è uno degli aspetti più interessanti e più noti dell'applicazione della musica e spazia dal controllo del dolore alle terapie comportamentali fino ad aspetti di benessere generale.Il controllo del dolore è uno degli aspetti più rilevanti nella pratica della musicoterapia e sicuramente tra quelli più usati.
Un funzionamento non ottimale degli analgesici risulta aumentare significativamente lo stress postoperatorio e l'ansia, contribuendo a generare un'esperienza negativa nei pazienti, spingendoli anche ad evitare operazioni necessarie in pazienti già di natura avversi.
Ormai è dimostrato che l'ascolto della musica, soprattutto se legato a certe frequenze, gusti personali e ricordi affettivi, libera oppioidi endogeni che consentono non solo il controllo del dolore fisico, ma anche quello emotivo principalmente legato alla sfera affettiva.
Un efficace controllo del dolore tramite la musicoterapia sembra essere particolarmente rilevante per la chirurgia ginecologica ed infantile, soprattutto per procedure eseguite in regime ambulatoriale in anestesia locale. Molti ricercatori e clinici sostengono l'uso pre, intra e post-operatorio della musicoterapia per integrare l'analgesia farmacologica in una vasta gamma di procedure chirurgiche suggerendo un effetto positivo della musicoterapia sul sollievo dal dolore, la depressione e l'ansia i procedure non invasive, ma considerante stressanti come la colposcopia, l'isteroscopia, la colonscopia e altre procedure ginecologiche. Altre ricerche sottolineano una efficacia rilevante della musica nell'alleviare sia il dolore fisico che psicologico a seguito di un aborto chirurgico, rafforzando quindi il nesso tra l'aspetto fisico e quello emotivo.
Nel complesso, sembra esserci un numero significativo di prove a supporto di un effetto positivo della musica nel ridurre il dolore e l'ansia pre e postoperatori.
L'uso di questa tecnica complementare permette quindi un'attenuazione della percezione del dolore e di conseguenza la riduzione di pari passo della richiesta di farmaci analgesici con una riduzione dei costi.
Ricapitolando su questo aspetto la musicoterapia complementare ha diverse peculiarità vantaggiose:
-agisce positivamente sul sistema nervoso centrale, in particolare nell'elaborazione di sensazioni di piacere, oltre che indurre la liberazione di oppiodi endogeni con una riduzione effettiva del dolore
-modera la somministrazione di prodotti farmaceutici con una riduzione anche dei costi
-non sembra presentare effetti collaterali e si può facilmente integrare ad altre terapie
Ovviamente come tutte le terapie complementari la musicoterapia affianca la terapia convenzionale senza mai sostituirla.
Altri aspetti della musicoterapia.
Pediatria e disturbi del comportamento.
Seppur siano aspetti relativamente diversi li ho voluti raggruppare in un'unica sezione in quanto la letteratura scientifica spesso li raggruppa perché il trattamento precoce (quindi durante l'infanzia) dei disturbi del comportamento si è dimostrato fondamentale.La musicoterapia ha mostrato molti effetti positivi soprattutto nella gestione e nel controllo dei disturbi dello spettro autistico (ASD),
La musica è un potente strumento terapeutico ed educativo per le persone con ASD, con ricerche che mostrano miglioramenti nelle abilità sociali e comunicative associate alla musicoterapia. In particolare si sono notati miglioramenti nella comunicazioni con i coetanei e con il terapeuta, una maggior propensione al gioco sociale e alla socializzazione se queste attività sono accompagnate da musica ed una generale risposta neurologica positiva. Le ricerche evidenziano diversi percorsi neuronali nelle persone autistiche a seconda dell'età. Durante l'ascolto di musica, gli adulti con ASD mostrano l'attivazione tipica dei circuiti associati all'elaborazione della ricompensa positiva, mentre nei bambini sembrano attivarsi altri circuiti legati al rilassamento ed al benessere generale, suggerendo quindi anche usi diversi della musica a seconda delle fasce d'età.
La musicoterapia ha mostrato poi prove di influenzare positivamente la lettura e l'alfabetizzazione nei bambini.
Sembra poi ridurre alcune tipologie di scariche nei bambini e ragazzi epilettici, riduce e rilassa la frequenza cardiaca e respiratoria facilitando anche il sonno infantile.
Si mostrano effetti similari anche agli aspetti già trattati, come la riduzione della depressione e dello stress, oltre che ad una più facile gestione del dolore, soprattutto per pratiche non invasive (ad esempio un prelievo del sangue).
In vecchiaia.
La musicoterapia durante la vecchiaia si è dimostrata molto utile nel migliorare le condizioni generali di salute.In particolare l'uso della musica sembra essere particolarmente d'aiuto nel migliorare l'umore e la socialità. Ad esempio, l'ascolto della musica sembra attivare quei percorsi neuronali legati al benessere ed alla ricompensa. In pazienti ospedalizzati o ricoverati in strutture come case di risposo, sessioni di musica e danza portano ad una generale migliore accettazione delle terapie, oltre che ad un aumento della socializzazione e della attività fisica (fattori positivi nel benessere generale e di salute durante la vecchiaia). Di paripasso si nota una diminuzione degli stati di ansia e depressione, soprattutto legati alle perdite affettive, suggerendo quindi una possibilità nell'uso della musicoterapia ad esempio per le persone vedove.
Una analisi particolare riguarda poi l'Alzheimer e la demenza senile. La musicoterapia è infatti considerata un intervento psicosociale che influenza positivamente il benessere, i comportamenti e la qualità della vita degli anziani con declino cognitivo. Anche se l’efficacia della musicoterapia e dell’ascoltare musica è largamente influenzata dalle condizioni fisiche e mentali dell’anziano, entrambe le attività rientrano fra i provvedimenti non-farmacologici utilizzabili in presenza di disturbi del comportamento: l'ascolto e il canto sembrano portare ad un miglioramento della memoria, della coordinazione motoria e di parametri fisiologici come un generale miglioramento delle condizioni cardiovascolari. Queste indicazioni scientifiche hanno indotto l'attenzione dell'Associazione Italiana di Psicogeratria che ha indicato l'uso della musica e del canto come una pratica raccomandata stilando anche delle linee guida.
Linguaggio e musica.
Un aspetto interessante è il collegamento tra la musica e lo sviluppo neurologico del linguaggio. Si è visto infatti come anche l'apprendimento e l'uso del linguaggio siano facilitati se durante la crescita ci sia anche uno stimolo di tipo musicale (a cui tra l'altro molti bambini sono naturalmente attratti).Un aspetto interessante, a mio avviso, è il cosiddetto linguaggio atipico e un possibile orientamento mancino nell'uso delle mani. La lingua e la musica sono processi la cui relazione è stata dimostrata attraverso interazioni a livello di elaborazione cerebrale subcorticale. Per linguaggio atipico si intendono una serie di caratteristiche, come ad esempio la musicalità, la danza ed altre espressioni artistiche, tipiche dell'emisfero destro del cervello, quando -pur essendoci sempre una distribuzione ambo-laterale- le caratteristiche del linguaggio parlato e gestuale sono più tipiche dell'emisfero sinistro.
I musicisti hanno mostrato una distribuzione maggiore delle aree deputate al linguaggio in entrambi gli emisferi, infatti circa nel 40% dei musicisti le aree cerebrali dedicate a questa funzione erano sia nella parte destra che sinistra, contro invece solo il 5% tra i non musicisti e ben il 37% dei mancini sembra avere una predisposizione alla musicalità rispetto al 10% della popolazione destrorsa. Questi dati mostrano una relazione neuronale tra musicalità, linguaggio atipico e orientamento mancino, anche se non si sa ancora se sia l'essere mancini a causare una maggior musicalità e bi-laterizzazione del linguaggio o viceversa.
Ma sappiamo come funziona nel dettaglio?
È il sistema cerebrale detto limbico che decodifica i suoni in base al ritmo e al contenuto armonico, separandone il contenuto semantico e informativo da quello sensoriale (emisfero destro, dove si realizza la creatività) creando così da un suono due vie parallele di attivazione neuronale. Un suono così ci da così due tipologie di informazioni: una più oggettiva e "matematica" come ritmi, suoni, frequenze... ed una più emotiva legata a ricordi e sensazioni oltre che a stimolare anche una eventuale risposta creativa.Alla base dei meccanismi della musicoterapia e dell'uso della musica per il benessere ci sono aree neurali abbastanza note e studiate. La musica entra nei circuiti cerebrali che regolano la motivazione e il piacere di agire o di fare (sistema di ricompensa): la dopamina è il mediatore principale di questi effetti. Tuttavia altri ormoni: si sono visti alzarsi i livelli di serotonina (altro ormone del benessere), ossitocina (detto ormone dell'amore) ed endorfine endogene (riduzione del dolore), mentre si abbassano i livelli di cortisolo e catecolamine (detti ormoni dello stress).
Quello che non sappiamo ancora bene sono i circuiti neuronali profondi e comportamentali che possono influenzare le risposte evidenti sull'efficacia della musicoterapia. Inoltre -nonostante alcuni indizi- non si sa se la musica abbia un'influenza genetica e biochimica sulle cellule.
Insomma la musica può essere un toccasana per tutti, anche per chi non soffre di patologie: provatela per combattere ansia e stress. Si può usare per rilassarsi e dormire, per esprimere e suscitare ricordi e sentimenti in sé stessi o negli altri o nello sport, per sentire meno la fatica e sentirsi più motivati migliorando così le proprie performance.
Tutto questo al di là degli eventi, delle polemiche e dei gusti personali che a livello sociale alcune volte la musica si trascina dietro.
FONTI:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6141741/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6473587/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6141741/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6759939/
https://www.healio.com/pediatrics/journals/pedann/2018-8-47-8/%7B35de54fd-2af6-4123-9522-20bd7e59261d%7D/music-and-brain-development#divReadThis
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6954684/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32028845
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/hbm.24929?af=R
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1002/gps.3895
https://www.academia.edu/26228648/Music_music_therapy_and_dementia_A_review_of_literature_and_the_recommendations_of_the_Italian_Psychogeriatric_Association
https://link.springer.com/article/10.1186/s40035-017-0073-9
https://www.psicogeriatria.it/usr_files/aggiornamenti-salvioli/settembre2015.pdf
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