Bullismo: ogni anno 246 milioni di bambini e adolescenti colpiti nel mondo

Il bullismo è un problema di salute pubblica complesso e diffuso che colpisce i bambini di tutte le età e pure gli adulti. Per decenni -e sotto alcuni aspetti anche ora- l'esperienza di essere vittima di bullismo nel periodo scolastico è stata vista come un rito di passaggio spiacevole, ma generalmente innocuo, che porta con sé poche conseguenze a lungo termine.
Tuttavia, il bullismo è un fenomeno social-culturale complesso che spesso è associato a gravi conseguenze sia fisiche che psicologiche per le vittime e coloro che oscillano tra i due ruoli (bullo-vittima), ma talvolta anche per i bulli stessi. La crescente preoccupazione per il bullismo ha fortunatamente prodotto un'ondata di ricerca e interventi diretti a far progredire la comprensione e la prevenzione del fenomeno bullismo.

In tal senso si è anche inserita la mostra dal titolo “Ri-scatti: Amico fragile”, organizzata per il quinto anno consecutivo insieme al Padiglione di Arte Contemporanea di via Palestro a Milano, da Riscatti Onlus e promossa dal Comune di Milano con il sostegno di Tod's. Le istantanee sono state esposte a marzo di quest’anno, la mostra è stata a ingresso gratuito, tuttavia era possibile acquistare album e foto e tutto il ricavato sarà utilizzato per finanziare attività dedicate alle vittime di bullismo all'interno della Casa Pediatrica del dipartimento materno infantile dell'ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano (da questa struttura specializzata provengono alcuni degli adolescenti vittime di bullismo che hanno partecipato al progetto).

Ma cos'è il bullismo?
Il bullismo è spesso definito come comportamento aggressivo ripetitivo e intenzionale di un individuo o di un gruppo contro un altro in situazioni in cui esiste una sorta di differenza di potere tra il bullo e la vittima in termini di dimensioni fisiche, stato sociale o altro. Una delle caratteristiche del bullismo è che il comportamento deve avere caratteristiche di pre-intenzionalità, consapevolezza e deve essere (o avere un chiaro rischio di esserlo) ripetitivo.
Il comportamento del bullismo può includere qualsiasi cosa, dallo sberleffo all'aggressione fisica vera e propria. Esiste anche il bullismo relazionale, che può comportare azioni come la diffusione di voci o l'ignoranza attiva o esclusione di determinati individui dalla vita sociale. Il bullismo può avvenire oggi anche online (il cosiddetto cyber-bullismo) sotto forma di messaggi di testo, e-mail e post sui social media.

Secondo l’UNESCO -che si rifà a dati UNICEF- nel mondo il bullismo è diffuso ovunque anche se con percentuali molto diverse nel mondo. Infatti, il paese che riporta meno fenomeni di bullismo scolare è il Tajikistan con solo il 7% dei ragazzi in età scolare che riporta fenomeni di bullismo, mentre il paese che nel riporta di più è Samoa dove ben il 74% dei ragazzi riporta atti di bullismo. In Europa si va da un 15% della Svezia ad un 65% della Lituania. In Italia, secondo l’Istat, il 52.7% degli adolescenti fra gli 11 e i 17 anni dice di subire bullismo 1 o più volte l’anno. Tuttavia, è da sottolineare che questi dati sono da prendere con le pinze in quanto parliamo di dati riportati dai ragazzi che potrebbero sia vergognarsi di confessare il bullismo subito (o addirittura non sapere cosa sia) oppure confondere altri fenomeni adolescenziali (liti piuttosto che altro) che non sono classificabili come bullismo vero e proprio.

Non esiste una caratteristica predominate riguardo le vittime di bullismo, infatti -come si vede dall'immagine- non esiste un fattore predominante che lo scatena: si va dall'aspetto fisico, alla sessualità all'appartenenza etnica ad altri fattori scatenanti. Non esiste quindi, globalmente, un punto specifico su quale sensibilizzare i giovani e questo può rendere le campagne di prevenzione e intervento più difficili da gestire in quanto non basta, ad esempio, puntare sull'integrazione etnica o sull'analisi della sessualità per bloccare il problema, ma bisogna analizzare il fenomeno sotto tutti gli aspetti.

Tornando alla mostra, questo è ben evidente, le testimonianze fotografiche mostrano infatti bullismo derivante dall'aspetto fisico o malattia (mi viene in mente una ragazza che alle elementari era esclusa perché “sennò ci infetti” mentre crescendo era esclusa per l’aspetto fisico), alla sessualità (un ragazzo vittima di cyber-bullismo ed esclusione sociale per aver fatto coming-out), appartenenza sociale (povera in un quartiere mediamente ben agiato) fino a motivi non specifici. Insomma, in un panorama di sole 9 testimonianze si è visto una panoramica generale del fenomeno ben fatta e curata.
Utilissima e ben fatta è stata anche la parte audio dove i nove ragazzi testimoniano, con una umanità incredibile (da quello che ne parla molto serenamente a quello cinico, da quello quasi “scientifico” a quello che piange e non riesce a parlare), le loro storie e il loro vissuto facendo capire il significato di quelle foto, fatte e scelte da loro stessi, altrimenti sotto certi aspetti incompressibili.

Ma la scienza cosa dice riguardo al bullismo?
Ovviamente la maggior parte degli studi analizza il fenomeno dal punto di vista psicologico e sociale, dal punto di vista neuro-fisiologico invece sono basati sugli studi sulla violenza e i comportamenti violenti che non tratterò quindi qui.

Il bullismo si distingue in varie classificazioni che, però, si possono mischiare:
Fisico: Il bullismo fisico comporta un'intimidazione o un’aggressione diretta fisica nei confronti della vittima. Anche se è la forma più ovvia di bullismo, non è la più importante e diffusa. Infatti, secondo i dati, nemmeno il 20% delle vittime dichiara di aver subito qualche tipo di aggressione fisica. Questo tipo di bullismo poi colpisce principalmente il mondo maschile (più del 40% dei casi registrati) mentre colpisce meno la sfera femminile.
Il bullismo fisico è dannoso e può essere psicologicamente devastante. Quando un bambino teme per la sua sicurezza, non è in grado di concentrarsi sulla vita e di vivere normalmente. Nonostante il trauma causato dal bullismo fisico, la maggior parte dei bambini non ne fa rapporto a un insegnante o ai suoi genitori. Segni di questo tipo di bullismo includono segni fisici diretti (graffi, lividi, ecc..) ma anche mal di testa o dolori di stomaco inspiegabili. Tuttavia, gli effetti psicologici del bullo fisico possono essere anche più pronunciati rispetto alle cicatrici fisiche: i bambini sono chiusi su sé stessi, faticano a concentrarsi o diventano antisociali. Il bullismo fisico, stando attenti, è il più facile da individuare ed è anche il più controllato e legiferato. Una cosa importante per i genitori: mai affrontare il bullo direttamente da soli, bisogna sempre cercare la mediazione di un insegnante (in eventuale collaborazione con i genitori del bullo) o, in casi gravi, delle forze dell’ordine. La punizione diretta da parte di genitori e/o insegnanti può essere utile, anche se spesso non funge da deterrente a lungo termine.

Verbale: Il bullismo verbale comporta la derisione e la continua aggressione con parole crudeli e umilianti. Il bullismo verbale può includere derisioni sul nome, commenti razzisti, sessisti o omofobi, insulti, allusioni sessuali e sostanzialmente qualsiasi linguaggio offensivo e continuato. Il bullismo verbale è una delle forme più comuni di bullismo e si stima coinvolga più del 50% di tutte le vittime di bullismo. L’aggressione verbale si può miscelare con le altre forme di bullismo come quello fisico e il cyber bullismo. Quindi, come fare a sapere quando un bambino viene vittima di bullismo verbale? Le vittime possono diventare lunatiche, ritirate e/o avere un cambiamento nel loro appetito. Rispetto a quello fisico può essere più subdolo, ma anche può dare segnali più facili per esserne sospettosi: le vittime possono essere più dirette riferendo che qualcuno ha detto qualcosa che ferisce i loro sentimenti o chiedendo se qualcosa che qualcuno ha detto su di loro è vero. Il bullismo verbale può essere difficile da affrontare. Il modo migliore è quello di costruire la fiducia in sé stessi dei bambini. I bambini fiduciosi sono meno soggetti al bullismo verbale rispetto a quelli che già lottano con scarsa autostima e immagine di sé. Spesso è quello anche quello più affrontato in classe con programmi che affrontano il tema del rispetto verso gli altri.

Sociale: Il bullismo sociale è una forma comune di bullismo tra bambini e studenti, ma forse anche la più difficile da affrontare e risolvere. Implica l'esclusione dai gruppi, diffonde voci e storie maliziose sugli altri, e generalmente allontana le persone dall'accettazione e dall'interazione sociale. Oltre al bullismo verbale, il bullismo sociale è una delle forme più comuni di bullismo (quasi un 20% dei casi). Questa forma può essere una delle difficili da identificare e affrontare (spesso scambiato con il “fa fatica a trovare amici”), ma è altrettanto dannoso di altre forme di bullismo e gli effetti possono durare a lungo. I bambini vittime di bullismo sociale possono sperimentare cambiamenti di umore, essere ritirati e iniziare a passare più tempo da soli. Il bullismo sociale è più comune tra le ragazze che tra i ragazzi. Il modo migliore per identificare il bullismo sociale è quello di stare vicino ai tuoi figli e mantenere una linea di comunicazione aperta. La costruzione della loro autostima e il coinvolgimento in altre attività estranee a dove avviene il bullismo, come sport di squadra, musica, arte e altre attività in cui sviluppano amicizie e interagiscono con gli altri risultano spesso utili.

Cyber-bullismo: Il bullismo informatico è il tipo meno comune (meno del 15% del totale), ma è quello che sta aumentando negli anni più rapidamente. Essendo un fenomeno recente (nato soprattutto con l’era dei social), i danni del cyber-bullismo non sono così noti. Questo include qualsiasi tipo di bullismo che si verifica via Internet o tramite supporto elettronico. Le vittime di cyberbullismo passano generalmente molto tempo online. Frequentano social network come Facebook, Instagram, Twitter, ecc. Il cyberbulling è quello più continuativo: può avvenire 24 ore su 24, 7 giorni su 7 attraverso post, notifiche o messaggi programmati. Per un genitore può risultare difficile osservare questo tipo di comportamento in quanto spesso protetto da privacy o avviene tramite cellulare. Quindi il modo migliore per combattere il cyberbullismo è monitorare l'utilizzo di Internet da parte dei ragazzi (Passa troppo tempo online? Ha comportamenti ansiosi o strani dopo aver passato tempo al cellulare?) e sensibilizzare i ragazzi sul tema. È utile sapere che non rispondere, affrontare direttamente il cyber-bullo o pubblicare i messaggi è spesso inutile; internet permette la creazione di un velo di anonimità dietro alle affermazioni e queste azioni risultano nella maggior parte delle volte vane. Invece, bisogna di informare i genitori o un insegnante in modo che il fatto possa essere portato alle autorità competenti (la polizia postale in Italia) che potranno tracciare l’origine dei messaggi.

Citerò ora una recente revisione sistematica italiana che esamina gli aspetti riguardo il rapporto tra bullismo e salute.
Gli studi longitudinali evidenziano sempre di più gli effetti negativi del bullismo, arrivando persino a sorprendere i professionisti della salute mentale e il pubblico in generale.
Si stima che il bullismo causi ai bambini la perdita di circa 160.000 giorni di scuola ogni anno secondo la National Education Association americana. Nell'area della salute mentale e dei disturbi psichiatrici, il bullismo è stato collegato a livelli di ansia, depressione, predisposizione al suicidio, psicosi, comportamenti autolesionistici ecc. Al di fuori del quadro psichiatrico, il bullismo nell'infanzia è stato anche associato a livelli più elevati di infiammazione cronica in età adulta.
Per i bulli il quadro è più misto. Alcuni studi hanno dimostrato che molti bulli, specialmente quelli che sono stati vittime di bullismo (la figura del bullo-vittima), mostrano livelli elevati di psicopatologie.
Molte organizzazioni, tra cui l"American Academy of Pediatrics" e l"American Academy of Child and Adolescent Psychiatry", hanno sottolineato il ruolo dei professionisti della salute mentale e di altri operatori sanitari nel ridurre e prevenire il fenomeno. Fornire orientamenti anticipatori, utilizzare strumenti efficaci per lo screening del bullismo e compiere sforzi nell'intervento precoce può portare a differenze marcate nella vita di molti bambini e delle loro famiglie.

La review continua dando dei consigli generali sull'affrontare il bullismo:
- Ascolto empatico e disteso. L’ascolto dei ragazzi riguardo fenomeni di bullismo deve essere molto empatico e non nervoso: un comportamento disteso, affiancato ad esperienze positive con coetanei e famiglia, può aiutare a contrastare un incontro negativo con un bullo.
- Preparare le vittime su come rispondere. Reagire dicendo a un bullo che il suo comportamento lo sta ferendo si è rivelato col tempo inutile (è lo scopo sostanziale del bullismo), ora si tende invece a sostituirlo con consigli per reagire emotivamente il meno possibile di fronte all'atto stesso. Alcuni bambini vengono anche aiutati provando risposte specifiche o imparando a partecipare a gruppi e attività di prevenzione.
- Se il bullismo si sta verificando online bisogna incoraggiare i ragazzi a salvare i testi o i post sui social media se necessario come prova.
- Fornire la possibilità di fare rapporti anonimi a un dirigente scolastico o figure di orientamento.  Spesso chi assiste a fenomeni di bullismo (per non parlare delle vittime) ha paura di riferirli a causa ritorsioni. L’anonimato potrebbe aiutare gli insegnati e i dirigenti scolastici a monitorare meglio situazioni a rischio.
- Valutare l’intervento delle forze dell'ordine, per i livelli più gravi di bullismo.
- Infine, se gli atti di bullismo hanno impatti molto negativi, come i disturbi d'ansia, la depressione e la presenza di qualsiasi pensiero suicida o omicida, l’intervento di uno psicologo dovrebbe essere fortemente presa in considerazione.

Molti stati ora hanno politiche di prevenzione e di intervento del bullismo obbligatorie.
Per quanto gli interventi, Stati Uniti e in Canada hanno adottato politiche di "tolleranza zero" nei confronti dei bulli, nonostante le evidenze scientifiche non mostrino l’efficacia di simili programmi. In Europa e in Australia, i politici considerano il bullismo un problema sociale e di salute pubblica più ampio che richiede strategie complete di prevenzione più ampie e complesse.
Il confronto diretto tra bullo e vittima dovrebbero viene oggi considerato inefficace o addirittura traumatico per la vittima, in modo simile alle situazioni di violenza domestica.
Anche se i genitori rimangono comunque un driver forte per individuare le situazioni di bullismo, un intervento diretto e non guidato del genitore spesso non aiuta la situazione e può peggiorare le cose.

Gli autori dello studio hanno trovato alcune caratteristiche comuni dei programmi più efficaci nel ridurre il bullismo:
1: presenza di formazione per genitori e insegnanti,
2: regole rigorose in aula per gestire il bullismo
3: attuazione di una politica antibullismo nell'intera struttura scolastica. Gli autori hanno notato che il bullismo si verifica meno nelle scuole in cui il personale ha una comprensione approfondita e condivisa del bullismo e ha la capacità di mantenere una comunicazione lineare e serena con gli studenti riguardo i comportamenti scolatici e di intervenire in modo non aggressivo ma efficace, di adottare procedure per documentare e seguire i vari casi avendo contatti aperti e frequenti con i genitori.
Dalla ricerca è chiaro che non esiste una soluzione rapida e facile al bullismo.
Insegnati, medici, psichiatri, psicologi e genitori devono collaborare per ridurre il bullismo e i traumi che ne possono derivare. La ricerca suggerisce che i programmi scolastici di maggior successo inducono cambiamenti a lungo termine nella cultura attraverso la partecipazione di tutte le figura citate.
Tuttavia, rimane molto da imparare su molti livelli sul bullismo e sui modi in cui questo importante problema di salute pubblica può essere affrontato e prevenuto in modo più completo.

Vi consiglio di leggere questo rapporto ISTAT riguardo la situazione del bullismo in Italia. È davvero ben fatto e da una chiara idea delle dimensioni sociali del problema.

FONTI
https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000246970?posInSet=1&queryId=N-EXPLORE-525d5e6f-95b1-4dbb-b7e6-07609d087255

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