Etciù! Salute! Benvenute allergie
In collaborazione con la redazione di KIT - Knowledge Improving Tools.
CONCETTI DA FISSARE IN MENTE
Oggi vi parleremo di ALLERGIE RESPIRATORIE, ALIMENTARI E DA CONTATTO.
Dalla seconda metà
del 1800 si è assistito ad un sensibile aumento delle allergie a livello
globale, tanto da diventare un argomento molto discusso anche su riviste
autorevoli come ad esempio Nature. Per fare un esempio, se nel 1990 chi aveva
una allergia alimentare era poco meno
del 2% della popolazione, ad oggi
questa percentuale supera l’8%
(Koplin et al., 2015). Alcuni studi stimano l’origine dell’aumento delle
allergie addirittura al 1870, con l’avvento dell’industrializzazione e di stili
di vita cosiddetti “moderni”. Le cause di questo fenomeno sembrano essere molto
variegate e una risposta completa non è stata ancora trovata.
Tuttavia l’ipotesi
più accreditata è la cosiddetta “ipotesi igiene”: con essa si ipotizza che il miglioramento delle condizioni
igieniche, in alcuni casi eccessive soprattutto in età infantile, contribuisca
negativamente allo sviluppo del sistema immunitario, causandone
l’ipersensibilità. Nel 2003 il concetto è stato affinato prendendo il nome di ipotesi
“old friends” (Rook et al. 2003).
Secondo questa più moderna ipotesi, alcuni microbi (i “vecchi amici” appunto)
che sono sempre stati presenti durante l’evoluzione dei mammiferi e dell’uomo
nello specifico (es. lactobacilli, quelli dello yogurt per capirci), sono
fondamentali per contrastare, in età adulta, l’aggressione di altri microbi
causa di raffreddori, simil-influenze e altre malattie come appunto le allergie.
Ma andiamo per gradi:
Che cosa sono
le Allergie?
L’allergia è a tutti gli effetti una malattia determinata
da una risposta immunitaria anomala ed eccessiva a seguito del contatto a
livello della cute o delle mucose, con sostanze estranee all’organismo (es.
alimenti, polvere, pollini), ma normalmente innocue in soggetti sani.
Il nostro sistema
immunitario ha il compito di difenderci dall'attacco di microbi (virus,
batteri, parassiti…) ma anche da sostanze estranee potenzialmente pericolose
per la nostra salute. Per farlo, usa delle “armi” chiamate anticorpi: sostanze proteiche di tipi diversi, prodotte per
intercettare e neutralizzare le molecole estranee (antigeni). Più nello specifico, gli anticorpi riconoscono solo una
piccola porzione degli antigeni, che viene definita epitopo. Se un antigene può essere causa di reazioni allergiche
viene definito allergene.
Il primo contatto che
attiva il sistema immunitario (abbreviato in S.I.) è quello che avviene tra
antigene e cellule APC (Antigen-Presenting Cells). L’antigene viene “catturato” da queste cellule che hanno il compito di “presentarlo” ad
altre cellule specializzate del S.I., i linfociti. Tra i linfociti vi sono le plasmacellule (un
tipo particolare di linfociti B) in grado di produrre immunoglobuline
(anticorpi).
Tutti noi produciamo
anticorpi quando il nostro organismo è “sotto attacco”, in particolare immunoglobuline
di tipo M e G (IgM e IgG), ma di
immunoglobuline ne esistono di diversi tipi e quelle responsabili della
risposta allergica sono le IgE.
Le IgE normalmente servono
a contrastare l’aggressione del nostro corpo da parte dei parassiti. Tra le
varie funzioni che svolgono, attivano anche i mastociti, un altro tipo di cellula del sistema immunitario. I
mastociti inducono la produzione a cascata dei mediatori chimici che causano
l'infiammazione tipica delle allergie, tra questi la sostanza più nota è l’istamina. L’infiammazione consiste principalmente in: dilatazione
dei vasi sanguigni e aumento della permeabilità delle loro pareti e contrazione
dei muscoli dei bronchi e dell’intestino. Tutti questi meccanismi servono, in
condizioni normali, per liberarci da agenti potenzialmente dannosi, ma negli
individui allergici invece, a causa di una risposta esagerata, possono portare
a situazioni pericolose per la salute.
Raramente una persona è soggetta alle manifestazioni
allergiche già dal primo contatto con un allergene. In questa fase normalmente
priva di ogni sintomo clinico, la produzione di anticorpi IgE specifici verso
quel dato antigene “addestrano” linfociti e mastociti a riconoscere come
estranea quella determinata sostanza. In seguito, quando il soggetto verrà
nuovamente a contatto con quell’antigene verso il quale si è sensibilizzato, si scatenerà la
reazione d’infiammazione rapida tipica delle allergie.
Come si manifestano?
I sintomi della
risposta allergica compaiono rapidamente, anche per il contatto con piccole quantità
di allergene. Non esiste un quadro o una progressione univoca delle allergie, tuttavia
generalmente si parla di allergia quando i sintomi si manifestano entro le 24
ore dal contatto con l’allergene. È importante però ricordare che la diagnosi
può essere fatta solo attraverso esami medici.
Le reazioni
allergiche più lievi consistono nell’arrossamento e lacrimazione degli occhi,
eritema e sensazione di debolezza. Sintomi più fastidiosi sono diarrea, vomito,
gonfiore della lingua e sbalzi di pressione sanguigna.
Infine, tra le più
gravi reazioni allergiche abbiamo asma, scompensi respiratori e cardiaci. Più
rari, ma comunque gravi, sono l’improvviso abbassamento della pressione
cardiaca con fenomeni di brachicardia (battito rallentato) o tachicardia
(battito accelerato). Questi fenomeni, oltre a causare svenimenti, possono
portare ad arresti cardio-circolatori. La reazione allergica più estrema è sicuramente
lo shock anafilattico: si manifesta
generalmente entro pochi minuti dal contatto (è estremamente raro superate le 2
ore) e ha un quadro clinico molto grave che può portare anche alla morte. Nella
maggioranza dei casi, lo shock inizia con forti pruriti, orticaria e gonfiore
delle labbra, può poi comparire congiuntivite e gonfiore agli occhi. La fase
successiva coinvolge difficoltà respiratorie: si può avere occlusione delle vie
aeree, asma e broncospasmi che possono portare anche a ipossia e soffocamento. Va
detto che tutte le allergie, possono portare allo shock anafilattico. Per
evitare questa estrema risposta immunitaria, o anche solo per limitare la
comparsa dei sintomi più lievi, vengono prescritti farmaci antistaminici che tengono sotto controllo la reazione allergica.
Quali allergie esistono?
Esistono vari tipi di
allergie ed ognuna ha sintomi specifici anche se non sempre unici.
·
Allergie alimentari
In generale, tutti gli alimenti sono considerati
come sostanze estranee dall’organismo.
Ovviamente, se il sistema immunitario si
attivasse per qualsiasi cibo noi ingeriamo, non potremmo più alimentarci,
morendo di fame. Di conseguenza il nostro corpo ha sviluppato uno specifico
sistema che permette di valutare se un alimento ingerito sia innocuo oppure no.
Nel momento in cui un alimento considerato generalmente innocuo per l’uomo,
dovesse invece essere identificato dal S.I. come dannoso per l’organismo si
avrebbe l’attivazione della risposta immunitaria. In questo caso si parla di
allergia alimentare.
Bisogna tener presente anche che talvolta
l’allergia alimentare può sommarsi con altre allergie respiratorie di minor
entità, causando dei sintomi più gravi (es. allergia a meloni e banane e allergia
al polline di ambrosia; allergia a mele, carote e nocciole e allergia al
polline di betulla).
Le principali cause che portano ad un’allergia di
tipo alimentare sono: fattori genetici ereditari, immunosoppressione/depressione, difficoltà o incapacità nell’assorbire
l’alimento a livello gastro-intestinale e fattori patologici ma anche eccessiva
esposizione all'allergene e fattori ambientali.
Quando il cibo viene ingerito le prime
manifestazioni sono prurito e gonfiore al labbro, palato e gola. A volte i sintomi
si limitano a queste reazioni, ma quando il cibo arriva nello stomaco e
nell'intestino, possono comparire altri sintomi come crampi addominali, diarrea
e vomito. Spesso a questi sintomi si associano anche sbalzi di pressione,
brachi o tachicardia e mal di testa.
La celiachia
La celiachia è una
forma allergica al glutine, una
proteina presente in grano, segale e, anche se in minor quantità, in avena,
farro e orzo.
Nelle persone
celiache, il glutine scatena la risposta allergica una volta che viene in
contatto con la mucosa dell’intestino.
L’incapacità concomitante di assorbire anche altri principi nutritivi diversi
dal glutine, può essere una conseguenza del continuo danneggiamento delle
pareti dell’intestino in seguito alla risposta allergica. Riso, mais, fecola di patate e tapioca
invece, non contengono glutine e sono quindi sicuri.
La celiachia può
manifestarsi a qualsiasi età, ma di solito i sintomi compaiono per la prima
volta entro il primo anno di età, quando il bambino inizia a nutrirsi con
alimenti che contengono glutine. I sintomi più comuni sono diarrea, vomito e meteorismo.
Nei bambini i sintomi
tipici sono in genere accompagnati anche da stanchezza, irritabilità, pallore
e, talvolta, manifestazioni cutanee. Negli adulti, la celiachia può avere
manifestazioni meno caratteristiche che possono rendere faticosa la diagnosi.
La malattia può
essere tenuta sotto controllo con una dieta priva di glutine. È molto importante
ricordare che per gli individui più sensibili bastano residui o tracce di glutine per scatenare reazioni
allergiche. Per questo motivo esistono normative specifiche che regolamentano
l’utilizzo delle cucine in mense e ristoranti. Per il consumo domestico invece
sono disponibili in commercio alimenti specifici (farine, pasta, cracker,
grissini, focacce, pizze, fette biscottate, biscotti, ecc.) privi di glutine (detti
gluten-free), identificati da un apposito simbolo.
Intolleranze alimentari
Come abbiamo già
detto, le allergie alimentari sono determinate dall’ingestione di particolari
cibi, normalmente innocui per le persone, che in questo caso invece stimolano
l’attivazione del S.I. con produzione di IgE.
Le intolleranze alimentari differiscono dalle
allergie in quanto non si ha la
produzione di anticorpi specifici contro l’allergene e a scatenare i
sintomi intervengono meccanismi diversi, solo in parte noti. Alcuni alimenti,
ad esempio, possono contenere sostanze che inducono la liberazione di istamina (es.
cioccolato, crostacei, frutta secca) senza il coinvolgimento del sistema
immunitario (reazioni pseudo-allergiche); altri invece contengono loro stessi istamina
(es. pesce in scatola, salsicce e salami, alcolici). Inoltre, soggetti
particolarmente sensibili possono manifestare
reazioni infiammatorie dovute a
sostanze chimiche presenti negli alimenti come additivi, conservanti (es.
vini, succhi di frutta..) e coloranti (es.
bibite, salse, dolci confezionati..). Anche in questo caso la reazione
infiammatoria non coinvolge i linfociti e le Immunoglobuline.
Le intolleranze sono
più frequenti rispetto alle vere e proprie allergie e generalmente hanno
sintomi più lievi e transitori. Inoltre l'intolleranza si definisce dose-dipendente . In partica, se a un
soggetto allergico bastano piccolissime quantità di quell’alimento (anche solo
tracce) per scatenare tutti i sintomi della risposta immunitaria, le
manifestazioni cliniche delle intolleranze diventano invece via via più gravi all’aumentare
della quantità di cibo ingerito.
Alcune intolleranze peraltro,
sono più comuni in età infantile e possono attenuarsi col passare del tempo,
talvolta fino a scomparire del tutto.
Un altro tipo di
intolleranze alimentari sono quelle dovute a deficit enzimatici. Vi sono delle persone che fin dalla nascita,
non sono in grado di produrre alcuni degli enzimi della digestione, in quantità
sufficiente a completare il processo metabolico. Ne è un esempio l'intolleranza
al lattosio (il principale zucchero
presente nel latte e nel formaggio), dovuta a carenze dell’enzima lattasi. La lattasi ha la funzione di
scindere il lattosio in due molecole più semplici (glucosio e galattosio).
Le persone che non sono in grado di produrre questo enzima, hanno molte difficoltà
a digerire il latte e i prodotti caseari.
A livello cutaneo, le manifestazioni più frequenti delle intolleranze
alimentari sono orticaria e angioedema.. Vi possono essere inoltre sintomi a
carico dell'apparato respiratorio, come asma, rinite e laringospasmo.
Bisogna però fare attenzione a non confondere l’intolleranza al
lattosio con l'allergia alle proteine
del latte, che si manifesta invece quando l'organismo produce IgE in
risposta all'ingestione di alcune proteine in esso contenute, in particolare
caseina e lattoglobulina. Questa allergia diventa particolarmente problematica
se sviluppata dai lattanti, in quanto non possono essere allattati né al seno
né con latte in polvere. In questi casi
si utilizza latte artificiale
ipoallergenico, in cui le proteine del latte sono trasformate in piccoli pezzi
più digeribili è meglio tollerati; oppure si ricorre al latte di riso, e dopo i
4 mesi, al latte a base di proteine di soia.
·
Allergie respiratorie
Le allergie respiratorie sono reazioni
scatenate da allergeni che entrano nel corpo attraverso la respirazione e
provocano disturbi prevalentemente a carico dell'apparato respiratorio. Tra i
sintomi più comuni si hanno: desensibilizzazione o perdita transitoria
dell’olfatto, irritazione e prurito a naso, bocca e gola, tosse e starnuti,
respiro sibilante, chiusura delle vie aeree superiori, iperventilazione,
congiuntivite e fotofobia, sensazione di debolezza e affaticamento. Il quadro
clinico in effetti può variare molto da persona a persona.
Esistono varie forme di allergie respiratorie
che fanno parte di due principali categorie: le allergie stagionali e le
allergie croniche. Le prime (ad esempio le allergie da pollini) si presentano
esclusivamente in periodi dell'anno in cui è presente nell’aria un determinato allergene;
le allergie croniche invece, non hanno periodicità fissa e possono essere innescate
da acari della polvere, muffe, pelo di animali o sostanze chimiche (es. detersivi
spray).
Allergia ai pollini
Dal punto di vista dei sintomi, le pollinosi
(allergie respiratorie ai pollini) e le allergie croniche non sono diverse.
Entrambe, infatti, si manifestano prevalentemente con rinite o asma. La rinite
allergica, detta anche raffreddore da
fieno, è una reazione infiammatoria delle vie respiratorie superiori
(soprattutto della mucosa del naso) e degli occhi. Responsabili della maggior
parte delle allergie al polline, sono le graminacee (es. grano, granturco e
segale), le urticacee (es. l’ortica comune), le composite (es. Tarassaco) e le betulacee
(es. betulla e nocciolo).
Apriamo ora una breve parentesi sull'asma, una malattia molto diffusa tra i
bambini, in particolare maschi, di età attorno ai 3 anni. Questa malattia cronica,
provocata inizialmente da un’allergia, è caratterizzata dall'ostruzione delle
vie respiratorie con conseguente respiro affannoso e sibilante. Il decorso è
fatto di episodi improvvisi e graduali, in cui l'inalazione dell'allergene
provoca ispessimento progressivo dei
bronchi e contrazione della loro muscolatura. Ciò rende il passaggio
dell'aria durante la respirazione più difficoltoso, determinando anche senso di
costrizione toracica, iperventilazione e tosse incontrollata.
Normalmente questa condizione tende a
migliorare verso l’adolescenza, spesso scomparendo completamente. Negli adulti
l’asma risulta più problematica e difficilmente regredisce diventando invece
una malattia cronica.
·
Allergie
da contatto
Alcune reazioni allergiche avvengono a seguito
del contatto diretto a livello cutaneo con sostanze o allergeni che possono
portare a infiammazione acuta della cute o delle mucose. Tra le più frequenti
si annoverano l’allergia al nichel e al lattice. Le allergie da contatto si
distinguono dagli altri tipi di allergie per il fatto che non sono mediate dalle IgE, ma da un particolare tipo di linfociti T.
Le allergie da
contatto possono essere determinate da tantissime sostanze: dai farmaci ai
detersivi, dai tessuti ai cosmetici, dai metalli alle sostanze di origine
vegetale e chi più ne ha più ne metta. Qualunque punto della pelle può essere
interessato, anche se, per ovvie ragioni, le mani sono la sede più colpita, seguite da viso, labbra e piedi.
Le allergie da
contatto che colpiscono le mucose aeree
(naso, bocca, faringe, laringe) possono essere facilmente scambiate con le
allergie respiratorie. Il confine è effettivamente labile, e la differenza
sostanziale consiste, come già detto, nella mancata attivazione in massa di IgE
e mastociti.
I sintomi più comuni delle allergie da contatto
consistono in: arrossamento alla sede di contatto, formazione di bolle o
vesciche, secchezza della pelle e del cuoio capelluto, bruciore, gonfiore
della lingua (nei casi più gravi può portare a difficoltà respiratorie),
prurito intenso, pelle screpolata o secca,
e, in generale, molti sintomi legati alle dermatiti e all'edema. Le
reazioni allergiche di questo tipo possono comparire immediatamente dopo il
contatto e fino a 72 ore più tardi.
1.
Esistono tre tipologie principali
di allergie: le allergie respiratorie, le allergie alimentari e quelle da
contatto.
2.
Un antigene è una molecola in
grado di attivare il S.I. Un allergene è un tipo di antigene che scatena una
reazione allergica.
3.
La sequenza degli eventi che
avvengono in seguito al contatto con un allergene sono:
- l’allergene
contatta le cellule APC a livello di cute o mucose;
- le
cellule APC attivano i linfociti e le plasmacellule;
- le
plasmacellule producono anticorpi (tra cui le Immunoglobuline);
- Le
IgE attivano i mastociti;
- i
mastociti inducono la produzione a cascata di sostanze pro-infiammatorie (es.
Istamina);
-
infiammazione (tipica del tipo di allergia e in parte diversa per ogni
soggetto).
4.
La classificazione delle risposte
allergiche e pseudo-allergiche è dettata principalmente dal tipo di risposta
immunitaria che l’allergene stimola:
- Allergie
alimentari e respiratorie à produzione di IgE e attivazione Mastociti;
-
Allergia da contatto à attivazione Linfociti T;
- Intolleranza
alimentare à NON è un’allergia, non si producono IgE e sono principalmente legate a
problemi di digestione. I meccanismi sono ancora poco conosciuti.
5.
L’intolleranza al lattosio è
diversa dall'allergia alle proteine del latte. Nel primo caso il soggetto non
produce l’enzima lattasi che scinde il lattosio (problemi digestivi); nel
secondo caso abbiamo a che fare con una allergia scatenata da specifiche
proteine.
6.
Le intolleranze sono
dose-dipendenti, le allergie scatenano la risposta immunitaria anche nel caso
di contatto con minime quantità dell’allergene.
7.
Le allergie respiratorie si
dividono in periodiche e croniche. In età infantile, un’allergia respiratoria
può portare ad una condizione asmatica.
8.
Esistono allergie da contatto
anche a livello delle mucose delle vie respiratorie.
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